“Abbiamo perso il conto delle sentenze del TAR contro le decisioni dell’esecutivo regionale, comunale e questa volta anche dell’Adsp: l’ennesimo inciampo della destra e di chi gravita intorno alla destra, è figlio della fretta, come ha ben dimostrato la cosiddetta 'posa della prima pietra' dei giorni scorsi. Frettolosi nell’aggiudicazione di un appalto, la maggioranza si è scottata le dita, dimostrando - se mai ce ne fosse bisogno - che certa politica non è capace di muoversi nell’alveo della trasparenza e delle procedure a prova di legge”. Lo dichiarano i pentastellati liguri, raggiunti dalla notizia della sentenza del TAR mentre a Genova l’ex ministro dell’ambiente Sergio Costa incontrava, con i parlamentari M5S, i rappresentanti genovesi di Italia Nostra e Legambiente, e i comitati e le associazioni ambientaliste cittadine.
“Chi ha sbagliato e perché? L’imbarazzo della destra è palpabile - commenta il capogruppo regionale Fabio Tosi - Fa dunque sorridere la nota frettolosa del presidente di Regione Toti, che con il suo solito piglio arrogante si scaglia, ovviamente con l’intento di sviare l’attenzione pubblica, contro quelli che lui e la sua compagine politica amano definire “i signori del No e i comitati pro immobilismo”. Toti ancora non ha capito che in un paese democratico la politica deve fare gli interessi di tutti e non di una sola parte. Il fatto che i lavori andranno comunque avanti, è un bene ma come ma mettiamo con il paventato risarcimento milionario a carico dell’Adsp, qualora venisse riconosciuta l’illegittimità della gara?”.
“Toti e Bucci liquidano l’ennesima brutta figura con l’ennesima nota stampa aggressiva e irricevibile - aggiunge il senatore M5S Luca Pirondini -. E lo fanno con la stessa sicumera con cui hanno liquidato il parere di uno massimi esperti di pianificazione portuale, dopo averlo chiamato a esprimersi sul progetto della Diga. Hanno gettato alle ortiche l’esperienza di un consulente di fama internazionale semplicemente perché non hanno gradito il parere del… consulente! Il fatto che i lavori possano continuare è positivo, ma a che prezzo? E come le mettiamo con il danno erariale, qualora si dovesse risarcire chi è stato escluso in maniera illegittima? Ma questi davvero erano pronti?”.
“La sentenza del Tar certifica che la procedura aveva un vizio di legittimità - ha commentato il deputato M5S e vicepresidente della Camera Sergio Costa a margine del dibattito genovese -. Dunque, è drammaticamente semplice: la procedura non è stata eseguita in modo corretto”.
“Come volevasi dimostrare: la settimana scorsa abbiamo assistito a una messinscena, a una cerimonia per celebrare un cantiere che non c’è e una fattibilità ancora tutta in discussione. Ora la doccia fredda della sentenza del TAR ci dice che la legittimità è zoppa e che qualcuno dovrà rispondere della propria incompetenza. Siamo esterrefatti e preoccupati: questi giocano con i fondi del Pnrr dimenticando che è in gioco la credibilità del nostro Paese”, aggiunge il deputato e referente regionale del M5S Roberto Traversi.