Economia - 22 marzo 2022, 13:03

Magazzini del Cotone, Maestripieri apre il Congresso Cisl Liguria (Foto e Video)

Il Segretario Generale Cisl Liguria Luca Maestripieri è intervenuto al Congresso di stamattina presso i Magazzini del Cotone. Tanti i temi tra cui Pnrr, sanità, infrastrutture, turismo, commercio e il futuro di Banca Carige

Il Segretario Generale Cisl Liguria Luca Maestripieri è intervenuto questa mattina al XIII congresso Cisl Liguria intitolato “Esserci per cambiare, per la Persona, per il Lavoro, per la Liguria” presso i Magazzini del Cotone.

Tanti i temi trattati nel corso della relazione del segretario, dal Pnrr allla sanità, dal futuro di Banca Carige, al commercio e al turismo.


PNRR

"Vorrei aggiungere che oltre a un adeguato piano energetico, che faccia giustizia di tutti i no pronunciati in passato senza badare alla realtà, serve un piano delle infrastrutture. Me lo insegnate voi, infatti, che qui in Liguria il problema dei prezzi al consumo diventa ancor più pesante per via dell’isolamento geografico a cui la regione deve sottostare. Mi auguro che sia ancora solo per poco tempo, ma dobbiamo vigilare affinché vadano a buon fine i finanziamenti previsti dal Pnrr per completare le opere da tanto attese di cui parlerò dopo.  Senza questo programma di infrastrutture, magari il Paese uscirà fuori da certe urgenze legate all’energia, ma non la Liguria: perché portare qui un prodotto, o farlo uscire, costerà sempre moltissimo. Di sicuro più che nel resto d’Italia e d’Europa. Invece abbiamo l’esigenza di tenere concretamente ancorata la nostra regione al resto del Paese e della UE. Lo impongono anche gli imprevisti della storia".

CONSEGUENZE COVID 

"A causa del Covid le famiglie italiane hanno perso 32 miliardi di reddito e la disoccupazione è aumentata: l’Istat ci dice che in Liguria il totale degli occupati nel 2019 erano 612.000, 601.000 nel 2020 e 595.000 nel 2021. Questi fattori hanno contribuito a consolidare la marginalizzazione di disoccupati, precari, donne, disabili e non autosufficienti.

La posizione della Cisl è netta: la ripresa economica, che secondo molti analisti e imprenditori c’è, mentre noi ci permettiamo di essere più prudenti, non può prescindere dal sostegno a quelle fasce sociali che più di altre hanno pagato il prezzo della crisi covid, spesso con la perdita totale del reddito. Una situazione che in Liguria conosciamo bene e se ci aggiungiamo la carenza dei servizi domiciliari che non arrivano a coprire il 2% della platea dei potenziali bisognosi, il totale è che molte famiglie si ritrovano di fronte a un bivio: rinunciare in tutto o in parte a un posto di lavoro (e nella stragrande maggioranza dei casi è la donna a fare il passo indietro) o affidarsi agli assistenti familiari, anche in questo caso quasi sempre donne".

SICUREZZA SUL LAVORO 

"La qualità del lavoro incide sulla sua sicurezza, e la sicurezza deve diventare un valore civico ed etico della nostra società. Nessuna azienda deve restare senza i rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza e le aziende che, ancora oggi, non garantiscono gli standard minimi devono essere sanzionate molto più severamente".

DENATALITA’ – ABITANTI 

"Solo la città di Genova ha perso 250.000 abitanti dagli anni Settanta ad oggi e il numero dei giovani liguri che ogni anno emigrano fuori regione per un posto di lavoro –ma forse sarebbe più corretto dire per un equo reddito – continua a essere allarmante.Di fronte a noi abbiamo un doppio fenomeno: la crisi demografica da una parte e l’apparente incapacità del territorio di non recepire le aspettative dei giovani dall’altra.  Uscire da questo corto circuito non è semplice, ne siamo perfettamente consapevoli. Ma continuare a sottovalutarne le conseguenze non è un’opzione accettabile. Senza adeguate politiche a sostegno della famiglia, in assenza di concrete prospettive lavorative e in mancanza di certezze di crescita professionale, un territorio si auto-condanna all’inverno demografico. Crediamo sia opportuno, dunque, mettere a sistema le energie migliori dei mondi dell’impresa, dell’istruzione, della politica e del sindacato per consentire alla Liguria non solo di contrastare il declino demografico, ma di attirare giovani da fuori regione".

