Politica - 01 luglio 2022, 11:09

Contro la Corte Suprema, Liguria Rainbow scende in piazza nel giorno dell'Independence Day

"La Corte Suprema degli Stati Uniti, con cinque voti a favore e quattro contrari, ha rovesciato la sentenza Roe vs Wade del 1973 riportando l’autodeterminazione delle donne indietro di 50 anni"

"La Corte Suprema degli Stati Uniti, con cinque voti a favore e quattro contrari, ha rovesciato la sentenza Roe vs Wade del 1973 riportando l’autodeterminazione delle donne indietro di 50 anni. Saranno i singoli stati a legiferare sull’interruzione di gravidanza potendo imporre restrizioni senza alcun limite: QUELLO CHE FINO A IERI È STATO UN DIRITTO POTRÀ ESSERE DICHIARATO REATO". Lo dichiara in una nota Liguria Rainbow che annuncia una manifestazione in piazza De Ferrari che si terrà lunedì 4 luglio, giorno dell'Independence Day negli Stati Uniti, alle 18.30.


"Questa devastante decisione - si legge nella nota - è un precedente che apre ad ulteriori obiettivi della destra conservatrice, come la contraccezione, la possibilità di andare in un altro stato per interrompere la gravidanza, finanche le relazioni omosessuali e il matrimonio same-sex.


Temiamo che gli effetti di questa sentenza possano ripercuotersi anche in Europa e in Italia, dove DESTRA ED ESTREMA DESTRA NON HANNO MAI SMESSO DI COMBATTERE CONTRO IL DIRITTO DELLE DONNE ALLA LIBERA SCELTA in materia di sessualità, procreazione e salute. Non solo.


Gran parte dei diritti conquistati grazie alle lotte dei movimenti femministi e della comunità LGBT+ sono continuamente sotto attacco.

In Italia prima della legge 194 del 1978, l’aborto era un delitto contro la stirpe e le donne ricorrevano ad interventi clandestini, le più abbienti andavano all’estero, tante altre invece erano costrette a mettere a rischio la propria salute e la loro vita rivolgendosi alle mammane.


A quasi 50 anni dall’approvazione della 194, l’accesso a questo diritto è sempre più ostacolato dall’alta percentuale di obiettori di coscienza nelle strutture sanitarie pubbliche. Secondo i dati pubblicati da Il Sole 24 Ore, in 31 ospedali italiani si rileva il 100% di obiettori di coscienza per ginecologi, anestesisti, infermieri o OSS; in 50 è presente una percentuale superiore al 90%; in media vi è un tasso di obiezione superiore all’80%. Per quanto riguarda l’aborto farmacologico alternativo all’aborto chirurgico e certamente meno costoso per la sanità pubblica, i dati sono scarsi ed è decisamente sotto utilizzato.


COSÌ NON SI ELIMINA L’ABORTO, PIUTTOSTO VENGONO MENO LE INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA IN CONDIZIONI DI GARANZIA E SICUREZZA PER LA SALUTE.


A cosa mira questa strategia, se non al controllo biopolitico dei corpi delle donne e delle persone non conformi?


Manifestiamo la nostra solidarietà e vicinanza alle donne degli Stati Uniti, in particolare alle donne povere che soffriranno maggiormente per vivere in un paese che della famiglia tradizionale e della festa della mamma si riempie i polmoni, ma che non riconosce alcun congedo di maternità, nessun servizio sanitario gratuito e di qualità, nessuna opportunità per casa scuola lavoro e da oggi una delle legislazioni peggiori riguardo al diritto di autodeterminazione.


Manifestiamo il nostro incondizionato impegno a difendere i diritti acquisiti e a lottare per ottenerne di più: non siamo disposte a cedere di un centimetro.

Alle nostre sorelle e amiche negli Stati Uniti, a Malta, in Polonia e in El Salvador, a tutte le donne che vivono in paesi dove è negata la libertà di decidere sul proprio corpo: non siete sole. Continueremo a lottare al vostro fianco".

Redazione


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