In un settore fondamentale per la Liguria e per l’intero Paese, che conta al proprio interno 21.500 imprese impegnate fra produzione di piante e fiori in vaso (14mila) e piantine da trapianto (7500), spicca la coltivazione dei crisantemi, i fiori d’oro della Liguria.
C’è chi li chiama i “fiori d'autunno”, chi i “giapponesi” o i “fiori dei morti”, ma in ogni caso ciò che accomuna tutti i crisantemi è che sono piantine vivaci e colorate, dotate di fusti rigidi e ramificazioni verso alto, simbolo di vita e di rinascita. Nel significato etimologico del termine, crisantemo deriva dal greco “khrysanthemon”, unione di “khrysos”, “oro”, e “anthemon”, “fiore”, ed è perciò noto anche con il nome “fiore d’oro”. Appartiene alla famiglia delle Asteraceae e in natura lo si può trovare in circa 200 specie erbacee. I fiori possono assumere diversi colori e sfumature: in Italia si trovano maggiormente con i capolini gialli o rossi.
Nonostante nel resto del mondo abbiano col tempo assunto significati simbolici di prosperità e gioia, in Italia il crisantemo è il fiore da cimitero per antonomasia e la prima scelta per la commemorazione cristiana della festa di Ognissanti. Sarà per la fioritura tardiva che gli permette di fiorire a partire da ottobre e per tutto l’inverno – il fiore che prospera quando il resto perisce – o per l’innata eleganza dei suoi petali ornamentali; in ogni caso il crisantemo è da sempre il simbolo del rito secolare del portare un fiore in dono ai defunti.
Il fiore d’oro si può trovare sia reciso che in vaso e simboleggia la rinascita. La sua migliore caratteristica è l’adattamento. Cresce su tutti i tipi di terreno – anche se preferisce un Ph leggermente acido – gode del sole ma non del troppo caldo: per questo una posizione a mezz’ombra risulta ideale, e resiste a temperature anche rigide. Tra le caratteristiche che lo rendono il simbolo perfetto della vita che ricomincia c’è la necessità del “giorno breve”. Il crisantemo è infatti una pianta brevidiurna, ossia che germoglia man a mano che le giornate si accorciano.
Si dice che la coltivazione del crisantemo abbia preso piede soprattutto a partire dal dopoguerra. In particolare, una storia di paese narra come una giovane sanremese, sposata a un agricoltore della frazione di Cappelletta di Verrua Po, abbia cominciato la coltivazione di questo fiore particolare nel proprio giardino, venendo presto imitata dai vicini di casa. La zona sanremese è ancora oggi la culla delle coltivazioni di crisantemi. D’altronde, il ramo florovivaistico è un comparto storico dell’economia ligure: si concentra per il 95% tra le province di Imperia e Savona, con circa 3200 aziende di fiori e piante ornamentali nella prima e un migliaio nella seconda.
“La produzione dei crisantemi e di altri fiori autunnali - affermano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale - è fondamentale per molte aziende liguri, che trovano nella floricultura la loro principale risorsa di mercato. Importante, per chi acquista, è anche non perdere la tradizione del comprare i fiori, specialmente in periodi dell’anno come questi: scegliere piante specificatamente liguri significa contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e delle imprese del territorio. In Liguria gli imprenditori locali riescono in molti casi a sbaragliare la concorrenza proprio grazie ad acquirenti attenti e a un instancabile lavoro volto a migliorare sempre di più la selezione delle varietà”.
Il merito va dunque a un prodotto di qualità eccelsa, forte di una lunga tradizione territoriale e di un immancabile impegno nel rispondere alle esigenze del mercato. A tal proposito, le aziende liguri si sono aperte – nel corso degli anni – a comprendere altre varietà di fiori, perfettamente adatte alla stagione e – perché no – anche alla festività dell’1 novembre. Ranuncoli, anemoni, mimosa, margherite, gerbere e fronde ornamentali sono tra i fiori da preferire nella ricorrenza di Ognissanti.