Politica - 13 luglio 2023, 17:31

Aree esondabili, Traversi (M5S): “Il Ministero sceglie di non scegliere e delega alla Regione”

Il deputato dopo il Question time in Aula

“Ieri alla Camera, il Ministro dell'Ambiente Pichetto Fratin, interrogato su quali azioni intenda promuovere a salvaguardia del principio di cautela e per scongiurare l’incremento del rischio alluvionale della Liguria, in merito allo schema di regolamento approvato il 29 giugno 2023, ha sostanzialmente non risposto e si è semplicemente levato di dosso tutte le responsabilità del caso”.

Lo dichiara il deputato del M5S Roberto Traversi, a margine del Question time in Aula ritenendo la sua risposta “inadeguata e deludente: speravo che il titolare dell’ambiente avesse un atteggiamento più responsabile e avviasse azioni cautelative in merito a una situazione tanto articolata e delicata”.

“Ricordiamo che la Regione Liguria, nel bel mezzo peraltro delle alluvioni romagnole del 3 e del 16 maggio, attraverso lo schema di regolamento recante “Disposizioni concernenti l'attuazione dei piani di bacino distrettuali” ha introdotto dopo le aree a pericolosità elevata (P3) e pericolosità media (P2), le corrispettive “nuove aree”: le inondabili a minor pericolosità relativa P3_0 e P2_0, in cui è possibile fare nuove edificazioni così come indicato negli articoli 5 e 6. In sostanza, le aree P3_0 sono aree ad alta pericolosità idraulica dove l’acqua rimane un po’ più bassa e scorre meno rapida delle aree P3, ma pur sempre si tratta di alta pericolosità; in base allo schema regionale, in tali aree ci potranno stare nuove abitazioni con aumento di popolazione che dovranno subire una potenziale esposizione a quella pericolosità. Questa è una scelta criminale ed espone i cittadini a un pericolo dichiarato!”.

“Regione ha poi scelto di non ascoltare nemmeno gli esperti, come il preside della Scuola Politecnica dell'Università di Genova Giorgio Roth, secondo cui i valori che definiscono le aree a minore pericolosità relativa rispetto alle piene duecentennali dei corsi “non sono cautelativi” e aveva proposto l'utilizzo di soglie di rischio stabilite su studi più recenti. Ricordo che il rischio idraulico è dato dal prodotto tra vulnerabilità, pericolosità ed esposizione: se si migliora la prima, il rischio si abbassa. Una buona legge dovrebbe abbassare il rischio riducendo l’esposizione di persone e cose anziché la vulnerabilità. Sulla pericolosità non si può agire perché è la probabilità che piova o esondi il torrente. Se riduco l’esposizione salvo vite e riduco i costi pubblici. Se riduco la vulnerabilità, non è detto che salvi vite né che riduca i costi legati alla Protezione civile. Condivido il parere di Roth”, aggiunge Traversi.

“Può risultare relativamente facile dimostrare che il singolo intervento abbia effetti "trascurabili". Trovo però difficile immaginare di edificare in un'area soggetta a rischio allagamento, con valori anche significativi, cioè fino a 70 cm di altezza idrica per velocità di 1 m/s. L'effetto cumulato di una miriade di singoli interventi "poco significativi" diviene esso stesso a mio avviso piuttosto significativo”

“Questo Governo dimostra ancora una volta di non aver capito la portata del cambiamento climatico in atto e come il susseguirsi di gestioni scellerate di malgoverno del territorio negli ultimi due-tre decenni abbia reso buona parte del nostro territorio ancora più fragile, soprattutto quello della Liguria”, conclude.

Redazione


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