Nonostante siano passati dieci anni da quando I Soliti Idioti erano su Mtv con i loro personaggi iconici, da Ruggero de Ceglie con il figlio Gianluca a Niccolò e Gigetto e il loro tormentone ‘Mamma Esco’, Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio non hanno perso la loro verve e la voglia di divertire e divertirsi senza peli sulla lingua.
Genova è pronta ad assistere al loro I Soliti Idioti - Fiodena Summer Tour 2023, che andrà in scena all’Arena del Mare del Porto Antico di Genova per la serata conclusiva di Balena Festival.
Biggio e Mandelli hanno hanno segnato in modo profondo un’intera generazione, tanto che ancora si sente rispondere ‘Dicaaaa’ con tono strascicato anche in conversazioni tra amici.
I personaggi creati dal duo sono grotteschi ma reali, e grazie alle sfumature come gli abiti, la tonalità della voce e gli sguardi riescono a mostrare l’essenza e le vulnerabilità dell’italiano medio nella vita di tutti i giorni, sempre accompagnandola alla dissacrante ironia che pochi possiedono e maneggiano con la stessa padronanza.
Abbiamo intervistato Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli per farci raccontare cosa porteranno sul palco e come si proporranno i personaggi che, nel frattempo, sono cresciuti di 10 anni: le maschere che abbiamo conosciuto e amato si troveranno ad avere a che fare con la realtà di oggi e dovranno quindi affrontare nuovi scenari, dando così origine a nuove sfaccettature.
Con i Soliti Idioti avete segnato un momento importante televisivo e cinematografico. Dietro alle risate, infatti, arrivava con forza lo spaccato della società. Come sono nati i ‘Soliti Idioti?’
Mandelli: “I Soliti Idioti sono nati in realtà molto prima di quando poi sono usciti in televisione. Io e Fabrizio abbiamo cominciato a lavorare insieme nel 2000, erano i tempi di Mtv e avevamo tutti e due voglia di fare un certo tipo di comicità; ci siamo trovati sull’idea di comicità e ci facevano ridere le stesse cose.
Per anni abbiamo lavorato insieme a trasmissioni come Mtv Mad, Mtv Bathroom, mille altre cose fatte per Mtv. Poi, a un certo punto, è successo Giorgio Gori, produttore televisivo, nel 2007, mi ha cercato perché voleva fare uno sketch show. Al tempo una scelta molto lungimirante, sapeva che stava arrivando un’epoca digitale dove la fruizione dei contenuti si sarebbe accorciata moltissimo, non c’erano molto sketch show in giro ma lui lo voleva fortemente. Ci siamo inventati un ritratto dell’Italia con i suoi vizi, coi suoi tic e tutti i suoi difetti, che poi sono i nostri, miei e di Fabrizio, partendo dall’osservazione della realtà per creare una galleria di personaggi che ci prendesse in giro, sicuramente in maniera caustica, cinica e scorretta.
Nello show ci doveva essere l’aspetto del trasformismo: di base dovevamo essere sempre noi, travestiti, truccati e agghindati in maniera diversa. La puntata zero è piaciuta tantissimo agli addetti ai lavori ma ricordo che pochi poi hanno avuto il coraggio di metterla in onda, se non Mtv nella persona di Antonio Campo Dall’Orto che ha deciso di rischiare e di mettere in onda qualcosa di completamente nuovo, tant’è vero che anche noi, alle prime puntate, ci siamo chiesti ‘che cos’è questa roba’.
Ed era qualcosa completamente diverso che aveva caratteristiche precise anche nella scrittura, gli sketch partivano sempre dalla realtà, da un’esperienza personale, non erano mai campati per aria. L’aspetto surreale, caricaturale, veniva dopo. Ancora, dovevano avere gli stessi costumi, come delle specie di supereroi per creare un’affezione. Era qualcosa che vedevamo nei cartoni che andavano tantissimo all’epoca, come South Park, i Simpson.
Abbiamo preso tante cose che ci piacevano per cucinare la nostra ricetta, non ultimo il programma inglese ‘Little Britain’ dove un duo comico faceva trasformismo e satira sociale come manifesto. Da questo cocktail esplosivo sono nati i Soliti Idioti che sono partiti forse un po’ in sordina in televisione ma poi grazie agli albori della viralità web, dopo la seconda stagione hanno preso piede e sono arrivati all’esplosione del 2010 e 2011 che ha portato al film, al tour, al libro, a tutto quel momento pop. Eravamo partiti con una trasmissione che per noi dovevano vedere tre persone alle 11 di sera, orario di palinsesto, poi era diventata una delle cose più pop del momento.
