(Adnkronos) - Elly Schlein candidata in due sole circoscrizioni è "un brutto colpo alla sua credibilità", mentre Giorgia Meloni candidata in tutte le circoscrizioni "personalizza troppo, con un prezzo da pagare che rischia di essere alto". Luigi Crespi legge l'impegno dei leader alle prossime elezioni europee. "Non mi pare proprio che i leader siano tutti candidati e ovunque. Schlein lo è solo in due collegi e la sua non candidatura in tutte le circoscrizioni è un brutto colpo alla sua credibilità. Anche per il discorso simmetrico della Meloni candidata ovunque", spiega il sondaggista all'Adnkronos.
"Ma a me non convince molto la scelta della presidente del Consiglio. Sicuramente porterà un booster a FdI, vale 4 o 5 punti, potrà arrivare al 30% -spiega Crespi-. Ma è anche vero che personalizza molto, si sta esponendo e a lungo termine questo può avere un prezzo da pagare alto. Io dico, attenzione: vuol dire che tutto quel che viene di buono arriva a lei ma anche tutto quello che va male. Se Lollobrigida ferma un treno, se Sangiuliano si confonde su Times Square a pagare rischia di essere la Meloni".
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"Su Tajani, onestamente, i suoi manifesti abbracciati a Silvio Berlusconi sono veramente di cattivo gusto, non ho parole -dice ancora Crespi -. Su Calenda, se parlasse di meno farebbe più bella figura: aveva detto peste e corna di chi si candidava e poi lo fa pure lui. Tra l'altro, lo ha annunciato un attimo dopo la Meloni: effetto mediatico zero. Anche Renzi credo si candiderà, e fa bene". Ma come potranno accogliere gli elettori il fatto che i leader sin qui scesi in campo non andranno a Bruxelles? "E' una cosa che fa irritare solo Prodi, è evidente. Ma se tu metti sui cartelloni elettorali un leader morto da un anno e nessuno dice niente, è evidente che è una cosa normale. Un leader è anche un brand, ed è giusto che sia così".