Politica - 05 maggio 2025, 20:41

Elezioni comunali, le pagelle al dibattito della Sala Quadrivium: tra scout, oratori e Pericle un confronto all’acqua di rose che non cambia i giochi

In un faccia a faccia senza contraddittorio il terzo incomodo svetta tra i due principali contendenti

Il dibattito nella Sala Quadrivium

Il dibattito nella Sala Quadrivium

Prima di addentrarci nelle pagelle del dibattito organizzato dal Percorso Diocesano di Formazione Politica alla Sala Quadrivium, sono necessarie due doverose premesse.
La prima: le domande erano preparate, i candidati le avevano ricevute prima del dibattito e, quindi, si sono presentati con le risposte pronte alla mano.
La seconda: i giudizi che state per leggere fanno riferimento solo e soltanto alla ‘prestazione’ del singolo candidato al dibattito di questa sera e non sono in alcun modo giudizi sulla persona, sulla proposta politica, su chissà cos’altro.
Ce n’è anche una terza: Cinzia Ronzitti e Francesco Toscano erano assenti.
Cominciamo.

L’impressione generale è stata quella di un dibattito - non dibattito, senza spunti di confronto tra i candidati che si sono limitati a portare alla platea le loro risposte su domande di ampio respiro in merito a temi come ‘giovani’, ‘lavoro’ e ‘sociale’, oltre al gran finale all’insegna della ‘Genova che sogno’. Nessun picco degno di nota, fatta eccezione per un paio di singoli (disordinati) affondi e qualche slogan, in un clima generale di riassunto dei vari programmi elettorali che abbiamo già avuto modo di leggere.
Procediamo in ordine alfabetico.

Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione): coerente, preciso, dritto al punto, fedele a sé stesso nel dire che è pronto a valutare tematiche a prescindere dalla loro provenienza politica. Non sbanda mai, porta temi concreti, attacca sulla produzione di armi in Liguria, sogna una ‘antiburocrazia’ sulla scia dell’antimafia e nel disegnare la città dei suoi sogni cita Pericle. Pienamente in controllo. Voto 7,5

Raffaella Gualco (Genova Unita): ci mette l’energia e la voglia, meno gli argomenti. Parte all’insegna di numeri e inglesismi, va fuori tema quando parla di caos autostrade alla voce ‘sociale’. Prova (e in parte ci riesce) il recupero sulla domanda a tema libero, lancia la frecciata quando dice di sognare una città “in cui non decidono le sorti a bordo di uno yacht” e tenta un attacco a Salis e ai partiti che, però, le riesce a metà. Ha margini di miglioramento. Voto 5

Antonella Marras (Sinistra Alternativa): vale lo stesso discorso fatto per Crucioli, fedele a sé stessa. Le sue risposte trasudano la sua provenienza, nulla di incoerente, nulla di distante dai binari della sinistra radicale. Critica lo sgombero dei centri sociali e auspica “un Buridda in ogni quartiere”, invoca il salario minimo, si scaglia contro il piano di riarmo e sogna un assessorato alla pace. Peccato per quel foglio sempre davanti agli occhi che toglie naturalezza e per un po’ troppa teoria ideologica che la porta lontana dai confini genovesi. Voto 6,5

Pietro Piciocchi (Centrodestra): sul piano dialettico porta in sala tutta l’esperienza maturata negli anni in amministrazione. Non ha mai un’esitazione, ma non si distacca dalla narrazione bucciana intrisa di numeri in crescita e di un ottimismo ostentato. Lancia l’amo agli organizzatori (e a parte della platea) quando parla di un sostegno economico del Comune agli oratori “anche per la riqualificazione degli immobili” e di una “famiglia distrutta” e giovani senza “valori spirituali”. Per il resto è un grande sunto del programma elettorale. Voto 7

Silvia Salis (Centrosinistra): parte in sordina e recupera nel finale. Strizza l’occhio ai padroni di casa citando le sue esperienze nell’ACR e negli scout. Non manca anche il passaggio sulle mense sociali e sulla Caritas in riferimento alla piaga della “povertà di chi lavora”. Pienamente consapevole della location, esce dal copione nell’appello finale quando si rifugia nel suo amato mondo sportivo paragonando la Genova dei suoi sogni a una squadra di maratona: “È fondamentale il tempo del primo, ma la cosa più importante è la distanza tra il primo e l’ultimo”. Colpo di coda. Voto 7


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