"La Regione prende tempo: l’iter per l’avvio della costruzione del nuovo tempio crematorio a Staglieno non sarà sospeso, anzi. La Giunta, infatti, ha dichiarato che è sua intenzione attendere le valutazioni di un tavolo di lavoro. Francamente, apprendere che si voglia procedere con il progetto, che di fatto installerà un secondo (uno è già in funzione e verrebbe da dire che basta e avanza) forno crematorio in una zona densamente popolata e urbanizzata, ci lascia esterrefatti. Abbiamo ricordato all’assessore competente questo tipo di impianti viene catalogato nella classe più pericolosa".
Così, il consigliere regionale del M5S Paolo Ugolini, a margine dell’interrogazione depositata per sapere con quali tempistiche Regione intenda colmare le lacune di disciplina della programmazione e gestione dei forni crematori di competenza regionale; e se, nelle more dell’approvazione della disciplina, intende predisporre un provvedimento di sospensione di ogni realizzazione di impianti, come quello in oggetto, nel territorio regionale.
"I forni – continua Ugolini - producono inquinanti atmosferici come polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti, così come emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie delle salme), zinco (specialmente nel caso della cremazione di tombe estumulate), diossine-furani e IPA. Oltre agli impatti sulla qualità dell’aria, ci sono poi quelli relativi alla produzione di rifiuti (alcuni dei quali pericolosi) connessi all’incenerimento della salma. Durante i processi di incenerimento e abbattimento degli inquinanti presenti nei fumi, vengono prodotti rifiuti speciali che vanno smaltiti in discariche autorizzate: sono polveri, fanghi, filtri, reagenti e altri rifiuti derivanti dalla depurazione dei fumi; e materie solide che restano nell’interno delle camere di combustione e che possono da queste essere evacuate".
"Riteniamo che la prima cosa da fare sia sospendere il progetto in attesa di una puntuale e credibile valutazione dell’impatto che il nuovo tempio potrebbe avere sul territorio. Il contrario, che risponde più o meno al “chi vivrà, vedrà”, ci sembra irresponsabile. Soprattutto alla luce del fatto che Regione Liguria non si è ancora dotata di un Piano Regionale di Coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei Comuni, strumento peraltro vitale poiché, prevedendo di norma la realizzazione di almeno un crematorio per Regione (art.6 Legge 130/2001), esso deve tenere conto della popolazione residente, dell’indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale", conclude Ugolini.