Attualità - 21 giugno 2022, 18:27

Pra’, raccolte oltre cento firme per salvare una sezione dell’asilo

Petizione di mamme e papà, nonne e nonni degli iscritti alla scuola materna ‘Emma Valle’, perché le maestre non vengano divise e perché bambine e bambini non siano penalizzati. Ma per ora non è arrivata alcuna risposta al loro appello

Si sono messi insieme, mamme e papà, nonne e nonni, della delegazione ma non solo, per dire un secco no alla chiusura di una sezione dell’asilo di Pra’. Nei giorni scorsi una petizione contenente oltre cento firme è stata recapitata, via posta elettronica, presso gli uffici del Comune di Genova. Una lettera carica di buone intenzioni e scritta con il cuore in mano, per chiedere che la ‘Emma Valle’, una delle migliori scuole materne non solo di Pra’ ma di tutto il Ponente genovese, non venga toccata, che rimangano attive, operative e soprattutto vitali e animate tutte le sezioni, e perché venga mantenuto inalterato il corpo docenti, pure esso considerato di assoluta eccellenza. 

La missiva inviata alla civica amministrazione muove dal fatto che qualche settimana fa alle famiglie di bambine e bambini frequentanti una delle sezioni della ‘Emma Valle’ la dirigenza scolastica ha comunicato che non si potrà più andare avanti il prossimo anno, che i numeri sono risicati, che le maestre saranno divise e che chi rimane verrà spalmato sulle altre sezioni.

È stata una botta, per mamme e papà: l’hanno presa molto male e ora stanno facendo di tutto per far tornare il Comune di Genova sui propri passi, visto che la ‘Emma Valle’ è inserita all’interno del circuito delle scuole materne comunali. Peccato che alla lettera-petizione con oltre cento firme non sia stata data risposta ad alcun livello: né il dirigente comunale Guido Gandino, né l’ex assessore alle Politiche Scolastiche, Barbara Grosso, né il sindaco di Genova, Marco Bucci, pure lui informato della situazione.

Il problema è più complicato del solito perché siamo nel periodo della ‘vacatio’ tra una giunta e l’altra, ma l’aspetto da stigmatizzare è che nessuno vuole prendersi la responsabilità, nessuno vuole né aprire uno spiraglio né scrivere la parola fine, con il risultato che le famiglie vengono tenute nel limbo, le maestre pure, i bambini altrettanto e a rimetterci è l’intero sistema scolastico. Sarà sempre così, fin tanto che le politiche scolastiche continueranno a essere fatte con la calcolatrice e non in base alla capillarità dei servizi al cittadino, alla qualità dell’offerta didattica, al rispetto delle lavoratrici e dei lavoratori, oltre che della loro professionalità.

Perché nessuno risponde a una petizione con oltre cento firme? Perché non viene risposto alle numerose istanze portate avanti dai sindacati della Funzione Pubblica? Si è forse già deciso di tagliare e si aspetta che sia il rinnovato fronte politico a darne la comunicazione definitiva? Pare una posizione quanto meno ponziopilatesca, a fronte di famiglie che hanno tutto il diritto, tutto il sacrosanto diritto di sapere che cosa succederà a settembre.

Il caso della chiusura di una sezione della ‘Emma Valle’ si ripete anche per una sezione della materna ‘Il Camoscio’ di viale Centurione Bracelli a Marassi e per una sezione della materna ‘San Fruttuoso’ di piazza Manzoni a San Fruttuoso. Tre sezioni: parliamo di numeri assolutamente gestibili, quindi perché andare a toccare? Perché non lasciare tutto così? Perché non prendere in considerazione come sono stati gli ultimi due anni? Perché non dimostrare di aver in minima parte appreso la lezione del Covid?

Sono i temi che gli oltre cento firmatari per il salvataggio della sezione della ‘Emma Valle’ hanno toccato nella loro missiva: si erano impegnati a non divulgarla all’esterno ma, in assenza di risposte, lo hanno fatto, per lo meno così riusciranno a farsi sentire un po’ di più.