SANITA’ 

"Le linee di investimento riguardano l’assistenza territoriale, l’adeguamento sismico dei presidi ospedalieri e l’ammodernamento del parco tecnologico sanitario.

Sull’Assistenza Territoriale, la Regione impegnerà circa 74 milioni di euro per la realizzazione di 33 Case di Comunità, 11 Ospedali di Comunità e 16 Centrali Operative Territoriali, a seguire 50 milioni per l’adeguamento sismico, 28.5 milioni per l’acquisizione di nuove apparecchiature, 35 milioni per la digitalizzazione dei sistemi ospedalieri.

Su quanto la Regione progetterà in termini di reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’Assistenza Sanitaria Territoriale, è fondamentale, secondo noi, recuperare e consolidare il ruolo del Distretto Socio-Sanitario che deve tornare ad essere lo snodo nel quale i percorsi di cura si ricompongono e divenire, pertanto, luogo di governo della rete assistenziale territoriale.

Pianificazione, rafforzamento e valorizzazione dei servizi territoriali rappresentano il processo di rinnovamento sul quale siamo chiamati a confrontarci con Regione Liguria. Un processo, a dire il vero, partito nella nostra Regione nel 2015 e consolidatosi nel 2017 con la firma del Protocollo tra Regione, Cgil, Cisl, Uil Liguria insieme alla Fnp, che definisce il profilo delle attività della Casa della Salute (oggi aggiornata in Casa di Comunità) da realizzare nel Distretto 10 di ASL 3 e stabilisce un riferimento per la realizzazione di un’effettiva integrazione dei servizi sanitari e sociali in strutture da attuare anche negli altri Distretti Sanitari. Un protocollo ambizioso e lungimirante che, però, onestamente, non ha avuto ancora un concreto seguito. 

Su questa progettualità, in linea con le indicazioni del Pnrr, ci attendiamo un impegno preciso dell’Amministrazione Regionale per passare dalle intenzioni ai fatti e proseguire, attraverso una verifica condivisa, alla successiva realizzazione delle Case di Comunità in tutto il territorio regionale. Non meno deciso deve essere il richiamo alla corresponsabilità delle Amministrazioni locali per l’integrazione socio-sanitaria, attraverso percorsi che permettano di superare le incertezze e le difficoltà ancora presenti.

Il focus posto nel Pnrr dal Governo sul tema dell’Assistenza Sanitaria Territoriale in particolare sulle cure domiciliari, rappresenta un obiettivo strategico di grandissimo rilievo, ma non è immaginabile il superamento del concetto di residenzialità.

Noi pensiamo che le Residenzialità extraospedaliere per disabili e anziani siano state lasciate a margine del Pnrr e ciò, a nostro avviso, indica che è intenzione del Governo mantenere in capo alle Regioni la programmazione e la gestione di questo delicato settore. Sollecitiamo, pertanto, l’Amministrazione Regionale ad attivare il tavolo di confronto con i gestori delle strutture, le parti sociali e le Istituzioni locali per affrontare tematiche quali la revisione degli standard di accreditamento strutturali, l’individuazione di una qualificata e congrua dotazione di personale, l’adeguamento delle tariffe, il monitoraggio della qualità della vita, l’ adeguatezza delle cure e il ruolo delle strutture sui loro territori.

In merito alla Rete Ospedaliera crediamo che sia il momento per un riesame complessivo senza cedere a convenienze politiche e pressioni localistiche che in passato hanno congelato interventi strutturali che oggi avrebbero fatto la differenza.

Sugli organici occorre definire un piano pluriennale di assunzioni conforme alle esigenze del nuovo sistema socio-sanitario ligure attraverso tutte le forme di ingresso disponibili. Non è più rinviabile l’adeguamento del personale in servizio, sia ospedaliero che territoriale, rispetto alla domanda di salute del territorio".

