#ILBELLOCISALVERÀ | 23 gennaio 2022, 08:00

Nicoletta Deva Tortone, tra i vincitori di Paratissima 2021: “Le mie opere? I miei diari di vita, come un racconto da indossare”

La realtà si fonde con il sogno in una dimensione profonda e introspettiva materializzata in fotografie, mascherine, disegni, video, tutto unito da un fil rouge

Nicoletta Deva Tortone, tra i vincitori di Paratissima 2021: “Le mie opere? I miei diari di vita, come un racconto da indossare”

Tappa ovunque nel mondo questa settimana per la rubrica #ILBELLOCISALVERÀ, grazie all’artista, fotografa e performer Nicoletta Deva Tortone. Vi porto a spasso nei meandri della sua travolgente creatività che colpisce, accarezza, stupisce: impossibile non reagire di fronte ai suoi lavori, fortemente caratterizzati dalla sua PRO-VOCAZIONE.

Nicoletta Deva Tortone è piemontese, nata a Racconigi, in provincia di Cuneo, ma di adozione ligure. Chiacchierando con lei provo una sensazione molto particolare. A tratti sembra una bambina che ti conquista con quell’ingenuità disarmante tipica di chi deve ancora scoprire ogni cosa della vita, a tratti un’entità senza tempo capace di metterti in connessione, attraverso il cuore, con mille mondi, tra realtà e fantasia, presente e passato, quello che è,  quello che sarà, ma soprattutto quello che è stato.

Le sue foto sono diari di vita cuciti a mano con un filo rosso che ne tesse la trama, come in un racconto. E l’umanità è al centro delle sue creazioni, commistione sapiente di fotografia, pittura e collage. Spesso le immagini sono sviluppate in negativo, per mostrare un nuovo punto di vista da cui guardare la realtà, uno sguardo meno consueto e capace di riservare sorprese nello spettatore.

Per comprendere al meglio le sue opere è però opportuno partire dal suo stesso percorso professionale e artistico, che appare insolito e ne condiziona l’intera produzione artistica. Diplomata in Fotografia nel 1979, inizia fin da subito a lavorare nel campo della moda e del teatro a Torino, dove è molto apprezzata per il suo talento. Tuttavia, nel 1988 decide di intraprendere una nuova avventura di vita e di lavoro andando a lavorare come fotografa nei villaggi turistici Club Med. Ed è proprio qui che la sua attenzione si sposta sulla sfera più intima e personale dell’essere umano, quella che ruota attorno alle sensazioni e alle emozioni. Nel rapporto quotidiano con persone sempre diverse, provenienti da ogni parte del mondo e con vissuti così eterogenei, si sviluppa nell’arte di Nicoletta la ricerca spasmodica del “lato umano”, scatto dopo scatto.

Il suo estro è innato, forse segnato da eventi traumatici vissuti in età infantile che stimolano in lei la capacità di trasformare il dolore in amore, concentrandosi su  se stessa, in un attaccamento alla vita che per lei non ha realmente fine, ma consta di passaggi in forme diverse.

Nicoletta racconta il suo passato, il suo presente, forse anche il futuro, attraverso l’utilizzo di tanti strumenti: fotografia, carta, ago e filo, matite, pennarelli,  colori, video, pensieri, parole e poesie, conditi da tante pennellate d’amore.

Tra i premiati a Paratissima 2021, la fotografa artista e performer continua a stupire con una produzione artistica singolare,  grazie alla quale si mette in gioco continuamente, specchio di luci e ombre. “Nelle mie performance live mi piace coinvolgere le persone per uno scambio di emozioni e per creare energie nuove, che si miscelano – mi racconta Nicoletta -. L’opera più particolare? Non c’è più e allo stesso tempo rimarrà per sempre. Durante Paratissima mi è stato detto che potevo disegnare e dipingere direttamente sui muri e così ho fatto. È stata un’emozione indescrivibile che ha attirato l’attenzione di tutti i visitatori. Alla fine della mostra, come di consueto le pareti sono state tinteggiate, così ciò che ho creato non possiamo più vederlo, ma fa parte della storia di quel muro, che ne avrà memoria per sempre”.

Il suo lavoro, così prolifico e in grado di toccare le corde più profonde dello spettatore, è stato esposto in importanti rassegne d’arte e fotografia come le edizioni di Paratissima Art Fair di Torino, Milano e Bologna, nel Museo di Santa Giulia a Brescia nella collezione di Donata Pizzi, ma anche a Mia Photo Fair a Milano e presso la galleria Artender di Alessandro Scarpati, ad Alassio.

Mi piace vivere e far vivere l’arte che nasce dai sentimenti, per questo creo opere che possano essere appese, o sfogliate, decomposte o indossate. Sarebbe bello poterle anche mangiare, chissà quante emozioni riuscirebbero a trasmettere”.

Maria Gramaglia

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