Politica - 21 gennaio 2022, 16:41

Maranini replica alla maggioranza sul petrochimico in porto: “Pericoloso e pure dannoso per l’occupazione”

Dopo la decisione della maggioranza che apre le porte ai siti petrolchimici in Porto, il presidente della Commissione Seconda in Centro Ovest controbatte, punto per punto, il documento della Giunta

Non piace a Fabrizio Maranini il documento della maggioranza di centrodestra che governa Genova, favorevole al petrochimico in porto, e ha deciso di esprimere tutta la sua contrarietà di presidente della Commissione Seconda Municipio II Centro Ovest contestando, punto per punto, lo stesso documento.

“All’interno del Porto - afferma - non vi sono e non possono esserci siti industriali che lavorino sostanze o prodotti chimici ma solo siti di stoccaggio in funzione della distribuzione dei prodotti chimici nel Nord Ovest d’Italia”.

E all’argomentazione addotta da Palazzo Tursi che “all’interno dell’area portuale genovese già da molti anni sono operativi impianti industriali di prodotti chimici, di proprietà di industrie private che hanno attualmente concessioni di spazi nei terminal del Porto”, Maranini replica che “oggi come nel passato si susseguono vertenze portate avanti da Comitati e gruppi politici che manifestano contrarietà anche per la presenza degli altri 5 siti Rir, e cioè Rischio Incidente Rilevante, quindi non corrisponde alla realtà quanto scritto che il fatto dell’esistenza di altri siti simili al petrolchimico non abbia destato preoccupazione tra la cittadinanza genovese”.

Per quanto riguarda invece l’occupazione Maranini si basa sul saldo occupazionale. “Le rappresentanze dei lavoratori portuali Cgil, Cisl, Uil e Usb - indica - hanno più volte affermato che con questa specifica operazione il saldo occupazionale su quelle banchine sarebbe molto negativo, quindi non si può certo dire che verranno mantenuti i livelli occupazionali”.

Per quanto riguarda l’argomento sicurezza del sito, forse quello più contestato e motivo di dibattito, l’esponente del Partito Democratico in via Sampierdarena ricorda che “devono ancora esprimersi le competenti autorità di controllo, che peraltro non hanno ancora ricevuto nessun progetto nei termini stabiliti dalla legge, quindi mi chiedo come si possa sostenere al presente la tesi per cui il sito sarà assolutamente sicuro secondo quanto stabilito dalle Autorità Nazionali di controllo”.

“Come risulta chiaramente dal sito https:www.dialoghinporto.it - incalza Maranini - e dal verbale della Commissione seconda del Municipio II Centro Ovest che presiedo, il dialogo tra la città e l’Autorità di Sistema Portuale, realizzato tramite il gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze Politiche, non ha mai riguardato l’ipotesi Ponte Somalia. Le ipotesi sul tavolo erano altre quattro, delle quali, le prime tre sono state scartate: ex Carbonile Enel (ponte Idroscalo Levante); Terminal Messina (ponte Nino Ronco); Cornigliano - Zona Ilva (banchina Ansaldo) e Diga Foranea”.

Per Maranini occorre poi fare chiarezza sul fatto che “il dialogo non costituisce comunque un dibattito pubblico come da Dpcm 76/2018. Quindi anche la dichiarazione che il percorso è stato inoltre condiviso anche con la cittadinanza con sei mesi di dibattiti pubblici dove si è evidenziato anche il grande valore in termini occupazionali e di indotto per la comunità locale, non trova risultanze documentate”.

“La mia voce - conclude Maranini - potrà non essere gradita e mi era stato negato l’intervento, come pure ai consiglieri comunali e regionali, presenti durante l’assemblea pubblica al Centro Civico Buranello”.

 

Dino Frambati


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