MANIFATTURIERO E GREEN 

"Avvertiamo il bisogno di accompagnare rapidamente il settore manifatturiero verso il traguardo della sostenibilità. Lo dobbiamo prima di tutto ai nostri figli e alle generazioni che verranno. In Liguria si progettano e costruiscono aerei, treni, navi e gioielli della nautica,  si realizzano turbine destinate a tutto il mondo, si lavora l’acciaio, qui decine di aziende producono elettronica di qualità: ebbene, a nulla di tutto questo possiamo e dobbiamo rinunciare. La transizione ambientale non può avere come effetto collaterale l’impoverimento del territorio che la promuove: questo lo contrasteremo, e con la stessa determinazione continueremo a esigere dall’industria modelli produttivi sempre più rispettosi dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Ogni decisione, ogni azione che riguarda la transizione ecologica e quella digitale, ci deve riguardare, deve avere una chiara impronta sociale, cioè valutare preventivamente gli impatti e le ricadute che genera su persone, comunità e territori.  Peraltro, non sarebbe intellettualmente onesto ignorare quanto di buono questa regione sta facendo sul fronte della sostenibilità. Penso ai progetti di elettrificazione delle banchine portuali, agli investimenti che molti imprenditori portano avanti per abbattere le emissioni, agli sforzi che le amministrazioni stanno affrontando per rendere ecosostenibili i sistemi di trasporto pubblico. Questo è il modello che, a nostro avviso, va sostenuto e incentivato. A noi interessa un modello fondato su una visione strategica di insieme e non basato sulla retorica ideologica". 

PNRR

"A proposito di modelli da seguire, la ricostruzione in tempi record del viadotto sul Polcevera dopo la tragedia del Morandi, oltre a ricordarci quanto sia urgente restituire alla Liguria un sistema infrastrutturale adeguato e moderno, ha dimostrato al mondo intero la straordinaria capacità di visione, progettazione e resilienza del territorio.  Sono queste le basi da cui partire per trasformare in ricchezza e lavoro le opportunità offerte dal Pnrr. Ci conforta, a questo proposito, il fatto che nelle recenti visite a Genova sia il Presidente del Consiglio Mario Draghi sia il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani abbiano affrontato un tema sul quale la Cisl chiede da tempo chiarezza e certezze: il rapporto tra gli investimenti inseriti nel Pnrr e gli obiettivi di tutela dell’ambiente stabiliti dall’UE e dalla comunità internazionale. Anche in questo caso, vogliamo vederci chiaro, chiediamo che il sindacato sia coinvolto attivamente nella scelta dei percorsi da adottare".

INFRASTRUTTURE E PORTI 

"Quello delle infrastrutture, come tutti voi potete testimoniare, è un tema su cui la Cisl, senza l’ambizione di intestarsi primogeniture, è sempre stata in prima linea, talvolta in beata solitudine, a rivendicare l’urgenza di una svolta per uscire dall’isolamento. In questi anni abbiamo organizzato e promosso importanti iniziative che hanno contribuito ad alimentare un confronto costruttivo tra le parti in causa, facendo sentire la nostra voce. Penso al convegno nazionale dell’ottobre del 2018 proprio in questa sala piena fino all’ultimo posto, o all’iniziativa della Cisl ligure denominata “Vertenza Liguria” del dicembre 2018, davanti a oltre 700 delegati cislini giunti da tutta la regione. In questa occasione presentammo le nostre proposte al governo dell’epoca, allegando un dettagliatissimo dossier che metteva in risalto le ricadute economiche e occupazionali che la realizzazione delle stesse avrebbero generato. E poi penso ancora al convegno che Cisl Liguria, insieme alla Filca della Liguria ha celebrato lo scorso 29 ottobre sul tema delle infrastrutture sostenibili e della rigenerazione urbana, con la presenza, tra gli altri, del segretario generale Luigi Sbarra e di tutti gli interlocutori del mondo delle imprese e delle istituzioni. Del resto, gli interventi di cui il territorio ha bisogno per uscire dall’isolamento e recuperare le opportunità di crescita perse negli ultimi tre decenni sono davvero tanti. E questo, è bene sottolinearlo, a prescindere dal Pnrr. Proverò a riassumerli, partendo da quella che da urgenza è diventata emergenza: l’ammodernamento di una rete autostradale che giorno dopo giorno sta dimostrando la sua inadeguatezza, mettendo a repentaglio sia la competitività della regione in termini turistici, portuali e industriali, sia la sicurezza di chi la percorre. Da questo punto di vista, continuare a ritardare l’apertura dei cantieri della gronda, sparita di nuovo da tutti i radar, è a dir poco irresponsabile. E questo nuoce anche all’edilizia, un settore anticiclico che in Liguria, in quest’ultimo anno, ha dato importanti segnali di ripresa occupazionali.