“Purtroppo - si legge - è stato deciso di chiudere una delle sezioni della nostra scuola, dato che non sembra possibile mantenere la struttura attuale a causa del calo di iscrizioni e dei criteri di formazione delle classi, in particolare del numero minimo richiesto. Tutto questo, nel nostro caso specifico, ci porterà a perdere sicuramente almeno una delle nostre due insegnanti in quanto ‘ultima arrivata’. Diciamo almeno perché come genitori, a fronte della notizia, non siamo sicuri che nemmeno l’altra voglia continuare con queste condizioni. La notizia della chiusura ci rattrista e ci preoccupa non poco, oltre a lasciarci parecchio delusi. Ci chiediamo, infatti, come mai debbano essere sempre i bambini quelli penalizzati? E ci chiediamo com’è possibile che una coppia di insegnanti che funziona debba essere divisa? Noi non abbiamo gli strumenti per contrastare una decisione che muove da un arido e freddissimo ragionamento numerico, ma siamo fermamente convinti che rispetto alla scuola occorra ragionare anche in termini di funzionamento complessivo, con più cuore, più attenzione verso i bambini e decisamente più empatia. Ci teniamo a far notare, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che gli ultimi due anni sono stati per tutti, ma crediamo soprattutto per i bambini, molto, ma molto difficili. Sono stati anni in cui gli adulti hanno chiesto loro di compiere innumerevoli sacrifici, per esempio gli ingressi scaglionati (ogni settimana non si sapeva bene a che ora svegliarli), la misurazione della temperatura tutte le mattine, il gel sulle mani, il fatto di dover essere spogliati e lasciati dai genitori sulla soglia della porta senza che si riuscisse nemmeno a fare due parole con le insegnanti”.

Mamme e papà, nonne e nonni si rivolgono direttamente al dirigente Gandino, responsabile dell’ufficio delle Politiche per l’Istruzione: “Tutto questo per dirle che, anche e soprattutto in questo contesto emergenziale, le insegnanti a cui abbiamo affidato così i nostri figli sono diventate più che un punto di riferimento per loro: sono diventate una famiglia. E noi dopo due anni così dobbiamo dire ai nostri figli che il prossimo anno sarà di nuovo tutto diverso? Che nel loro percorso di crescita che li porta verso la scuola primaria non ci saranno quelle figure che hanno imparato a conoscerli? Eh sì, perché ricordiamo che, anche se sembrano parole comuni, è vero che i bambini di oggi non sono come quelli di una volta. Molti di loro arrivano alla scuola dell’infanzia con storie ‘lunghe’ alle spalle, senza però neanche saper parlare. Ma poi ci sono loro, le maestre appunto, che riescono comunque a tirar fuori il meglio da ognuno di loro, a capirli e a strappare sempre un sorriso. Perché si deve dividere una coppia di insegnanti che ha lavorato bene, perché si è trovata, perché ha condiviso obiettivi e anche soddisfazioni? Ricordiamo che le insegnanti in questione sono state le ideatrici e promotrici del video che ha visto la scuola materna ‘Emma Valle’ ottenere una menzione speciale al concorso indetto dall’Archivio Storico della Resistenza di Torino. Non sappiamo se questa lettera potrà servire a qualcosa, ma vogliamo ricordare che i bambini sono il futuro, che andrebbero preservati. Loro credono in tutto quello che i grandi dicono e fanno. Forse dovremmo ricambiare questa fiducia incondizionata dando il buon esempio e scegliendo la strada migliore, non quella più conveniente”.

I firmatari, quindi, chiedono con forza al Comune “di ritornare sulla decisione, di ripensarci, di tentare tutte le strade possibili per tenere aperta la sezione vagliando soluzioni che possono anche includere la momentanea riapertura delle iscrizioni, come successo per salvare altre scuole materne comunali, ad esempio il caso dell’asilo ‘Arcobaleno’ di Borzoli. Noi speriamo che il nostro appello ottenga il giusto riscontro e ci auguriamo davvero una risposta”.

I sindacati della Funzione Pubblica hanno incontrato nei giorni scorsi i rappresentanti del Comune di Genova. Ci si è aggiornati in attesa che venga nominata la nuova Giunta Comunale. I tempi sono strettissimi, per quanto il problema possa apparire ancora alla portata. Serve una precisa volontà politica: vogliamo davvero preservare le nuove generazioni, com’è stato ampiamente promesso in campagna elettorale? L’amministrazione del fare ha la prima importante occasione nel suo secondo mandato: di non fare… il contrario di quanto annunciato.