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Politica | 21 giugno 2022, 11:00

Elezioni, il mea culpa del PD: “Una sconfitta senza appello”

A sette giorni dal voto parla il segretario provinciale del Partito Democratico Simone D’Angelo

Elezioni, il mea culpa del PD: “Una sconfitta senza appello”

Dopo una settimana di riflessioni sulla sconfitta alle elezioni amministrative genovesi dello scorso 12 giugno, si leva la voce del segretario dem della provincia di Genova, Simone D’Angelo, che definisce il risultato ottenuto alle urne una sconfitta senza appello, la peggiore mai subita dalla Sinistra nella nostra città. Una sconfitta che chiede di essere analizzata, discussa, compresa, non banalizzata”.

D’Angelo, in un post sui social, sottolinea più volte la sua analisi con la parola “noi” come se volesse nascondere e togliere valore alle correnti interne che rappresentano da sempre il freno più grande dello stesso partito. E anche in quest’occasione forse le correnti si sono fatte sentire tra veti e discussioni interne infinite che hanno portato alla tardiva individuazione dello sfidante di Marco Bucci. 

“Noi. Tre lettere. Una sola parola - sottolinea D’Angelo - Un noi che sa essere un programma e un obiettivo, che ci dice che oggi più di ieri è necessario non interrompere il processo di innovazione della politica avviato, puntando a ridare rappresentanza a chi rappresentanza oggi non ce l’ha”.

E proprio il tema di dare rappresentanza a chi non ce l’ha dovrebbe rappresentare il fulcro centrale della discussione politica, da sinistra a destra. Il dato allarmante è che solo il 44,14% dei genovesi si è recato alle urne. Un numero che segue il trend nazionale ma che deve porre interrogativi a chi oggi fa politica. Più della metà degli elettori non si sente rappresentato da alcun soggetto politico. Un calo crescente e costante che si registra ormai da anni e che ha raggiunto numeri davvero bassi (nel 2017, alle ultime elezioni amministrative, era andato a votare il 48,39% dei genovesi).

Il sindaco Marco Bucci, subito dopo la rielezione, ha minimizzato su questo dato negativo prendendo ad esempio le elezioni negli USA dove, da sempre, il dato di affluenza è molto basso. Un accostamento tra due realtà, quella americana e quella italiana, troppo diverse. Sta di fatto che il dato genovese di affluenza è più basso rispetto alla media nazionale che arriva a 54,72%.

“Abbiamo perso. E perde la politica - continua nella sua analisi D’Angelo - Oggi incapace di dare rappresentanza al 56% di genovesi che pur non trovando ragioni nel dare fiducia alla Destra, non hanno trovato credibile l’alternativa della Sinistra, disertando le urne.

Perde la Sinistra. Senza più blocchi sociali di riferimento, che nel drammatico dato dell’astensione trova il più alto abbandono delle urne da parte di coloro ai quali le proprie politiche dovrebbero rivolgersi”.

Marco Garibaldi


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