Quali sono, se ci sono, i personaggi a cui siete più affezionati? Noi ancora oggi ci rispondiamo con il ‘Dicaaa’ della postina.
Mandelli - “Allora, intanto la cosa che ci fa piacere è che ancora, dopo 10 anni, la gente stia ancora usando quei tormentoni. Dieci anni fa non avevo idea della vera validità di questo progetto. L’unica conferma della validità di una cosa è la resistenza al tempo che poi lo rende qualcosa di cult o di classico. Il fatto che ancora dopo tutti questi anni la gente usi ‘dica’, ‘dai cazzo’, ‘mamma esco’ e tantissime altre per noi è comunque sinonimo di qualcosa che sicuramente vale.
Rispetto ai personaggi, tutti sono nostri. Tutti hanno lo stesso spazio e facciamo solo roba che ci fa divertire, che ci fa raccontare qualcosa. Dico sempre che questi personaggi sono come delle lenti che noi abbiamo trovato e attraverso cui si deforma la realtà. Sono anche un po’ senza tempo, per fortuna. Oggi gli Zarri esistono ancora ‘minchia, figa, porco nickel’ parlano ancora alla stessa maniera, al posto del motorino hanno il monopattino, usano molto di più il cellulare, sì forse qualcosa della moda è cambiato ma questo tipo di persone è rimasto li.
Man mano che passa il tempo, per noi diventa sempre uno strumento meraviglioso quello di usare i personaggi e raccontare la realtà attraverso di loro. Quindi non ho un personaggio a cui sono più affezionato, poi è chiaro che riconosco un successo maggiore di Ruggero e Gianluca, della postina e Sebastiano, degli Zarri, di Nicolò e Gigetto che sono i mamma esco. Questi sono quelli più popolari. Sono quelli che sicuramente sono entrati tantissimo nell’immaginario collettivo.
Biggio: "Durante lo spettacolo ci sono personaggi che aspettiamo più di altri perché sappiamo che sarà divertente farli, ma volte ci dimentichiamo quasi da cosa siamo vestiti. Ci aiutano costumiste e truccatrici a cambiarci velocemente, e siamo spesso talmente presi da non ricordarcelo… poi ci rendiamo conto che siamo vestiti da bambini ed esclamiamo ‘Che figata’! Ogni personaggio ha la sua goduria nell’interpretarlo”.
Arrivate a Genova e vi esibirete all’Arena del Mare, è un palco sul mare, sull’acqua, nel porto con la Lanterna alle spalle, un luogo molto suggestivo.
Cosa troveremo sul palco?
Mandelli: “Vi possiamo anticipare poco, ma possiamo dire che ci saranno praticamente tutti i personaggi storici e famosi, quindi ce n’è per tutti i gusti per i fan dei Soliti Idioti. In particolare magari possiamo dire che Ruggero ritornerà dal mondo dei morti. Potrete vedere una resurrezione sul palco, per toccarla piano”.
Parlando di Genova, qui sforniamo cantautori, cantanti e comici. C’è qualcuno tra i genovesi con cui avete lavorato o con cui vorreste lavorare?
Biggio: “Ci sono tanti comici che mi fanno ridere e che mi divertono, però noi siamo particolari e la nostra comicità è difficile da mescolare insieme a quella degli altri. I Soliti Idioti fanno fatica a collaborare, ma come Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio lo abbiamo già fatto, con i Jackal ad esempio, con Maccio Capatonda. I Soliti Idioti hanno il loro mondo ed è difficile portarli al di fuori”.
Mandelli: “A me piacerebbe moltissimo fare qualcosa Enrique Balbontin e i ragazzi di 'Torta di riso', che mi hanno sempre fatto spaccare dal ridere. Loro sono un po’ come noi, sono dei ‘bastardi’ senza peli sulla lingua, mi piace il loro coraggio. Non dentro I soliti idioti, ma come collaborazione personale mi piacerebbe moltissimo”.
L'appuntamento è per domenica 30 luglio all'Arena del Mare. Info e biglietti sul sito di Balena Festival.