Potrebbe ridursi da circa 106 a 37 milioni, di cui circa 4 milioni e mezzo già pagati e altri poco meno di 8 milioni (7,8) previsti da un piano già accordato, il debito del Genoa nei confronti dell'Agenzia delle Entrate.
È questa la strada intrapresa dal Club più antico d'Italia sulla scorta di quanto previsto dal Codice della crisi d'impresa, aperta da Reggina e Sampdoria che vi hanno attinto in passato creando il precedente, per ridurre il debito accumulato nella precedente gestione societaria con il fisco.
Un taglio al 35% per la cosiddetta ristrutturazione del debito richiesta dalla nuova proprietà "Made in USA" del Grifone a inizio mese, con una richiesta alla sezione concorsuale del Tribunale di Genova dopo la firma della società il 31 ottobre di un accordo per la transazione fiscale con l'Agenzia delle Entrate per la quale ora si attende quindi solo l'omologa.
L'accordo, come riporta il giornale specializzato nel settore "Calcio e Finanza", consiste nel "soddisfacimento dei crediti relativi a tributi, sanzioni e interessi" per una cifra esatta di 37.255.121 euro. Mentre invece "eventuali ulteriori debiti che emergessero dalle successive liquidazioni delle dichiarazioni relative alle annualità per le quali è stata effettuata la liquidazione manuale saranno dovuti nella misura del 35%".
Il piano prevedrebbe quindi, al momento, oltre agli 12,2 già menzionati, il pagamento di una cifra di poco inferiore ai 25 milioni che il Grifone verserebbe in 20 rate semestrali per 10 anni: dopo un iniziale pagamento in quattro anni del 26% del totale (pari a 6.665.610 euro), le successive sarebbero di 833.201 euro ciascuna.
In pegno andrebbero il marchio Genoa e i diritti di archivio, con a garanzia il complesso della "Badia Sant'Andrea", dove sorgerà il centro sportivo e la sede del club tramite una lettera di patronage fornita da 777 Partners Italy Holding, la società italiana del fondo statunitense.
Tre sono, in sintesi, le premesse poste dal club e presentate al Tribunale genovese. Innanzitutto la crescita dei ricavi dall'attività sportiva (come ad esempio le plusvalenze nel calciomercato) in ragione del ritorno della società nella massima serie, la riduzione dei costi di gestione e, infine, il sostegno finanziario assicurato dall'azionista di maggioranza per un importo di circa 57milioni di euro di cui allo stato attuale sono già versati, garantito da due società di diritto statunitensi appartenenti al Gruppo 777.