Politica - 09 giugno 2022, 13:41

Il Comitato di Certosa va in Procura e presenta un esposto sui lavori dell’ex parco ferroviario del Campasso

La richiesta è di verificare se i lavori sono avvenuti previa valutazione di impatto ambientale. Il ricorso alla giustizia è un ulteriore atto di protesta contro i disagi e il tracciato della strada ferrata

Il Comitato di Certosa va in Procura e presenta un esposto sui lavori dell’ex parco ferroviario del Campasso

Il Comitato Liberi Cittadini di Certosa alza il tiro e va in Procura. Ennesimo atto della protesta ormai di lunga data e sempre molto dura e convinta contro i cantieri ferroviari, non tanto per la loro funzione quanto, piuttosto, per l’invasività che hanno in zona, a detta degli abitanti che hanno manifestato in passato, anche in piazza, per il loro disagio. Il Comitato ha infatti presentato un esposto ai magistrati genovesi, chiedendo una verifica sui lavori all’ex parco ferroviario del Campasso. Cantiere allestito al fine di riordinare l’area e predisporla per l’insediamento del nuovo parco ferroviario, dotato di otto binari, più uno, per le merci considerate pericolose. Progetto previsto all’interno del progetto unico del Terzo Valico e linea merci porto storico (ex bivio Santa Limbania), Sampierdarena, Campasso, Certosa, Rivarolo e Bivio Fegino.

A rendere noto il ricorso alla Giustizia è stato lo stesso Comitato, usando i social ma anche con una serie di mail dirette a popolazione e a chi è interessato alla questione. “Su quest’area - spiega uno scritto a firma del presidente del Comitato di Certosa, Enrico D’Agostino - sono state investite risorse economiche rilevanti per la sistemazione di materiale, di sub-ballast, stesi teloni impermeabili, coperti con smarino e predisposte canalette e tombinature, mentre sulla parte relativa all’impalcato ferroviario che affianca via Canepari e Rossini, sono stati rimossi e sostituiti dei ponti, per un investimento intorno ai 16 milioni di euro”.

Secondo gli abitanti della zona, rappresentati dallo stesso Comitato, quanto sopra sarebbe avvenuto “in assenza della Valutazione di Impatto Ambientale, la Via, chiesta dalla Regione Liguria alle Ferrovie per poter portare avanti il Progetto del cosiddetto ultimo miglio, all’interno del quale sono previsti a nostro avviso i lavori in atto”.

Il Comitato spiega che il serio passo di recarsi in Tribunale è stato deciso non senza parecchia riflessione e, sottolineano, “dopo aver più volte chiesto incontri a tutti i livelli con i soggetti titolati a fornire risposte, non avendone ricevute”.

Da qui, indicano, “ci siamo trovati costretti, per chiarezza e trasparenza nei confronti dei residenti e per tutelare l’investimento di denaro pubblico a rivolgerci alla magistratura, che deciderà come e se intervenire”.

Ma la richiesta di indagini deriva dal timore della gente del posto che, “una parte di osservazioni depositate in Regione sul Progetto, contengano criticità legate all’area del Campasso, attraversata da corsi d’acqua la cui tombinatura debba essere riverificata”.

Esposto inteso dal Comitato quasi come dovere verso i residenti. Che, dice il documento, “hanno sempre monitorato i lavori in atto”. Con dedica particolare a una figura simbolo della tutela del quartiere: Emilio Scappini, una della anime del Comitato, scomparso, una sentinella per la lotta dei Certosa. Onore che la gente del quartiere gli tributa allegando all’esposto proprio le foto scattate da lui.

E intanto il Comitato fa sapere di restare sempre in attesa di risposte da parte delle Ferrovie sulle osservazioni presentate da enti locali e associazioni simili a quella dei Liberi Cittadini di Certosa su progetti alternativi e interventi a tutela e salvaguardia di sicurezza e salute dei cittadini. Tanto più, rileva il Comitato, che il termine per le risposte scadeva a 60 giorni dal termine dato dalla Regione alle Ferrovie sul progetto ex Bivio S. Limbania, Sampierdarena, Campasso, Certosa, Rivarolo, Bivio Fegino, scaduto lo scorso primo giugno.

Dino Frambati


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