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Attualità | 13 maggio 2022, 11:15

Nuovi sentieri sul Monte Pezzulano (Avigliana)

A cura di Lodovico Marchisio con la collaborazione di Arnaldo Reviglio

La cima del Castello o Monte Pezzulano

La cima del Castello o Monte Pezzulano

Ad Avigliana all’imbocco della Val di Susa, a 25 km da Torino, sul monte Pezzulano (465 m) troviamo gli imponenti ruderi del castello di Avigliana, uno dei più antichi castelli del Piemonte, risalente al X secolo. Il maniero, attualmente diroccato, fu costruito nel 924 dal marchese di Torino Arduino il Glabro.

Di mole possente e con torri, si sviluppò facilmente grazie alla sua posizione (era l'ultimo baluardo prima di Torino per chi proveniva dalla Francia) subendo nei secoli numerose distruzioni e saccheggi. Nel corso di tre secoli la funzione del castello si affermò definitivamente come uno dei principali centri di comando della contea, creando le condizioni per una rivoluzione urbanistica e insediativa ai piedi della collina su cui sorgeva. Nell'XI secolo castello e villaggio dovevano costituire un’elementare struttura insediativa: un'altura fortificata con adiacente l'insediamento più antico, disposto a schiera lungo la Via Francigena (Strada Antica di Francia) che scorreva lungo la base settentrionale della protuberanza rocciosa del Monte Pezzulano. Dopo il XV secolo e fino alla sua distruzione il castello, finito il periodo dei fasti della corte dei Savoia, assunse prevalentemente la funzione di fortezza.

Numerose volte distrutto e sempre riedificato (l'ultima volta da Amedeo di Castellamonte nel 1655), il castello fu distrutto con l'uso delle mine per l'ultima volta dalle truppe francesi del maresciallo Catinat nel maggio del 1691. Non ebbe più modo di essere ricostruito a causa della mutata situazione strategica della zona con la costruzione dei nuovi forti sabaudi della Brunetta di Susa nel 1708 (abbattuto poi a fine Settecento) e del Forte di Exilles.

Attualmente possiamo solamente ammirarne le rovine, in fase di costante ripristino e di restauro conservativo grazie all’amministrazione comunale, agli ecovolontari, all’A.N.A. (Associazione Nazionale Alpini) - gruppo rocciatori e alle associazioni archeologiche del territorio.

Ha sempre però mantenuto negli anni un’importanza non solo storica ma anche paesaggistica e ora anche escursionistica, come nel convegno nazionale del GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna), prestigiosa accademia di arte e cultura alpina, svoltosi nei giorni 6, 7, 8 giugno 2014, quando in tale occasione furono collocate sulla sua cima, da parte del Comune, tre tavole d’orientamento indicanti i monumenti storici più significativi di Avigliana e le montagne dell’arco alpino visibili a 360 gradi dalla cima.

Nell’autunno 2021 c'è stata la posa della segnaletica sui sentieri del Castello (in pratica il sentiero 501 – che da Piazza Conte Rosso ai Mareschi è anche denominato CAI 150 con la variante 501 A variante del Castello, il 501 B variante del Lago Grande e i sentieri circolari con raccordi vari), su sentieri esistenti, alcuni dei quali non ancora sufficientemente valorizzati. Quest’encomiabile lavoro ha contribuito a ottimizzare il rilievo nel suo complesso. Descriviamo in sintesi i 4 sentieri, tra i molti raccordi possibili, più significativi per raggiungere la cima.

Nuovi sentieri attorno al Castello di Avigliana 

N. 1 - Sentiero Turistico - Si accede da Piazza Conte Rosso (con numerose emergenze storiche fra le quali il Palazzo Municipale) proseguendo per Via Norberto Rosa e parcheggiando l’auto alla “Rotonda del Castello”. Da qui si segue o la strada in terra battuta di servizio, chiusa al traffico, o una piacevole scalinata che porta sotto a dei lampioni, a sinistra dei quali si notano caratteristici cipressi eretti su una piana erbosa che ricordava i Caduti in guerra (il Parco della Rimembranza è stato trasferito presso il cimitero comunale).

Proseguendo per la stradina principale si perviene sotto le mura del Castello, ove sulla destra appare ben visibile il cartello d’uscita del “Sentiero Attrezzato” (vedi it. n. 4). Da qui, o proseguendo sulla strada in terra battuta di servizio, chiusa al traffico, o per una seconda piacevole scalinata posta a sinistra, si raggiunge la sommità del Monte Pezzulano (ruderi del Castello).

Ore 0,20 dall’auto. In questi tratti possiamo notare i recenti lavori degli “Ecovolontari” che han messo in luce bastioni, mura di sostegno, cisterne, etc.

