Attualità - 25 maggio 2022, 08:01

"Giù le mani dal Buridda", il mondo accademico si mobilita per il laboratorio. Tra i firmatari della petizione anche Zerocalcare

Le voci di un possibile sgombero del Buridda da parte dell'Università di Genova hanno fatto scattare la mobilitazione di studenti e ricercatori. Tra i firmatari della petizione anche il fumettista Zerocalcare

C'è anche Zerocalcare tra i firmatari della petizione on line apparsa sul sito del laboratorio sociale Buridda.

Nelle scorse ore è circolata la notizia di un possibile sgombero da parte dell'Università di Genova per far posto a una casa dello studente e questo ha scatenato subito la mobilitazione di studenti, docenti ricercatori e precari dell'ateneo genovese e di altri.

"Giù le mani dal Buridda, giù le mani dalla cultura alternativa" è il grido degli studenti che chiedono e sottolineano l'importanza di spazi dedicati alla cultura alternativa e di autogestione che, negli anni, sono diventati un vero e proprio punto di riferimento della comunità tutta.

Sul sito del Buridda si legge: "Da molti decenni in questa città, come ovunque in Italia, esistono spazi liberi e autogestiti, nei quali vengono create forme di società e cultura alternativa.

Spazi dove mettere il valore del sapere al primo posto, dove confrontarsi e ritrovarsi, sconfiggere l’ignoranza e l’apatia e provare a capire i meccanismi del mondo al fine di sviluppare la vera libertà.

Spazi che permettono la sperimentazione di nuove pratiche di partecipazione e di protagonismo sociale, di welfare solidale, di cultura e creatività artistica.

Il Laboratorio Sociale Occupato Autogestito Buridda è stato ed è protagonista di questo movimento, con le sue campagne politiche e sociali, con i tanti laboratori artistici e culturali che lo abitano, creando una esperienza innovativa, nelle forme e nei contenuti, di grande rilevanza.

Dopo lo sgombero del 2014 dall’ex facoltà di economia e commercio di Via Bertani 1 (ancora oggi in stato di totale abbandono e degrado) migliaia di persone, ritrovatesi in piazza dopo soli 10 giorni, rioccuparono un altro stabile di proprietà dell’università, anch’esso abbandonato da quasi vent’anni: l’ex magistero di Corso Monte Grappa 39.

Molte di quelle persone e delle energie che animarono quei giorni, e animano tutt’ora il laboratorio sociale, provengono dal mondo accademico genovese (e non solo): docent*, ricercator*, precar*, student*".

 

L'avvio della fase progettuale per la costruzione di una casa dello studente negli spazi che attualmente sono occupati dal laboratorio sociale, per chi quel laboratorio lo frequenta e lo vive tutti i giorni, sono uno sgombero effettivo e torna a serpeggiare la paura che la mossa sia un pretesto politico, riportando alla cronaca le vicende di via Bertani.

 

"Molt* student* - si legge ancora - frequentano questi spazi e molte iniziative culturali delle varie facoltà hanno trovato ospitalità in questi luoghi: diverse ricerche sulle culture giovanili, sulla precarietà, sull’arte e sugli spazi urbani sono nate e si sono sviluppate a partire da qui.

Alcun* docenti sono stat* garanti della nascita, nel 2011, di un’associazione per la promozione degli spazi sociali, presieduta da Andrea Gallo, con l’obiettivo di creare un percorso di dialogo fra il Comune e le realtà autogestite. Tale dialogo si è progressivamente inaridito ed estinto definitivamente.

Come student*, docenti ricercatrici/ricercatori e precar* della ricerca dell’Università di Genova e di altri enti, riteniamo che la chiusura del Laboratorio Sociale Occupato Autogestito Buridda colpisca in primo luogo la possibilità di creare ed esprimere un’altra idea di città, e intendiamo rilanciare il dibattito sulla necessità e l’importanza di luoghi sociali e culturali autogestiti.

In tal senso vogliamo portare all’interno dello spazio eventi di rilevanza nazionale ed internazionale per mettere ulteriormente l’accento sul bisogno cui questi luoghi rispondono quotidianamente".


Redazione