/ Attualità

Attualità | 07 aprile 2022, 11:45

Antonella Malvezzo e il ‘romanzo del Cep’: una toccante storia di quartiere

L’insegnante, che vive nel Ponente genovese, presenta domani a Sampierdarena, presso il Centro Civico Buranello, il suo libro ‘‘Dall’asfalto alle stelle’, ambientato in quei luoghi a lei tanto cari

Antonella Malvezzo e il ‘romanzo del Cep’: una toccante storia di quartiere

Scrivere del proprio quartiere, dei luoghi della propria infanzia e della propria adolescenza, è uno dei fronti più difficili che ci siano. Per due motivi: perché si rischia di scadere nel troppo mieloso o nell’eccesso di amarcord, o in troppo personalismo; o perché, al contrario, si rischia di essere troppo severi, di dare un’immagine più negativa rispetto a quanto un posto non abbia effettivamente. Si rischia, insomma, di fotografare ogni cosa attraverso un punto di vista eccessivamente individuale.

Ma se la penna è quella di Antonella Malvezzo, tutto questo discorso non vale perché, anzi, l’autrice riesce a dare un’immagine del suo quartiere che è tanto potente quanto efficace, tanto piena d’affetto quanto acritica, e soprattutto pienamente condivisibile.

Qual è il quartiere di Antonella Malvezzo? È quello di Ca’ Nuova, conosciuto ai più come Cep, una sigla che sta per Case a Edilizia Popolare e che indentifica quella zona alle spalle di Palmaro e di Voltri, nel Ponente genovese, venuta su negli anni del boom industriale al pari di tante altre delegazioni collinari della ‘grande Genova’.

Ci sono un Cep ‘alto’ e un Cep ‘basso’ e quello in cui si concentra Antonella è, per la precisione, il Cep ‘basso’, ovvero la zona di via Cravasco, i primissimi palazzoni alle spalle di Villa De Mari, quella striscia di edifici tagliata in due dall’autostrada, dove un tempo ci si ritrovava intorno al mercato comunale e dove, a poco a poco, tanti servizi sono andati perduti, tanti esercizi commerciali hanno abbassato la saracinesca, tanta socialità si è perduta.

Non però nelle pagine di Antonella Malvezzo, che ambienta la sua azione verso la fine degli anni Novanta e a cavallo con il nuovo millennio: quando ancora queste strade brulicavano di persone, quando la vita era al di fuori del proprio poggiolo e sul marciapiede sono cresciute (tutto sommato bene, per la maggior parte) generazioni e generazioni di ragazze e di ragazzi.

Come nel caso di Ambra e Spada, i due protagonisti di ‘Dall’asfalto alle stelle’, il romanzo sentimentale (ma non solo) che Antonella Malvezzo ha pubblicato per i tipi dell’editore Dark Zone, in una bella veste editoriale, e che verrà presentato domani pomeriggio, venerdì 8 aprile, alle ore 17, presso la Civica Biblioteca ‘Gallino’ di Sampierdarena (Sala Blu). Insieme all’autrice interverranno Flora Cordone, responsabile della biblioteca ‘Margherita Ferro’ di via Cairoli a Genova, la psicologa e psicoterapeuta Ivana Sorrentino e l’assistente sociale Maria Neri. Organizzano l’Udi - Unione Donne in Italia e il Centro Civico Buranello, con il patrocinio del Municipio Centro Ovest. L’ingresso è libero.

Ci sono tanti spunti di riflessione, in ‘Dall’asfalto alle stelle’: perché se nasci e cresci in un quartiere popolare tutto finisce per incrociarsi con ciò che ti sta intorno. L’importante è che il grigio dei palazzi, che le giornate dove ‘il sole del buon Dio non dà i suoi raggi’ (anche perché molto spesso gli edifici sono adiacenti) non finiscano per contaminare l’anima e il cuore delle persone.

Ambra ce ne dà una bellissima testimonianza e l’altro aspetto importante di questo libro è che, senza alcun dubbio, poteva esser scritto solamente da una donna: per la sensibilità verso l’argomento, per l’impegno e la passione che ci sono stati messi, per il tocco lieve, la prosa scorrevole, l’attenzione al particolare, il fascino di certe descrizioni, come quella della scuola ‘Quasimodo’, un tempo simbolo del quartiere e oggi tristemente vuota.

Quando un quartiere popolare, e questo lo è, finisce sulle pagine di un libro, parte spesso l’operazione nostalgia: perché viene automatico pensare a come eravamo e a come siamo, viene spontaneo ripensare ai propri affetti, alle persone che non ci sono più, ai luoghi che erano così importanti per noi, viene naturale elencare le tante battaglie perse, con la consapevolezza, però, che altrettante si sono vinte o si possono ancora vincere.

D’altra parte l’impegno di Antonella Malvezzo sia come insegnante della scuola materna, e quindi come educatrice, sia come anima dei genitori della zona e come rappresentante dell’attivissimo e instancabile Comitato di via Cravasco, stanno lì a dimostrarlo.

Quello che non si potrà mai togliere a questi quartieri, anche quando è stato tolto il mare, è stata tolta l’aria, è stato tolto il sonno per via dei rumori autostradali, è il senso quasi primitivo e primordiale di essere una comunità, prima di tutto una comunità: con quell’orgoglio che ci fa camminare a testa alta, pur in mezzo al grigio. È la magia di luoghi come il Cep, è quella stessa magia che Antonella ha saputo narrare così efficacemente. Racconta che sin dall’età di nove anni avrebbe voluto fare la scrittrice. Poi, i casi della vita l’hanno portata altrove. Meno male che, però, il tempo per scrivere alla fine l’ha trovato. È stato e sarà un piacere per tutti. Non solamente al Cep. 

Alberto Bruzzone

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium