Genova - 27 febbraio 2025, 13:23

Commercio a Genova, Salis all'attacco: "Comune piegato ai privati, negozi di vicinato in ginocchio"

La candidata sindaca del centrosinistra punta il dito contro le scelte urbanistiche dell'amministrazione uscente: "Waterfront ed Esselunga, esempi di come i soldi dei cittadini finiscano per agevolare i grandi gruppi"

"In questi anni il Comune ha svenduto la città abdicando al suo ruolo decisionale al tavolo con i privati. Ha favorito gli interessi di pochi dimenticando i bisogni dei cittadini". 

Non va per il sottile Silvia Salis, candidata alla carica di sindaca per il centro sinistra, nel descrivere la situazione del commercio genovese.

Salis punta il dito contro le scelte urbanistiche dell’amministrazione uscente, accusata di aver "svenduto" la città ai privati e alla grande distribuzione, a discapito dei negozi di vicinato.

"Nel Waterfront di Levante, costato duecento milioni di risorse pubbliche, anziché i venticinque iniziali previsti, ci saranno residenze di lusso, un grande centro commerciale e un palasport, venduto al privato a quattordici milioni e ricomprato a ventiquattro, rimasto unico spazio pubblico in mezzo a negozi e appartamenti extra lusso. Scomparso lo studentato, se non per pochi alloggi, scomparsa l’idea di uno spazio al servizio di tutti i cittadini. Cos’è questa se non un’operazione in cui si usano i soldi dei cittadini per favorire e finanziare funzioni private? E ancora una volta, quando l’operazione sarà conclusa, a pagare le conseguenze saranno le piccole attività e i residenti che perderanno i loro negozi sotto casa, risucchiati dalla grande distribuzione”.

Nel mirino finisce anche Esselunga e del nuovo punto vendita di Sestri Ponente: "L’amministrazione si è impegnata a finanziare parte delle opere idrauliche sul Chiaravagna, non per garantire la giusta sicurezza e tutela dei cittadini, ma solo perché indispensabile per autorizzare la realizzazione del nuovo supermercato Esselunga. Visto che è stato fatto solo per questo, perché il Commissario Bucci e poi il Comune di Genova hanno stanziato risorse pubbliche invece di chiedere al privato di provvedere al completamento della messa in sicurezza idraulica? Anche in questo caso, ancora una volta, fondi pubblici servono per agevolare il privato e la grande distribuzione".

Nel frattempo, in centro città, la Rinascente è chiusa da sei anni e l'apertura di Primark è incerta. "Questa l’eredità di Bucci e Piciocchi lasciata a Genova. Stiamo assistendo a una desertificazione commerciale, in via XX Settembre sta per abbassarsi un'altra saracinesca, quella di Elena Mirò, bisogna invertire la rotta garantendo alle attività commerciali quel sostegno e quella visione di città che chiedono da tempo e che non guardi agli interessi di pochi ma a tutti i cittadini".

"Leggo con sorpresa che dicano che essere ideologici è una cosa negativa, mentre avere una visione è proprio quanto richiesto a un sindaco, che non può essere un passacarte. E devono augurarsi che rimanga il più generica possibile, perché, come dimostra quanto appena detto su Waterfront ed Esselunga, nel momento in cui entro nel dettaglio la situazione cambia in modo drasticamente negativo per il loro operato", conclude Salis.

Redazione


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