Attualità - 20 aprile 2025, 15:28

Castellucci si autoassolve per la strage di Avellino, Possetti: “Per la legge lui è colpevole”

L'ex AD di Aspi scrive un'ampia difesa sulla strage di Avellino, scatenando la dura reazione del comitato Parenti Vittime del Ponte Morandi: "Svilisce un giudizio definitivo". Duro comunicato del Comitato di Redazione del quotidiano

Castellucci si autoassolve per la strage di Avellino, Possetti: “Per la legge lui è colpevole”

Una versione personale dei fatti e una riflessione sulla vicenda del viadotto di Acqualonga, risalente al 2013.

È quanto è stato pubblicato sull’edizione odierna de Il sole 24 ore che, nell’edizione di Pasqua, ha visto sulle sue colonne la difesa di Giovanni Castellucci, condannato in via definitiva a sei anni di reclusione proprio a seguito dei fatti del 2013 che ha esposto il suo punto di vista.

Una scelta, quella della direzione del quotidiano, che non ha mancato di scatenare le polemiche dei familiari delle vittime del Ponte Morandi.

Nella lunga lettera a sua firma, l'ex amministratore delegato di Autostrade per l'Italia (Aspi), condannato in via definitiva a sei anni di reclusione per la tragedia del viadotto Acqualonga del 2013, ha voluto offrire la sua versione dei fatti, scatenando l'indignata reazione di Egle Possetti.

Nella sua disamina, Castellucci ripercorre la dinamica dell'incidente avvenuto in provincia di Avellino, in cui persero la vita quaranta persone a causa dello sfondamento di una barriera da parte di un autobus con problemi meccanici. L'ex AD si sofferma sulla tipologia della barriera, definita "con il massimo livello di contenimento", e sui successivi problemi di corrosione nei tiranti, aspetti per i quali afferma di non essere mai stato indagato per mancanze manutentive.

Il cuore della sua difesa si concentra sulla decisione, presa dal CdA di Aspi nel 2013, di stanziare 138 milioni di euro per la sostituzione di barriere obsolete su un vasto tratto autostradale. Castellucci sostiene che tale sostituzione non fosse imposta da alcuna normativa, ma decisa autonomamente dalla società per innalzare gli standard di sicurezza. La sua responsabilità processuale, spiega, deriverebbe da una successiva fase progettuale, in cui si scoprì che alcuni viadotti avevano già barriere più moderne, inducendo il progettista a non sostituirle senza però adeguate verifiche.

Castellucci contesta l'interpretazione della Corte d'Appello, che ribaltò l'assoluzione di primo grado, ritenendo la delibera valida solo per le barriere in calcestruzzo, un'esegesi che l'ex AD definisce in contrasto con testimonianze e documentazione progettuale. Sottolinea inoltre come anche il Procuratore Generale della Cassazione avesse espresso dubbi sulle motivazioni della sentenza d'appello, pur confermando la condanna. Concludendo la sua riflessione, Castellucci si interroga amaramente su cosa avrebbe potuto fare diversamente, arrivando paradossalmente ad affermare che, senza la sua proposta di sostituzione delle barriere, il processo e la condanna si sarebbero potuti evitare.

La scelta de Il Sole 24 Ore di pubblicare questa lunga "autoassoluzione" proprio nel giorno di Pasqua ha provocato una reazione immediata e sdegnata da parte di Egle Possetti. "Pur comprendendo e rispettando la tristezza dei famigliari per un loro caro che si trova rinchiuso in carcere, condannato in via definitiva, comprensione che per contro ci viene difficile immaginare nel nostro caso, visti gli atteggiamenti emersi a suo tempo (grigliate, ecc.) non possiamo però esimerci da un’attenta valutazione di quanto sta accadendo oggi" esordisce Possetti.

Possetti critica duramente la decisione del quotidiano di concedere un'intera pagina a un condannato definitivo per "assolvere il suo operato, come a trasformarsi in agnello immolato proprio nel giorno festivo di Pasqua". Questa pubblicazione è avvenuta "con l’approvazione della direzione della testata, nonostante la richiesta di ripensamento emersa del Comitato di Redazione del giornale stesso, che avrebbe ritenuto inopportuno concedere la pubblicazione di questa lunga lettera, senza filtri giornalistici”.

Il Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi non nasconde la propria amarezza: "Noi possiamo ben comprendere quanto possa far male, a chi ha perso una persona cara nella strage di Avellino, leggere quanto scritto dopo anni di attesa del giudizio. Comprendiamo anche molto bene che queste parole affidate alla carta stampata abbiano uno scopo e pensiamo che la strategia alla loro base sia comunque quella di svilire un giudizio definitivo, che dopo ben tre gradi processuali ha ritenuto colpevoli Giovanni Castellucci ed altri imputati dei reati a loro contestati per questa strage”.

Possetti contesta con forza la tesi difensiva di Castellucci, sottolineando come il ruolo di vertice in un'impresa comporti responsabilità precise e non sia meramente rappresentativo. "Questa lettera, cerca di assolvere l’uomo verso la famiglia e l’amministratore delegato verso la pubblica opinione, come se il ruolo di dirigenza e comando in un’impresa fosse soltanto un ruolo rappresentativo, come se la delega potesse eliminare le responsabilità di cui un ruolo come quello di vertice è intriso”.

Il Comitato si dice "molto contento che il comitato di redazione del Sole 24 ore abbia avuto la forza e la lucidità di emettere un comunicato, in cui evidenzi questa evidente stortura mediatica". Possetti ricorda inoltre che le dichiarazioni rese da Castellucci nel processo per il Ponte Morandi furono spontanee e diverse da un interrogatorio, evidenziando come la pubblicazione della lettera sia "ancora una volta la dimostrazione di potere di una persona che ha retto le sorti di una società importante come ASPI per molti anni".

"Perché per la legge, questo signore non è solo responsabile per l’operato della società nella vicenda della strage di Avellino, è anche colpevole" conclude Egle Possetti, ringraziando il Comitato di Redazione de Il Sole 24 Ore per la presa di posizione e tutti coloro che hanno dimostrato sensibilità verso la vicenda.

I.R.