N. 2 - Sentiero Circolare Basso - dal parcheggio dell’itinerario precedente si raggiunge con lo stesso percorso il prato, già ricordo dei Caduti, dove si nota a sinistra il cartello “Sentieri Circolari del Castello” che dopo un po’ di percorso pianeggiante si biforca in due (vedi it. 3 per il “Circolare alto”). In discesa, intrapresa la deviazione di sinistra (Circolare basso), si notano i tanti lavori svolti, (cartelli indicatori, pulizia e ampliamento dei sentieri).

Seguendo evidenti segni gialli (sono così indicati tutti i sentieri circolari e quelli di raccordo, non gli accatastati) e dopo essere scesi di 3 tornanti si riprende a salire su facili roccette con ampie svolte e portandosi così ad attraversare il sentiero CAI 150 (qui TOS501A, a poca distanza dal tratto attrezzato sulla base nord ovest del Pezzulano). Proseguendo invece di fronte (sempre seguendo la segnaletica gialla e successivamente svoltando a destra) si raggiunge il percorso del n. 1 nei pressi del prato coi cipressi e se si desidera da qui si può agevolmente salire in cima (ore 0,40).

Sul passaggio esposto del Sentiero Circolare alto (it. 3)

N. 3 - Sentiero Circolare Alto – come con il precedente it. si raggiunge la zona prativa già ricordo dei Caduti dove si nota a sinistra il cartello “Sentieri Circolari del Castello”. Dopo un breve tratto di percorso pianeggiante, come già evidenziato, si prende la biforcazione a destra seguendo il cartello con la scritta “difficoltoso con segnale di pericolo”. Questa panoramica variante non ha nulla d’insuperabile e il cartello riportante quest’avvertimento è solo a scopo cautelativo perché se mai c’inoltrassimo con persone sofferenti di vertigini è consigliabile assicurare i predetti con uno “spezzoncino” di corda.

Dopo un primo tratto su facili e divertenti roccette (sempre segni gialli) si deve superare uno scalino roccioso che porta al delicato ed esposto traverso ben ripulito che comunque è abbastanza largo da percorrerlo agevolmente. Di qui si può raggiungere, tramite un sentiero di collegamento, il punto panoramico “Le Tartarughe” così denominato per la forma delle rocce. Dopo un tratto in leggera discesa si prosegue su un traverso pianeggiante che va a incrociarsi all’it. precedente dal quale per lo stesso percorso del n. 2 si raggiunge la cima (ore 0,30).

Sulla brevissima via ferrata

N. 4 - Sentiero Attrezzato – La partenza è da Via Monte Pirchiriano angolo Via Ferruccio Gallo, parcheggiando l’auto nel piccolo spiazzo retrostante agli edifici di proprietà dell’ASL (RSA Don Menzio e Villa San Giuseppe). S’inizia il percorso imboccando (alla base della salita e vicina Via Piave) Via Ortigara che dopo alcune case si restringe in un ampio viottolo incastonato tra muretti a secco raggiungendo il colletto del “Culaté”. Si volta a destra (cartello indicatore) sulla variante TOS501A del “Sentiero CAI 150”. Si sale nel bosco sul sentiero che porta al tratto attrezzato segnalato, sempre per cautela affinché non s’inoltrino degli inesperti, con la scritta EEA perché attrezzato per quasi 5 metri con cavo e scalini tipici di una “Via Ferrata”. Superato tale tratto, un traverso leggermente esposto (non protetto), riconduce nel bosco e per una ripida traccia che va a incrociare gli it. 2 e 3 (i circolari), evitandoli, si sale ripidamente al piazzale dove vi è il cartello d’uscita dal quale con l’ultimo tratto dell’it. 1, si raggiunge la cima (ore 0,40).

Il tratto attrezzato è stato costruito nella prima metà di maggio 2013, con il contributo della Città di Avigliana e la collaborazione delle Guide Alpine Valsusine. Il tratto attrezzato è alto circa 5 m e consta di 20 m di cavo metallico zincato da 12 mml per corrimano, morsetti a cavalletto da 12 mml per il fissaggio della fune negli appositi ancoraggi, dieci gradini di ferro a tondini zincati con diametro di 18 mml, otto ancoraggi per fissaggio al cavo metallico (corrimano alla roccia), il tutto fissato con della resina permanente.

Gli scalini sono stati applicati alla distanza di 35 cm l’uno dall’altro per facilitare il percorso della stessa, anche ai bambini. L’inaugurazione di tale sentiero è avvenuta come sopra indicato nel 2013, in occasione di un evento di tre giorni per il centocinquantesimo anniversario di fondazione del CAI, organizzato dal Comune di Avigliana, con il contributo del Gruppo Regionale del CAI Piemonte e l’indefesso lavoro delle Commissioni Interregionali Tutela Ambiente Montano e Comitato Scientifico del CAI, Gruppi Intersezionale e Interregionale e sottosezioni del CAI di Avigliana e del CAI GEB (Gruppo Escursionisti Bancari del CAI Sezione di Torino).

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