“Sono qui a San Lorenzo perché Papa Francesco ha rappresentato una grande speranza e ho deciso di vivere questo momento in comunione con gli altri fedeli. Mi piacerebbe che la persona che prenderà il suo posto continui il suo cammino”. Questo il pensiero di una fedele che questa mattina, sabato 26 aprile, alle 9,45, ha deciso di prendere parte ai funerali del Santo Padre, trasmessi in diretta su maxischermo nella Cattedrale di Genova. Insieme a lei tanti fedeli hanno scelto di condividere questo momento di preghiera e di ricordo di Papa Bergoglio, come il sindaco facente funzioni Pietro Piciocchi: ”Ho scelto di essere in Cattedrale perché credo sia mio dovere, in qualità di vicesindaco reggente, manifestare vicinanza innanzitutto alla comunità cattolica della nostra città e, più in generale, stringermi alla nostra Genova e ai suoi cittadini in un momento così importante. Credo sia chiaro che questo Papa ha lasciato un messaggio di speranza su cui anche la nostra città può costruire il proprio futuro - spiega prima dell’inizio dei funerali -. Poi, personalmente, da credente, sento ancora più forte questo legame. È evidente che Papa Francesco ha lasciato un messaggio molto forte, di cui dobbiamo far tesoro: ci invita a rinforzare i legami della nostra comunità, a guardare al futuro con speranza, a non lasciare indietro nessuno. È un grande messaggio sociale, oltre che spirituale.
Se invece guardiamo all’aspetto più personale, non posso non fare riferimento al mio essere credente, al dono della fede che ho ricevuto. Credo che Papa Francesco ci abbia insegnato a vivere la fede in modo concreto, sostanziale, senza formalismi, senza apparenze, confidando pienamente nella misericordia di Dio. È un messaggio bellissimo che lui ha portato avanti in tutti questi anni. Ricordo in particolare le sue omelie a Santa Marta, quando era ancora in buona forma: ogni mattina celebrava la Messa e predicava a braccio, spesso raccontando aneddoti della sua vita e collegandoli alla fede. Erano omelie semplici ma profondissime, vere catechesi di sostanza. Per me erano veri messaggi di speranza. Come credente, ho vissuto tutto questo come un richiamo alla sostanza della fede, proprio come faceva Gesù: senza forma e senza apparenza. Credo che Papa Francesco ci abbia invitato a non essere ipocriti, ma a vivere la fede nella radicalità della sequela di Gesù. Se devo lasciare un ricordo personale, ecco, io, Pietro Picciocchi, come credente, mi porto nel cuore questo: l'invito a una fede autentica, concreta, misericordiosa”.
L’accesso alla Cattedrale è stato interdetto ai turisti e ai visitatori che non desiderano assistere ai funerali; l’accesso è limitato all’ingresso della Chiesa.
In occasione della Messa esequiale per il Romano Pontefice Francesco, è stato predisposto un libretto che guida i fedeli attraverso il solenne rito funebre; la Liturgia della Parola ha offerto letture significative, tra cui un brano dagli Atti degli Apostoli (10, 34-43) che sottolinea come Dio non faccia preferenze, un passo dalla lettera ai Filippesi (3, 20-4, 1) che parla della nostra cittadinanza celeste e della trasformazione del corpo e il Vangelo di Giovanni (21, 15-19) con il dialogo tra Gesù e Pietro sul pascere le pecore, un tema centrale per il ministero papale. Il Salmo responsoriale (Salmo 22) presenta l'immagine del Signore come pastore. Dopo l'omelia e la preghiera universale, si svolge la Liturgia Eucaristica, con il canto all'offertorio e la Preghiera Eucaristica III, che include un prefazio sulla speranza della risurrezione in Cristo. Al termine della celebrazione, il feretro sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione.
Il periodo di cinque giorni di lutto nazionale, proclamato dal governo italiano in seguito alla scomparsa del Santo Padre, si concluderà oggi, in coincidenza con la celebrazione dei funerali. I palazzi dei Rolli riapriranno le visite per i Rolli Days dalle ore 14 di questo pomeriggio.
"In comunione con tutta la Chiesa abbiamo vissuto insieme questo momento così particolare", ha detto Mons. Marco Doldi, Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Genova. "La preghiera di questi giorni non si esaurisce oggi, ma continua con intensità e commozione. Continuiamo a chiedere la vicinanza di Papa Francesco alla Chiesa e al mondo". Da Roma, dove ha preso parte alle esequie del Pontefice, Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, ha condiviso questa sua riflessione: "Oggi in Piazza San Pietro abbiamo dato l’ultimo saluto a Papa Francesco, un pontefice che ha saputo parlare a tutti, e lo dimostra non solo la grande partecipazione alle sue esequie ma anche la presenza di tanti che nei giorni scorsi si sono messi in fila per rendergli omaggio. Non ne potremo dimenticare la grande personalità e presenza di spirito, che lo hanno accompagnato anche nei momenti più difficili a conclusione della sua vita terrena. Come ricordato nell’omelia dal Cardinale Re, il Papa ha saputo condurre e accompagnare la Chiesa in questa epoca di cambiamento che stiamo attraversando, con attenzione al nuovo e con sensibilità ai problemi del nostro tempo, con un particolare impegno per gli ultimi. La scelta di chiamarsi Francesco come il Santo di Assisi è un appello, per me molto caro, alla fraternità e alla solidarietà umana, nella certezza che, come diceva sempre il Papa, nessuno di noi può salvarsi da solo. Il suo Magistero così come i suoi gesti di umanità, prossimità e vicinanza rimarranno nella mente e nel cuore di tutti. Oggi non abbiamo solo pregato ancora una volta per Papa Francesco come lui ci ha chiesto sempre, ma abbiamo anche la certezza che ora è lui a pregare per noi, per la pace, per la Chiesa, per il Mondo intero".