Politica - 04 agosto 2025, 19:28

Industria, trasporti, rifiuti e sanità: il centrosinistra regionale riparte dal ‘Conclave di Quezzi’ per riscrivere la sua agenda

Andrea Orlando riunisce i partiti di opposizione, obiettivo primario è trovare la sintesi: “Una giornata fattiva per dare il metodo e far pesare di più la Liguria nel quadro nazionale”

La riunione del centrosinistra regionale a Quezzi

Sono quelli che devono decidere per noi. Che lo facciano bene”. Lo dice, sottovoce ma non troppo, una delle quattro signore impegnate ad aprire l’ennesima mano di Scala Quaranta sotto la tettoia del circolo ARCI ‘Rino Barighini’ di Quezzi, sede locale del Pd. Ai loro piedi un piccolo cane ormai non più giovane è impegnato a scacciare a suo modo ogni piccione in avvicinamento. Poco più in là, abbandonato su un tavolo, il foglio che si erge a testimone delle scelte che i rappresentanti della coalizione di opposizione in Regione hanno fatto per pranzo. Andrea Orlando, capo della truppa e ideatore del ‘Conclave di Quezzi’, ha optato per un panino stracchino e crudo.

La lunga tavolata della minoranza regionale ha discusso per quasi otto ore all’ombra di una strutturata vite che si inerpica vicino al campo da bocce. Orlando li ha convocati lì alle 9, per una intera giornata di confronto e discussione, a dieci mesi dalle elezioni che la coalizione progressista ha perso per una manciata di voti e in vista della ripresa dei lavori a settembre. Domani ultimo consiglio regionale.

Orlando parla di “una giornata fattiva” utile per “dare il metodo”, la prima di una serie di incontri che, come ha detto il capogruppo del Pd, Armando Sanna (stracchino e bresaola per lui): “Non si faceva da dieci anni”.

Quattro i punti all’ordine del giorno: rifiuti, trasporti, industria e sanità. Per l’ex ministro Orlando l’obiettivo cardine è quello di “far pesare di più la Liguria nel quadro nazionale, perché è stata illustre assente nella conferenza unificata a partire dalla distribuzione delle risorse”.
Se il presidente Bucci vuole far alzare la voce dal governo siamo disponibili a dare una mano - ha aggiunto Orlando - la Liguria ha una carenza di risorse e un’assenza totale di programmazione. Abbiamo parlato di industria e ancora non c’è un piano energetico, anche il piano dei rifiuti ha fallito tutti i suoi obiettivi e i quantitativi non corrispondono alla realtà. E sulla sanità Alisa non c’è più, ma il piano rimane lo stesso. Ci muoviamo alla cieca e con poche risorse, questi mesi non sono serviti a colmare i gap ma a negarli”.

Andando nello specifico dei quattro temi cardine, in merito ai rifiuti Orlando ha parlato di “un vuoto programmatico” sottolineando poi che, secondo lui, “il commissariato non riuscirà a svolgere la sua funzione in tempo utile e la fotografia non corrisponde all’immagine di una regione con le tariffe più alte d’Italia, con un servizio di raccolta tra i peggiori in Europa. Voglio che almeno la Liguria si allinei alle tariffe del Nord e abbia una migliore differenziata”. Per Orlando questo sarebbe possibile se “si realizzassero impianti per il trattamento dalla separazione che a oggi non esistono”.

Serve “coordinamento tra le aziende del tpl, anche tramite un’agenzia”, invece, per quanto riguarda l’annoso tema dei trasporti. Oltre a “una integrazione tra gomma e ferro anche con un biglietto unico, un servizio integrato”.

Rilanciamo la revisione del contratto di servizio con Ferrovie - ha aggiunto Orlando - riproponiamo la questione, sfidiamo a un confronto dopo otto mesi con chi, secondo loro, erano quelli che non volevano fare le cose. Sulle opere non si contano più i ritardi, alcune sono sparite dal dibattito, e mancano i discorsi su opere come il raddoppio della linea ferroviaria Genova-Ventimiglia”.