In questa simbolica scala delle priorità, è inevitabile collocare al secondo posto la questione ferroviaria. Raddoppio dei binari a ponente, ultimazione del nodo genovese, completamento dei lavori del Terzo Valico, realizzazione della linea Pontremolese e potenziamento del trasporto locale in un mondo normale sarebbero ovvietà non degne di essere citate in un congresso sindacale. Siamo costretti, invece, a ribadirne ancora oggi l’importanza strategica e a sollecitarne l’attuazione.

La terza priorità, strettamente legata alle prime due, è quella della competitività dei nostri porti, che proprio dalla qualità delle infrastrutture dipende. Oggi gli scali di Vado Ligure, Savona, Genova e La Spezia rappresentano il principale e più ricco sistema portuale italiano anche in termini occupazionali. Un primato di cui siamo tutti orgogliosi e che vorremmo continuare a celebrare. Le attività del porto di Genova, da sole, occupano 54.000 persone in Liguria, 22.000 in Lombardia, 13.000 in Piemonte, 5.600 in Toscana e 5.100 in Veneto: parliamo, a tutti gli effetti, della prima industria del territorio e di una delle più influenti del Nord del Paese. Un’industria destinata nella migliore delle ipotesi a non crescere se non adeguatamente supportata da strade, autostrade e ferrovie efficienti, sicure, affidabili.  Non possiamo parlare di sviluppo se alla merce non è consentito arrivare e partire con puntualità dalle nostre banchine. E non possiamo immaginare di mantenere la leadership nel settore crocieristico se i turisti faticano a raggiungere i nostri porti: oggi anche un semplice spostamento da Milano a Genova, o da Torino a Savona, può diventare un’odissea. Non abbiamo più tempo da perdere: il mondo intorno a noi viaggia a velocità decisamente più forte della nostra. Importanti hub portuali come Valencia, Barcellona, Marsiglia sono già entrati in una dimensione fatta di interconnessioni, multimodalità, alta velocità ferroviaria, separazione del traffico merci da quello passeggeri. Un mix di sviluppo e sostenibilità ambientale che, come ricordavo parlando dell’attuazione del Pnrr, rappresenta la più importante e difficile sfida che ci accompagnerà nei prossimi anni.

