“Comune di Genova, Polizia Municipale, ma ci state prendendo in giro?”
Esordisce così Barbara Palazzolo, titolare dell’Osteria in Darsena in un post - denuncia affidato ai social in cui raconta la situazione di piazza dello Statuto e l’esasperazione di commercianti e residenti, costretti a fare i conti con una realtà che appare ai limiti del paradosso.
“In questi giorni si parla tanto della situazione alla Darsena, di piazza Statuto - scrive - e di zone abbandonate del nostro centro storico. Articoli, interviste, belle parole. Ma chi vive e lavora in queste aree sa bene che la realtà è ben diversa”.
Sono stati proprio i commercianti i primi a cercare di agire per migliorare la situazione degrado con una serie di piante davanti ai locali e accanto ai dehor, per rendere ‘decorosa la piazza’ e per impedire la sosta selvaggia di furgoni a qualunque ora.
Un segnale di cura del territorio, di presenza, che ha avuto un esito paradossale.
“Arrivano, puntualissimi, i vigili. ‘Le piante occupano suolo pubblico, dovete toglierle’ Ma davvero? L’unico intervento che riuscite a fare è questo?”.
Palazzolo si interroga sulla mancata azione nei confronti di soste abusive e situazioni di degrado che, invece, vanno avanti da anni: “Ci è stato detto ‘se posteggiano, dovete chiamare. Arriviamo noi’. Davvero? Dobbiamo passare le nostre giornate al telefono con la municipale, segnalando ogni singola macchina? Per sentirci rispondere magari che passerete, e comunque, anche se la togliete dopo cinque minuti ne arriva un’altra?”.
Non è solo una questione di decoro, ma anche di ascolto. I commercianti hanno inviato una mail all’assessora Tiziana Beghin: nessuna risposta. Hanno avanzato una proposta sul portale “Proponiti”, per prendersi cura della piazza: silenzio anche lì.
Intanto, gli unici segnali che sono arrivati sono quelli repressivi: “Mi chiedo: cosa ci vorrebbe davvero per migliorare la situazione? Dei paletti? Dei panettoncini? Un minimo di ascolto? Oppure – se proprio non avete risorse, personale, fondi – lasciate che siano i commercianti ad agire. Noi siamo qui. Voi?”.