Partirà domani, domenica 17 settembre, la stagione venatoria 2023/24 in Liguria, secondo quando stabilito dalla Giunta regionale a maggio scorso.
Per la LAC, la Lega Abolizione Caccia, però, numerosi sono i problemi che anche quest'anno si presentano per la mancata tutela faunistica, anche in correlazione all'impatto che gli abbattimenti a scopo ludico hanno sulla fauna stessa.
"Nel 2022 - spiega la LAC Ligure - secondo dati ufficiali, i cacciatori liguri erano scesi ad un totale di 12.019 unità, così ripartiti per provincia di residenza : 4.182 a Genova, 3.046 a Savona, 2.692 ad Imperia, 2.096 a La Spezia.
Al crollo degli appassionati, non rimpiazzato dalle giovani generazioni, non corrispondono miglioramenti dal punto di vista gestionale del nostro patrimonio faunistico, anche con riguardo al passaggio di competenze e personale dalle Province alla Regione, a seguito della squinternata riforma 'Delrio' del 2014.
Da anni è carente la manutenzione delle tabellazioni perimetrali delle zone di divieto venatorio (parchi regionali, oasi di protezione, zone di ripopolamento); il personale di vigilanza prima in capo alle polizie provinciali, ora soppiantato dal servizio di vigilanza regionale, si è ridotto ad un terzo rispetto a 15 anni fa, oltre ad essere destinato dalla politica prevalentemente al controllo del cinghiale, anziché al contrasto del bracconaggio, ancora intenso, soprattutto verso ungulati come il capriolo.
Le varie specie di turdidi e la beccaccia sopportano in Liguria la pressione venatoria più alta, rispetto ad altre specie.
Quest’anno è entrato in vigore anche il Regolamento europeo 2021/57 che, per la prevenzione del saturnismo indotto negli uccelli acquatici dal piombo rilasciato nell'ambiente, vieta l’impiego di cartucce a pallini di piombo in stagni, laghi, acquitrini ed altre zone umide. La Liguria è interessata da questi divieti soprattutto nei comuni di Luni e Sarzana, ove i contravventori rischiano la denuncia per violazione dell’art. 674 del codice penale sul 'getto pericoloso di cose'".