Diventa di importanza vitale, in un contesto del genere, procedere alla realizzazione di quelle opere che la comunità portuale ligure e l’economia ad essa correlata attende da anni. Mi riferisco alla nuova diga foranea del bacino genovese, opera propedeutica all’arrivo delle portacontainer di nuova generazione; al completamento della nuova area portuale-logistica di Vado Ligure; al recupero delle infrastrutture del bacino storico genovese, da Ponte Parodi all’edificio Hennebique; al rilancio e consolidamento delle attività commerciali e turistiche del porto della Spezia, che è una delle realtà più dinamiche sullo scenario mediterraneo; al ripensamento delle attività portuali in chiave ecosostenibile, attraverso l’adozione di quelle tecnologie, che già esistono, in grado di abbattere l’inquinamento e ristabilire in questo modo un giusto equilibrio tra i porti e le aree urbane retrostanti. In un territorio naturalmente votato alla competizione internazionale, e alimentato da economie che si sostengono a vicenda, deve trovare la sua dimensione anche un piano di sviluppo che riguardi le attività aeroportuali e delle riparazioni navali. Se ben si guarda, è un gioco di impegni a cavallo fra l’esistente e il futuro ed è per questa ragione che non possiamo certo dimenticare le vertenze aperte per la salvaguardia del patrimonio industriale, che negli anni ha reso Genova e la Liguria protagoniste dell’economia italiana ed europea. Né si possono lasciare nel dimenticatoio gli investimenti per realizzare nuovi impianti per i rifiuti, e quelli che sono assolutamente necessari per rendere migliore e più efficiente la pubblica amministrazione.  Per tutte queste ragioni oggi, la struttura dell’impresa richiede partecipazione integrale del lavoro, in tutte le sue modalità e in tutti i suoi spazi vitali, compresa la partecipazione di chi lavora alla governance aziendale.Un auspicio a parte merita un’altra questione di “casa nostra”, non meno importante delle altre: la necessità di individuare spazi dignitosi destinati alle migliaia di persone che lavorano nel settore della logistica. Uomini e donne che, ai disagi provocati da una rete autostradale vetusta, malata, vedono spesso aggiungersi l’impossibilità di lavorare in condizioni decorose. Le immagini di centinaia di autisti di camion in caotica attesa di varcare gli ingressi dei terminal non rendono onore a una regione che annovera una portualità così importante. È un appello che rivolgiamo alle amministrazioni locali, alle Autorità e agli imprenditori portuali: non dimenticate di ascoltare la voce di queste persone".

COMMERCIO 

"A proposito di persone, sono tante quelle impiegate nel commercio. Faccio un ragionamento da sindacalista e contemporaneamente da consumatore come siamo tutti. Negli ultimi anni abbiamo assistito al’ascesa del commercio online. Come possono le nostre aziende reggere il confronto con colossi internazionali che non competono sul mercato con le stesse regole? Non sono assoggettati alla nostra fiscalità, hanno spese ridottissime, non dispongono di punti vendita fisici (e di conseguenza di alcun costo) e sono perfettamente organizzati anche sotto il profilo logistico (l’ultima novità è Amazon Locker che tra poco farà venir meno anche la logistica perchè anzichè recapitare il pacco a casa viene lasciato in un unico punto di raccolta). Secondo noi, serve un intervento normativo ad hoc perchè questa è una concorrenza impari nei confronti delle nostre imprese e di chi ci lavora. Oggi anche i grandi gruppi della Distribuzione Moderna Organizzata hanno invertito la rotta e invece di aggredire il mercato ed occupare tutti gli spazi come facevano fino a qualche anno fa, oggi, anche in Liguria, assottigliano la loro presenza, terziarizzano, chiudono punti vendita, sottraendo servizi al territorio e infine desertificandolo. Sarà sempre più così. In questo modo viene meno anche quel ruolo di camera di compensazione che il settore ha svolto egregiamente nei decenni precedenti, assorbendo la riduzione degli occupati di altri settori".

TURISMO E BANCA CARIGE 

"Non semplice è anche la situazione del turismo. Sempre per effetto delle varie misure prese negli ultimi due anni a causa del Covid, il settore si è prima paralizzato, poi ha ripreso nell’estate, con tutti i limiti del caso, per poi fermarsi nuovamente con la quarta ondata.  Per ritornare ai livelli pre covid, dove il nostro turismo andava a “gonfie vele”, serve “un piano industriale per il turismo ligure” e servono più investimenti per agganciare immediatamente la ripartenza e fare della Liguria il posto dove non si possa evitare di venire.  Il “Patto per il turismo“ praticamente un atto unico in Italia, che è un mix di incentivi al lavoro, formazione e politiche attive che abbiamo voluto con forza e sottoscritto insieme a Cgil e Uil con la Regione, deve diventare un pilastro di questo rilancio che tutti noi auspichiamo, arricchendosi però di nuovi strumenti mirati a contrastare le difficoltà del momento. Fra questi strumenti può esserci un sano sistema creditizio, quindi non possiamo che apprezzare la soluzione che si è trovata per la sopravvivenza e il rilancio della Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, importante e storico presidio che da sempre ha sostenuto e protetto l’economia, i risparmi e il benessere dei liguri.  Dopo otto anni di timori per il futuro della banca e declino occupazionale, oggi per Carige sembra aprirsi un nuovo orizzonte. Prendiamo atto delle rassicurazioni che sono già arrivate, in questo senso, dai vertici di Bper, convinti del fatto che il legame della banca al territorio debba essere alla base del piano del nuovo socio".

