‘C’era una volta… la cartoleria’ è il nuovo servizio seriale de La voce di Genova dedicato a questi negozi che sembrano essere sospesi nel tempo. Rifugio di studenti, impiegati e sognatori, la cartoleria è sempre stata più di un negozio, ma un luogo dove perdersi, tra il profumo della carta nuova e i colori di pennarelli, pastelli e tempere. Oggi queste botteghe sono sempre più rare, ma con questi racconti vogliamo riscoprire il loro fascino, raccontando le storie di chi le tiene ancora in vita con passione.
Da ben trent’anni è un punto fermo per i residenti del quartiere di Rivarolo, tra quaderni, colori e consigli: così la ‘Cartoleria Simone’, nata dalla passione di Daniela Angela Bozzano, ha saputo superare crisi economiche, il crollo del Ponte Morandi e la pandemia. Ad oggi, resiste alla concorrenza dei colossi online e dei supermercati, rimanendo un “punto luce” per tutti i residenti della delegazione, sempre pronta a servire dietro al bancone i clienti tra un sorriso e due chiacchiere, in compagnia del marito Nunzio Iacquilino.
Ma la cartoleria, in teoria, non si sarebbe dovuta chiamare ‘Cartoleria Simone’, perché il sogno della titolare era, in realtà, un altro: dare al suo negozio il nome "Mimosa”. Ma un giorno, suo figlio, Simone, “Mi disse chiaramente: se la chiami Mimosa, io in quel negozio non ci entrerò mai. E così, decisi di chiamarla ‘Cartoleria Simone’".
Una storia cominciata con un foglio di carta e un incontro fortuito: era il 1996 quando Daniela Angela Bozzano, cercando un semplice foglio per sistemare un'enciclopedia nella nuova casa, entrò in una cartoleria di quartiere: “Ricordo che dietro il bancone la negoziante era stanca e scoraggiata, pronta a mollare tutto”, racconta.
Così, in pochi giorni, la titolare della cartoleria prende la decisione di rilevare l’attività: “Era un semplice negozio di giocattoli - prosegue -. Ma io, con il liceo artistico e una laurea in architettura alle spalle, ho ripensato completamente lo spazio. Così fatto il disegno del nuovo negozio e l'ho trasformato in una vera cartoleria".
Da subito stabilì regole ferree, decidendo di impostare l’apertura alle 7.30 del mattino, anche nei giorni festivi più importanti: "Volevo dare a tutti la possibilità di trovare ciò che serviva, anche all'ultimo momento", spiega.
Col tempo, l'attività si trasferì in un locale più grande, passando da venti a duecento metri quadri. Ampliò l'offerta, organizzò corsi di disegno per bambini e laboratori di decoupage per adulti: “Nel 2003 ci siamo allargati - racconta -. Dopo un po’, però, mi accorsi subito che chi si sentiva a suo agio nel negozio piccolo, spesso non trovava il coraggio di entrare in quello grande".
Nel periodo di massimo sviluppo lavoravano in tre: lei, la nuora e il marito. Poi, nel 2010, la mole di lavoro si ridusse e rimasero in due. A segnare un punto di svolta drammatico fu il crollo del Ponte Morandi, nell’agosto 2018: “Il danno fu enorme - racconta Bozzano -. Non era solo una questione economica: era cambiato lo stato d'animo delle persone. Non dormivamo più la notte, e di giorno era impossibile fingere allegria dietro il banco".
E poi, la pandemia, poco dopo, diede un ulteriore duro colpo: “Restammo aperti, grazie alla licenza per vendere guanti, mascherine e alcol - spiega -. Ma consumavamo solo corrente elettrica: vendevamo tre mascherine al giorno".
Negli ultimi anni la difficoltà più grande è diventata la concorrenza dei supermercati, le piattaforme online ma anche i megastore cinesi: “Le persone pensano che il negozio di quartiere sia più caro solo perché è piccolo - osserva -. Un esempio? Due colle costano 4,80 euro da noi e 6,90 euro al supermercato, ma nessuno se ne accorge. E se compri online, devi aspettare un corriere senza sapere quand’è che arriverà di preciso, mentre da noi hai il prodotto subito e un servizio in più: consigli, assistenza, confezioni regalo senza costi".
Eppure, la Cartoleria Simone non chiude: “Ho investito qui tutto quello che avevo guadagnato nel ramo del vino - racconta - Volevo dimostrare che si può resistere senza farsi concorrenza sleale. Il negozio è sempre stato una casa aperta: qui si passa il tempo con i clienti, si chiacchiera, si diventa amici. Continueremo ancora, finché avremo la forza e la speranza che qualcuno capisca quanto siano importanti le piccole botteghe nei quartieri".