Genova e San Giorgio sono legati a doppio filo.
Tanta, infatti, è la devozione della città verso il santo. Addirittura, negli ultimi anni, abbiamo assistito alla nascita della “Festa della Bandiera”, in concomitanza proprio della festività di San Giorgio.
Della vita del santo si sa poco o nulla. Jacopo da Varagine nella sua “Leggenda Aurea” racconta l’episodio che tutti vediamo narrato nelle opere d’arte.
Selem, città in Libia, era perseguitata da un drago che si nascondeva in uno stagno e con il suo alito uccideva le persone che si avvicinavano.
Per placare la furia del drago, gli abitanti di Selem decisero di offrire in sacrificio al mostro prima delle pecore, poi cittadini sorteggiati, uno al giorno.
Tra loro fu estratta la figlia del re, la principessa Silene. Proprio in quel momento in città arrivò il cavaliere Giorgio. Egli disse al re e agli abitanti che se avessero deciso di diventare cristiani e si fossero battezzati, avrebbe sconfitto il drago.
Il santo fronteggiò il drago e lo ammansì tanto che la principessa usò la cintola come guinzaglio e lo condusse in città. Gli abitanti, vedendo quanto era accaduto, decisero di convertirsi e Giorgio, a quel punto, uccise il drago.
Camminando per i vicoli sarà capitato anche a chi non ha l’occhio attento, di notare numerosi bassorilievi sulle porte di diversi palazzi che narrano proprio l’episodio di San Giorgio che sconfigge il drago e libera la principessa.
Ma la presenza di tanti portali non si spiega con un segno di devozione nei confronti del santo.
Il legame tra Genova e San Giorgio sembra sia nato quando in città si trovava di stanza una guarnigione dell’esercito bizantino che aveva come vessillo, manco a dirlo, la croce rossa in campo bianco. Il vessillo veniva custodito proprio nella chiesa intitolata al santo.
La bandiera venne adottata come simbolo prima dai pellegrini che si muovevano verso la Terra Santa, successivamente dai Crociati che partivano per liberare Gerusalemme.
Leggenda vuole che proprio San Giorgio, di bianco vestito con una grande croce rossa, sia apparso ai crociati genovesi prima del decisivo assalto alla città indicando loro la via per liberare Gerusalemme dagli infedeli.
Durante una cerimonia solenne che precedeva la partenza per le crociate, la bandiera di San Giorgio veniva consegnata alla nave ammiraglia della flotta per portare in alto il nome e la potenza di Genova.
Di ritorno, il vessillo veniva quindi ricondotto in chiesa con una lunga processione.
I capitani che, valorosamente si erano distinti in battaglia, potevano adornare il proprio palazzo con l’effigie del santo.
Ecco che, nel tempo, diversi valorosi condottieri hanno potuto adornare il proprio palazzo ricordando anche a noi oggi che li era vissuto un valoroso genovese, condottiero e capitano di galea. Le decorazioni ci raccontano la storia di chi, con orgoglio, scelse di combattere per liberare la città santa e aver portato alto il nome della Repubblica di Genova.