CONCLUSIONI

"Vado a concludere questa mia relazione e mi rivolgo a tutti quelli che hanno avuto la gentilezza e la pazienza di ascoltarmi. Colgo l’occasione per dire:

AL MONDO DELLE IMPRESE

"Dobbiamo intensificare ancor di più il dialogo e le relazioni industriali, moltiplicare intese e accordi che portino a soddisfare i bisogni emergenti e mutevoli del mondo del lavoro e delle imprese, valorizzando il capitale umano, con il comune obiettivo di rilanciare la crescita e lo sviluppo della Liguria. Voglio ricordare quello che avvenne dopo il crollo del ponte Morandi che si è portato via 43 vite, che ha spezzato la regione in due e ha segnato duramente l’anima e il cuore dei genovesi. In quei frangenti tutte le forze sane della città e della regione, le rappresentanze sociali ed economiche hanno dato esempio di unità con le nostre istituzioni e questo ci ha permesso di ottenere risorse e strumenti per una rapida costruzione del nuovo viadotto. Ora dobbiamo fare un salto di qualità, ed essere altrettanto capaci di scoprire il gusto di dispiegare la stessa unità di intenti e di azione, una sorta di “modello Genova permanente” da spendere anche nelle fasi di crescita e di nuove opportunità e non solo nelle fasi emergenziali". 

ALLE ISTITUZIONI

"Con la Regione abbiamo realizzato molti accordi (li potete trovare in cartellina), l’ultimo in ordine di tempo quello del dicembre scorso per alleggerire l’Irpef regionale alle famiglie con figli. Questo accordo come diversi altri sono frutto di una certa sintonia sotto il profilo sociale, che è giusto e ci fa piacere riconoscere, e quando ci sono dei tentennamenti (come nel caso del protocollo sugli appalti che è oggetto di trattativa da più di due anni) giova allo scopo ricordare che noi mettiamo sul piatto non l’interesse di pochi che hanno in mano forti leve economiche, ma di tanti che chiedono solo più dignità del lavoro e più giustizia sociale.  Ora dovremo gettare lo sguardo oltre il nostro mandato politico o sindacale perchè il Pnrr travalica le legislature, sedimenterà ulteriore debito e avrà ricadute importanti sui nostri territori e sulle nostre comunità e quindi necessita della partecipazione di tutti i livelli istituzionali, a partire dai comuni, che devono appropriarsi di un metodo concertativo a tutti i livelli, sia in fase progettuale che attuativa".

TOTI: SIAMO IN UN MOMENTO SIMILE AL BOOM ECONOMICO CHE SEGUÌ LA SECONDA GUERRA MONDIALE”

Una bella suggestione - ha commentato il presidente della Regione Giovanni Toti - ed è soprattutto quello che stiamo cercando di fare da molto tempo, trasformare in un modello di efficienza amministrativa, politica ed economica questa città e questa regione e in questo senso la spinta della Cisl va colta fino in fondo. Il Pnrr offre opportunità in un momento in cui si sommano opportunità a opportunità, la nuova programmazione dei fondi europei, il Pnrr appunto, la revisione della sanità, le grandi opere finanziate dal governo, l'arrivo dell'alta velocità ferroviaria insieme alla nuova diga. Questi sono solo i prerequisiti, poi dobbiamo saper cambiare noi stessi, le nostre dinamiche sociali per dare maggiore produttività al Paese e poter ripagare il debito accumulato durante la pandemia. Siamo in un momento molto simile al grande boom economico che seguì la nostra ultima grande guerra mondiale, dobbiamo essere all'altezza dei nostri genitori e dei nostri nonni, cogliere la sfida e saperla trasformare in un successo, credo che questi spunti ci fossero tutti nella relazione della Cisl, credo che si sia colto che oltre alle infrastrutture fisiche occorra cambiare la testa, i cuori e le regole delle nostre dinamiche sociali, ridare una spinta al Paese e spero che l'entusiasmo di questa sala ci aiuti”.

Redazione