Alla voce ‘industria’ l’ex deputato dem dice chiaramente: “Vogliamo la reindustrializzazione della Liguria, ma non ci sono gli strumenti: un piano energetico, una struttura che accompagni questi processi. Ne ha convenuto anche la maggioranza, Filse non ha la vocazione per poter fare questo”.
Sul futuro dell’ex Ilva, invece, Orlando ha parlato di “un piano che non esiste, anche esperti dicono che non sta in piedi e non risponde a una domanda: chi fa questo investimento? Dodici miliardi, al momento non credo siano in molti a volerlo fare, se si esclude l’intervento pubblico. Non ci sono più gli azeri e sarebbe bene che il ministro Urso ci spiegasse chi sono i misteriosi benefattori che vogliono fare questo investimento”.

Infine il nodo sanità. “Attendiamo un piano di insieme che non c’è - ha tuonato Orlando, che ha rimandato la discussione alla ripresa dei lavori a settembre - diremo che cosa ci aspettiamo, gli obiettivi che attendiamo da una ristrutturazione. Per ora vediamo un vestito da arlecchino e una certa indeterminatezza tra Bucci e Toti. Alisa non c’è più? C’è ancora e si chiama diversamente. Vediamo all’orizzonte due grandi buchi sul futuro: molte promesse e poco personale, e un territorio che dovrebbe usare il Pnrr per la deospedalizzazione e, a oggi, non vediamo passi in questa direzione”.

Per l’ex ministro dalla giornata di oggi emerge “il profilo di un programma e la volontà di un confronto sulla base dei contenuti che abbiamo messo insieme. Faremo incontri con la maggioranza ma anche con le forze sociali e con soggetti imprenditoriali. Il nostro ruolo non è solo ‘abbaiare’, ma anche assumerci responsabilità”.

Prova a fare sintesi il capogruppo del Pd in regione, Armando Sanna: “Oggi pensiamo che la mano destra non sappia che cosa fa la sinistra, manca programmazione. Dopo 10 mesi ci siamo incontrati con un’idea di opposizione che stiamo sviluppando ed è la prima volta in dieci anni di cicli amministrativi. Stiamo portando avanti il programma che a ottobre abbiamo presentato ai cittadini con una programmazione a lungo termine, quello che sta mancando ai cittadini. È fondamentale la sintesi di quello che è emerso tra tutte le forze che hanno dimostrato anche con la vittoria di Genova, un programma unito da qui alle prossime sfide che ci troveremo ad affrontare”.

Selena Candia, capogruppo di AVS in Regione, dopo aver optato per un semplice mozzarella e pomodoro a pranzo, ha parlato dell’intenzione di “dare una visione alla Regione” insistendo sulla continuità tra l’amministrazione di Marco Bucci e quella di Giovanni Toti nel “gestire le cose in modo emergenziale”. L’accusa è sempre quella: la mancanza di una visione complessiva. Che si parli di rifiuti, di sanità, di Ilva o di trasporti. “Una grandissima bugia”, così, in conclusione, Candia definisce la promessa di un collegamento ferroviario tra Genova e Milano in meno di un’ora, promessa-bandiera del centrodestra regionale.

Nella scelta del pranzo Stefano Giordano, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, è stato sul vago: crudo e formaggio. Più diretto sugli obiettivi della lunga riunione di Quezzi: “Una partenza, con forza e determinazione, in contrasto a una politica che rappresenta una Liguria in stagnazione, ferma, che ha assunto comunque un indirizzo non lontano e sovrapponibile al fallimento del predecessore Toti”.
Nessuna rivoluzione, ma comunicazioni esenti da contenuti - ha aggiunto Giordano - tante inaugurazioni, ma nessuna rivoluzione”. Il consigliere pentastellato ha concluso parlando di “un punto di partenza importante, che rilancia le azioni politiche che possiamo mettere in atto in consiglio regionale e non solo”.

Assenti al tavolo di Quezzi le forze centriste, che invece siedono in amministrazione a Palazzo Tursi. “Auspico che anche questa opposizione si metta a dialogare con le forze che non sono rappresentate, ma che si oppongono alla destra” ha risposto Orlando a chi gli chiedeva conto di una possibile apertura a chi, invece, è stato escluso dalla corsa alle regionali di ottobre.

Ora l’appuntamento è fissato: seconda metà di settembre. Perché, come hanno detto loro stessi, il Conclave di Quezzi non sarà un passaggio occasionale, ma un nuovo metodo di lavoro.


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