Genova è al centro di antologie legate al giallo, di antologie legate al noir, di raccolte di racconti di Natale, di raccolte dedicate al Ponte Morandi: quasi sempre sono libri di notevole fattura e di buon livello, perché di buon livello è la scena degli scrittori di casa nostra.
Tutto bene, e allora non era affatto semplice inventarsi qualcosa di nuovo, qualcosa di inedito. Non era semplice andare a solcare un terreno inesplorato e non solo solcarlo in prima persona, ma farlo anche solcare a quegli scrittori di buon livello di cui sopra.
Massimo Villa, che è un autore di libri di vario genere (spazia dai videogiochi ai romanzi, alle biografie musicali), è un grandissimo appassionato di musica metal ed è un libraio competente, preparato, sempre disponibile e molto simpatico (lo trovate alla Feltrinelli di via Ceccardi, dove si occupa anche dell’organizzazione degli eventi e delle presentazioni), c’è riuscito per la seconda volta di fila, sempre con l’editore Erga, la casa editrice genovese doc dei fratelli Merli.
La prima volta, Villa c’è riuscito con ‘Sei un mito 4.0’, un’antologia che si prefiggeva come obiettivo quello di rivisitare i classici (ne uscirono sedici racconti tra fiabe, fumetti e cinema e diciotto riproposizioni di classici letterari), la seconda volta, quella più recente, Villa ci riesce con ‘FantaGenova. Racconti al limite della realtà’. La collana di Erga è sempre la stessa, Lega-Menti, l’intento anche non è cambiato: innovare, stupire, emozionare, creare un gruppo laddove non c’era, creare una raccolta laddove non c’era, e farlo senza dimenticarsi della qualità, né a livello di forma, né a livello di contenuti, né a livello di grafica, né a livello editoriale.
Genova e la fantascienza non avevano, ne hanno, quel gran rapporto. Non ce l’hanno mai avuto, forse per il carattere dei liguri, che è molto pratico e poco incline a guardare l’oltre, a meno che non si tratti del mare. Eppure, gli scrittori genovesi selezionati da Massimo Villa hanno saputo meravigliare, andando a sviscerarla, quella fantascienza, sotto molteplici forme.
C’è il fantastico tout court, c’è la fantascienza classica, c’è la macchina del tempo, c’è il pezzo distopico, c’è quello esistenzialista, quello catastrofico, ci sono atmosfere tanto quanto alla Spielberg, tanto quanto alla Emmerich, tanto quanto alla Night Shyamalan, per fare un parallelo con il mondo del cinema.
Soprattutto, nelle duecentosettanta pagine di ‘FantaGenova’, ci sono trentatré penne, trentatré anime, trentatré sensibilità. C’è il pesto alla genovese tutto da scoprire dello stesso Massimo Villa, c’è lo spassoso quadretto di Federica Amadori, l’avventuroso viaggio di Manuela Monaco, ci sono le penne giornalistiche dei bravi Carla Viazzi e Matteo Sacco, ci sono le accoppiate di Sabrina De Bastiani e Daniele Cambiaso (un duo super collaudato) e di Paola Servente e Flavio Becchetti, ci sono le garanzie di Giorgio Ansaldo e Cristina Origone, ci sono le belle sorprese di Simone Farello e Trevor Sadist. Soprattutto, c’è tanta passione, tanta voglia di buttarsi. A ogni racconto corrisponde l’audiolettura (si accede al contenuto scaricando sullo smartphone l’app Vesepia, sia per Apple che per Android): nella maggior parte dei casi è opera dello stesso autore, in altri è con la voce di Lucia Caponetto.
“Ho fatto un esperimento”, scrive Massimo Villa nella prefazione. Anche questo, in fondo, fa parte della fantascienza e dell’essere fantascientifici. Ma, prima di tutto, gli autori di ‘FantaGenova’ sono fantastici, nel senso che sanno coinvolgere e divertire. Se qui si voleva arrivare, come sembra, allora l’esperimento è riuscito: Genova e la fantascienza sono un po’ meno lontane. Nel 2023, a ben vedere, era pure l’ora.