Politica - 08 maggio 2025, 15:39

Elezioni comunali, Toscano e Martini (DSP): “Spazi pubblici per i giovani. Ascolto, partecipazione e concretezza per una Genova più giusta e viva”

“In molti quartieri ci sono edifici abbandonati, locali comunali chiusi da anni che potrebbero rinascere grazie alla creatività e al protagonismo delle comunità”

Erica Martini e Francesco Toscano

Erica Martini e Francesco Toscano

Genova ha bisogno di tornare ad ascoltare i suoi giovani e i suoi quartieri. Servono azioni reali e durature, non iniziative estemporanee o disomogenee rispetto ai bisogni dei territori. Per questo vogliamo riportare al centro dell’agenda politica cittadina il tema del recupero degli spazi pubblici da destinare alla cultura, alla socialità e alla crescita delle nuove generazioni”.
Così Francesco Toscano, candidato sindaco, ed Erica Martini, candidata al consiglio comunale per Democrazia Sovrana e Popolare.

Negli ultimi anni - continua Toscano - alcuni segnali positivi ci sono stati: progetti come “I Feel Good in Biblioteca”, che ha animato temporaneamente alcune biblioteche civiche, e “Intorno al Ponte San Giorgio”, con laboratori artistici e attività educative nella zona della Valpolcevera, hanno mostrato del potenziale. Tuttavia, queste iniziative restano episodiche, frammentarie e prive di un disegno organico. Manca ancora una pianificazione strutturata e partecipata, capace di garantire continuità e accesso capillare ai servizi culturali per i giovani”.

In molti quartieri – aggiunge Martini, che proprio ieri ha toccato l'argomento nel confronto con i candidati sindaco ai giardini Luzzati – ci sono edifici abbandonati, locali comunali chiusi da anni, spazi vuoti che potrebbero rinascere grazie alla creatività dei giovani e al protagonismo delle comunità. Serve una mappatura trasparente e un piano serio di riutilizzo pubblico e sociale. Ma prima ancora, serve la volontà politica di metterli davvero a disposizione”.

Il progetto di Democrazia Sovrana e Popolare parte da un principio semplice - aggiungono - ascoltare. Ascoltare i comitati, le associazioni, i giovani, i territori. “Non si può decidere tutto dall’alto e poi chiamarlo partecipazione. Vogliamo costruire con i cittadini, non sopra di loro”.

Da Democrazia Sovrana e Popolare passano poi alle proposte: “Mappatura e riuso degli spazi abbandonati o sottoutilizzati: mappare edifici pubblici o privati inutilizzati (ex scuole, capannoni, locali commerciali, ex caserme), attivare accordi con enti come Comune, ASL, Ferrovie dello Stato o Diocesi per ottenere concessioni temporanee o comodati gratuiti, sostenere modelli di “case del quartiere” o centri culturali autogestiti riconosciuti e legittimati; Progettazione partecipata: coinvolgere i giovani nella trasformazione degli spazi attraverso laboratori di co-design e pratiche di urbanismo tattico, usare strumenti come i bilanci partecipativi per finanziare direttamente le iniziative decise dai cittadini; Collaborazioni ibride pubblico-privato-sociale: costruire partenariati tra Comune, associazioni giovanili, imprese culturali e fondazioni bancarie, incentivare start-up culturali e creative a insediarsi in questi spazi offrendo attività gratuite alla cittadinanza; Accesso a fondi e progettazione europea: partecipare a bandi come PNRR, Erasmus+, Creative Europe, FUS, ecc, attivare collaborazioni con enti esperti per scrivere progetti solidi, sostenibili e coerenti con i bisogni locali; Eventi culturali per riattivare gli spazi: utilizzare eventi temporanei (mostre, concerti, festival, laboratori) per testare e avviare la riattivazione degli spazi; coinvolgere scuole, università, conservatori, accademie e artisti locali; Coordinamento e governance: istituire un Tavolo Permanente Giovani/Comune con potere consultivo e propositivo, accogliendo e utilizzando anche la già presente Consulta dei giovani, creare un fondo comunale trasparente per il sostegno a progetti culturali dal basso, con criteri semplici e accessibili”.

Noi vogliamo una Genova che non lasci indietro nessuno. E questo significa cominciare da chi oggi ha meno voce: i giovani e le periferie. Restituire loro spazio non è un favore, è un dovere politico” concludono Toscano e Martini.

I.P.E.


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