Attualità - 01 dicembre 2023, 08:00

La primizia a Genova: così torna di moda il sidro, quella bevanda che affonda le radici nel mondo antico

La riscoperta grazie a Riccardo Tripodi, gestore del pub O’Connor: “Tutto è iniziato per rilanciare l’attività dopo il periodo buio del Covid. L’intuizione di Paolo Pesce è stata provvidenziale”

“Presto! Portatemi una brocca di sidro affinché possa bagnare la mia mente e dire qualcosa di saggio!”.

Aristofane, commediografo greco tra i principali esponenti dell’Archàia, la Commedia antica, così si racconta abbia invocato la bevanda prodotta dalla fermentazione di mele.

Una storia antichissima quella del sidro, conosciuto già nel II millennio A.C. ma arrivato a diffondersi nel periodo medievale. Ampiamente diffusa ancora oggi in Francia e nel Regno Unito, principale consumatore, la bevanda ha una tradizione secolare che da qualche mese ha coinvolto nelle sue maglie anche un locale genovese.

Grazie alla passione di Riccardo Tripodi, infatti, il pub O’Connor di cui è il gestore sta diventando la principale cantina di sidri in Italia.

Riccardo non è nuovo nell’ambiente, una lunga esperienza in diversi locali della città lo ha portato a decidere di ‘fare un grande salto’; la scoperta della passione per il sidro, poi, ha fatto il resto.

“Abbiamo iniziato il nostro percorso all’O’Connor nel novembre del 2022 - racconta - e in questo primo anno abbiamo già realizzato una serie di eventi mettendo in campo tanto impegno”.

Primo a credere nel progetto è stato Paolo Pesce, pioniere della birra sul territorio genovese. 

Basti pensare che lui è stato il ‘papà’ dell’Irish di Quinto e che spesso lavora aiutando i gestori nei contatti con i birrifici e nelle scelte dei prodotti da proporre. 

Una spinta non indifferente anche per Riccardo che, con riconoscenza, racconta l’importante impronta lasciata da Pesce: “Mi ha detto di provare con il sidro, la sua intuizione è stata provvidenziale”.

Tante le migliorie che Riccardo ha scelto di apportare come nello storico pub di Quarto, come il giardino, diventato una bomboniera per l’atmosfera calda e accogliente che trasmette: “Tutto è iniziato per riqualificare uno dei pub più storici a livello genovese dove, soprattutto, si è cercato di verificare e di ricreare quel tessuto sociale che nella realtà della zona era venuto a mancare negli ultimi anni”.

Tripodi prosegue. “Il Covid ha fatto sì che la saracinesca di O’Connor fosse chiusa definitivamente. Abbiamo deciso di provarci, poi la scoperta della passione per il sidro, grazie anche a Paolo, mi ha portato a pensare che questa storica bevanda potesse diventare un nuovo punto di riferimento. La birra da noi è sempre il fiore all’occhiello e vogliamo che ci sia anche una crescita in questo senso, il sidro, parallelamente, sta diventando una caratteristica identificativa del nuovo percorso di O Connor, in continua crescita. Oggi vantiamo settantacinque etichette; tra la fine dell’anno e l’inizio del 2024, arriveremmo a una crescita esponenziale e speriamo di essere sempre protagonisti, raccontando e facendo apprezzare a più persone possibili il nostro sforzo”.

Riccardo, lo racconta sorridendo, non è un grande bevitore ma, come lui stesso sottolinea, questo è diventato un punto a favore permettendogli di assaggiare le diverse tipologie di sidro: “Ci sono quattro grandi categorie che sono l’extra dry, il dry, il sec e il dolce. Ho colto un maggiore interesse del pubblico femminile ma sono convinto che sia una bevanda di cui bisogna parlare, spiegare, per trovare il giusto sapore. I sidri francesi sono leggermente più facili e il pubblico mediterraneo, per quel che ho potuto apprezzare, ha il piacere di assaporare gusti uno estremi”.

Lasciarsi guidare nell’assaggio del sidro da Tripodi è una garanzia, farlo all’interno di un locale che conserva il sapore dei pub di una volta e che per decenni ha accolto clienti di ogni età è un valore aggiunto inestimabile. L’impegno della gestione è rivolto anche a fare dell’O’Connor un punto di riferimento per riconnettere i lembi del tessuto sociale.

“Speriamo di continuare a offrire situazioni apprezzate a trecentosessanta gradi - commenta Riccardo - La musica dal vivo, jazz e blues, sono due pilastri che vogliamo portare avanti. Non è facile ma vogliamo riportare il locale a essere interessante grazie a una programmazione e con tanta dedizione. La passione che abbiamo messo in questo primo anno ci ha portato diverse soddisfazioni e felicità, speriamo che possa essere migliore negli anni a venire”.