Cronaca - 20 aprile 2024, 09:00

Il delitto della barberia a Sestri Ponente: ecco perché i due gestori accusati rischiano l'ergastolo

La prima udienza del processo in Corte d'Assise si aprirà a Genova il prossimo 30 maggio. Sarà lì che andrà ricostruito con esattezza quanto accaduto

Sono accusati di omicidio volontario in concorso, aggravato da premeditazione e futili motivi ed anche di occultamento di cadavere, i due gestori della barberia di via Merano a Sestri Ponente, rinviati a giudizio con l'accusa di aver ucciso Mahmoud Abdalla, 18 anni, parrucchiere egiziano, freddato in un agguato all'interno di un appartamento di via Vado e poi decapitato e gettato in mare nel levante la scorsa estate.

Per i due accusati, Abdelwahab Ahmed Gamal Kamel detto Tito e Mohamed Ali Abdelghani Ali detto Bob, la prima udienza del processo in Corte d'Assise si aprirà a Genova il prossimo 30 maggio. Sarà lì che andrà ricostruito con esattezza quanto accaduto nelle ore del delitto e quali le responsabilità precise tra i due, dopo mesi di accuse reciproche. 

La loro giovanissima vittima avrebbe voluto denunciarli per alcuni arretrati negli stipendi mai saldati dai gestori della barberia. Questo sembra essere stato identificato come movente: Mahmoud Abdalla si guardava attorno, per sottrarsi ad uno sfruttamento lavorativo voleva licenziarsi e ricominciare altrove.

Lo aveva raccontato a qualche collega, cercando un nuovo impiego, e anche ad alcuni conoscenti, connazionali e qualche amico nel ponente di Genova, che lo ricordano come un ragazzo giovanissimo, responsabile, desideroso di poter crescere nel suo mestiere e di liberarsi da un lavoro sottopagato. 

I due, secondo le ricostruzioni dei carabinieri di Genova che hanno gestito le indagini, lo avrebbero attirato all'interno dell'appartamento di via Vado. Lì lo avrebbero ucciso, il resto è inciso nelle telecamere di videosorveglianza della zona, che vedono entrare i killer e la vittima ed uscire in strada solo i due, riprendendoli anche nel percorso fino al negozio dove hanno acquistato il coltello e la mannaia con cui hanno poi smembrato il corpo dopo il delitto del diciottenne, decapitato, privato delle mani e poi nascosto in una valigia e trasferito su un taxi fino a Chiavari, prima di gettarlo in mare.