Attualità - 14 maggio 2022, 09:30

Piccoli concerti post pandemia: una possibilità o un affronto?

Un concerto improvvisato, l'idea di libertà, i limiti che ancora abbiamo in testa dopo la pandemia: una riflessione su come stiamo tornando alla "normalità"

In una serata genovese come tante altre, in centro storico in piazza Matteotti, ci si è trovati di fronte ad uno spettacolo unico e raro, anzi rarissimo. Un trio di musicisti suonano dal vivo senza alcuna richiesta se non quella di allietare e alleggerire una serata primaverile per i genovesi. La band è guidata dal giovane Rodolfo Bignardi, con Daniele al basso e Francesco alla batteria. Avvicinandosi ai piedi della chiesa del Gesù, si può ascoltare un rock movimentato, che richiama Jimi Hendrix, i Red Hot Chili Peppers, ma anche un sound più "soft" come lo chiama lo stesso Rodolfo:  Bruno Mars o i Tears for Fears. Bravissimi senza dubbio alcuno.

È stato incredibile come la band sia riuscita a trascinare In brevissimo tempo tutti gli ascoltatori in uno spazio diverso e di creare qualcosa che ultimamente, a mio parere, ci stiamo dimenticando: stare insieme attraverso la musica in questo caso, crea libertà ma soprattutto verità. In quel momento, la ragazza che balla abbandonando la giacca per terra per farsi trascinare dal ritmo è accolta come "spirito libero" da Rodolfo: chissà se in altre condizioni sarebbe stata etichettata in questo modo. I signori poi che per lasciare la loro offerta al gruppo, lo hanno fatto a passo di danza di fronte a tutti, sono apprezzati, guardati con piacere, chissà se sarebbe stato così facile in un altro momento. Persino un signore sofferente, molto ubriaco e in difficoltà, in quel momento è accolto e reso parte: Rodolfo parla anche di lui e con lui, al microfono.

Ci si è ritrovati in massa tutti attorno ad ascoltare, cantare, ballare tutti i brani proposti con un entusiasmo sentito. È uno spazio libero, dove pian piano ciascuno sembra potersi concedere di mostrare un pezzettino vero di se stesso in modo più immediato e senza filtri, la musica forse fa anche questo.

Si è creata inclusione, si è tutti parte e tutti alla pari. Questi sono i momenti in cui sembra che la pandemia si sia veramente ritirata, in cui sembra che si possa tornare a pensare che il contatto, che l'altro, non sia un male o un rischio per noi.

Ad un certo punto però, sulle note di "Moondance" di Michael Bublé, la Polizia Municipale entra a far parte di questo gruppo e pian piano il sogno viene infranto. Si è capito che forse non siamo ancora pronti per ritornare davvero a stare insieme: i vigili hanno ricevuto talmente tante chiamate dalle persone della zona, disturbate da un tale rumore, che sono necessariamente dovuti intervenire. 

Sono le 23.30 circa, il concerto viene bloccato improvvisamente e tutti noi che abbiamo il sorriso stampato in faccia felici di quella libertà e quella sintonia così ricavata e goduta, dobbiamo abbandonare il campo. I ragazzi della band si sono scusati e delusi hanno rimesso i loro strumenti nelle custodie con la calma di chi rimane incredulo di fronte a un rifiuto così forte.

C'è da chiedersi se forse non siamo noi stessi alle volte a limitarci, a chiuderci, a ridurre al minimo la libera espressione, per poi lamentarci, oppure  non riusciamo semplicemente ad avere fiducia che gli altri, che portino musica o qualunque altra loro caratteristica, possano essere una possibilità preziosa. 

Questo è l'esito della pandemia o un refrattario pensiero comune?

(Rodolfo Bignardi è riuscito comunque a comunicare che questa sera, sempre in piazza Matteotti, avrà luogo un altro concerto. 

Ci si riprova.

Tutti invitati.)

www.cristinafregara.it

Cristina Fregara