Un rischio di squilibrio di poteri e garanzie e per la tenuta stessa del sistema della giustizia: c'è questo nelle motivazioni dello sciopero dei magistrati, a Genova come nel resto d'Italia in mobilitazione per la difesa delle prerogative previste dalla Costituzione contro la riforma del governo. "Perché l'indipendenza della magistratura è un bene comune", come da titolo della giornata.
"Non un fermo corporativo", il messaggio partito dall'assemblea di ieri a Palazzo di Giustizia di Genova, con un'adesione altissima che ha coinvolto oltre l'80% del personale, ma una sensibilizzazione su temi che riguardano i diritti di tutti i cittadini.
Un progetto legislativo che rischierebbe di creare fratture, guardando al dito invece che alla luna, in sintesi, e non risolvendo i problemi principali del settore, dalla carenza endemica di personale al turnover sempre più complesso, alla mancanza di personale amministrativo stabile, che spesso è dirottato come spiegano le toghe su altri settori, più appetibili.
Lo ha spiegato il presidente della sezione ligure dell'Anm Domenico Pellegrini. "Lo scopo dello sciopero era far capire quanto (ndr: la riforma) leverebbe in termini di diritti ai cittadini, creando un magistrato più debole, nel prendere decisioni". Timori e preoccupazioni sottolineate da più parti nei confronti di una riforma "non sulla separazione delle carriere ma sulla separazione delle magistrature, perché le carriere sono già separate e non si passa più dal fare il pm a fare il giudice se non una sola volta nella vita".
Invece "il tema da segnalare all'opinione pubblica riguarda i veri problemi della giustizia che sono la carenza di strutture, personale sempre più sulla soglia della pensione e non sostituito - dice anche l'ex presidente di Anm in Liguria, Francesco Pinto - nel momento in cui si profilano 2 magistrature che non si parlano tra loro è forte il pericolo ad esempio che la magistratura requirente risponda più alle esigenze del potere esecutivo che a quelle dei cittadini, con il rischio si scardini l'assetto costituzionale".
Ieri mattina nella tensostruttura di Palazzo di Giustizia è arrivato anche Antonio Albanese, a Genova per un lungo tour teatrale. Non c'erano i suoi personaggi celebri, ma un testo di Piero Calamandrei, giurista e padre costituente, che Albanese ha letto in apertura dell'assemblea. Un testo pronunciato da Calamandrei agli studenti giuridici di Milano, che ha commosso e raccolto la platea in un lungo applauso.
"Io oggi sono Calamandrei - ha commentato Albanese a margine della sua lettura - un uomo coraggiosissimo. Nel nostro ambiente si dice che quando ripeti le cose sei un po' in ritardo. Calamandrei è invece sempre avanti e lavorava per il futuro". Un testo che "è di un'attualità impressionante e poi si rivolge ai giovani, che per me è fondamentale. Le nuove generazioni e il futuro", ha concluso l'attore.
Attualità - 28 febbraio 2025, 07:55
Sciopero delle toghe contro la riforma della giustizia, applausi per Antonio Albanese che legge Calamandrei
"Non un fermo corporativo", il messaggio partito dall'assemblea di ieri a Palazzo di Giustizia di Genova, con un'adesione altissima che ha coinvolto oltre l'80% del personale, ma una sensibilizzazione su temi che riguardano i diritti di tutti i cittadini
Antonio Albanese