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Municipio Levante | 08 febbraio 2022, 13:10

Incendi dolosi sul Monte Moro, le richieste dei volontari

Domenica mattina si sono incontrati per fare il punto della situazione a Levante: “Basterebbe la videosorveglianza e per questo ci sono anche dei fondi a disposizione dei Comuni, ma qui si tarda ad arrivare”

Incendi dolosi sul Monte Moro, le richieste dei volontari

“Tuteliamo il territorio”. Questa la richiesta da parte di un gruppo di ambientalisti e cittadini che rispondono così agli incendiari: piantando alberi. Si sono incontrati domenica mattina sul Monte Moro per dire basta gli incendi dolosi, alcuni volontari, che hanno documentato la situazione dopo il terribile incendio della settimana scorsa, martedì notte. Si è manifestato anche perché in luoghi così a rischio “si faccia la necessaria prevenzione”.

Attualmente le restrizioni a causa della peste suina che ha colpito i cinghiali impediscono anche a loro di andare sui sentieri, però con un’autorizzazione “quelli che il bosco l’hanno piantato e lo ripianteranno”, sono riusciti a fare un summit sul piazzale e anche a documentare lo stato dei luoghi.

È Andrea Agostini del Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova a spiegare come in questi anni molti volontari e molti cittadini sono riusciti a piantare quasi 1400 alberi proprio lì sul Monte Moro dove: “Per evitare questi ripetuti incendi dolosi basterebbe semplicemente completare la conduttura dell’acqua e installare un impianto di videosorveglianza attivo, che possa immortalare inequivocabilmente i piromani e magari anche identificarli. Purtroppo da decenni in questa città le varie amministrazioni che si succedono mostrano un pessimo rapporto con il verde, sia in città, che sulle alture”.

Nel Municipio IX Levante tanti hanno aderito a un progetto nato negli ultimi anni da un gruppo di nerviesi che insieme ad altri cittadini e ambientalisti ha coinvolto centinaia di persone che hanno scelto di rispondere al fuoco piantando alberi.

“Tutto questo è accaduto con la semplice volontà di singoli che si sono anche autofinanziati e nelle stagioni più secche chi ha a cuore il progetto va a dare anche l’acqua a questi piccoli alberi. Ma rimane il pericolo degli incendi. Eppure basterebbe la videosorveglianza e per questo ci sono anche dei fondi a disposizione dei Comuni, ma qui si tarda ad arrivare. Noi speriamo che l’amministrazione decida finalmente in tal senso, come chiediamo da anni”.

Sono tre le principali richieste dei volontari. Per prima l’acqua: sul monte manca l’acqua e l’incendio che questa volta è stato appiccato prima delle tre del mattino ha avuto tutto il tempo di propagarsi poiché i Canadair si sono mossi solamente alle sette. “Se ci fosse stata l’acqua chiesta da anni, ecco che si sarebbe potuto intervenire subito”.

Poi manca la videosorveglianza che sarebbe anche un ottimo deterrente: nei vicoli è spesso impiegata per lo spaccio e si è rivelata utilissima, ma sui monti di Genova ancora non viene installata.

In ultimo: “Noi vorremmo che le autorità chiedessero ai privati di tenere in ordine i loro terreni, anche perché in questo caso è proprio lì che l’incendio ha potuto propagarsi con foglie secche e altri scarti presenti. Inoltre basterebbe indagare su questi terreni abbandonati ed incolti tramite il catasto dei terreni agricoli. Chissà che qualcuno possa un domani, senza più proprietari in vita, passare all’amministrazione e diventare un parco pubblico. Auspichiamo maggiore interesse da parte delle istituzioni e continueremo piantando alberi a difendendo i nostri monti”.

Rosa Cappato

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