Attualità - 06 agosto 2025, 11:00

“Via le piante, ma restano le auto in sosta vietata”: la rabbia dei commercianti di Piazza dello Statuto

Mentre degrado, parcheggi abusivi e spaccio continuano indisturbati, il Comune interviene solo per far rimuovere i vasi messi dai negozianti. “Ci ignorano, ma ci multano”

“Comune di Genova, Polizia Municipale, ma ci state prendendo in giro?”

Esordisce così Barbara Palazzolo, titolare dell’Osteria in Darsena in un post - denuncia affidato ai social in cui raconta la situazione di piazza dello Statuto e l’esasperazione di commercianti e residenti, costretti a fare i conti con una realtà che appare ai limiti del paradosso.

“In questi giorni si parla tanto della situazione alla Darsena, di piazza Statuto - scrive - e di zone abbandonate del nostro centro storico. Articoli, interviste, belle parole. Ma chi vive e lavora in queste aree sa bene che la realtà è ben diversa”.

Sono stati proprio i commercianti i primi a cercare di agire per migliorare la situazione degrado con una serie di piante davanti ai locali e accanto ai dehor, per rendere ‘decorosa la piazza’ e per impedire la sosta selvaggia di furgoni a qualunque ora.

Un segnale di cura del territorio, di presenza, che ha avuto un esito paradossale.

“Arrivano, puntualissimi, i vigili. ‘Le piante occupano suolo pubblico, dovete toglierle’ Ma davvero? L’unico intervento che riuscite a fare è questo?”.

Palazzolo si interroga sulla mancata azione nei confronti di soste abusive e situazioni di degrado che, invece, vanno avanti da anni: “Ci è stato detto ‘se posteggiano, dovete chiamare. Arriviamo noi’. Davvero? Dobbiamo passare le nostre giornate al telefono con la municipale, segnalando ogni singola macchina? Per sentirci rispondere magari che passerete, e comunque, anche se la togliete dopo cinque minuti ne arriva un’altra?”.

Non è solo una questione di decoro, ma anche di ascolto. I commercianti hanno inviato una mail all’assessora Tiziana Beghin: nessuna risposta. Hanno avanzato una proposta sul portale “Proponiti”, per prendersi cura della piazza: silenzio anche lì.

Intanto, gli unici segnali che sono arrivati sono quelli repressivi: “Mi chiedo: cosa ci vorrebbe davvero per migliorare la situazione? Dei paletti? Dei panettoncini? Un minimo di ascolto? Oppure – se proprio non avete risorse, personale, fondi – lasciate che siano i commercianti ad agire. Noi siamo qui. Voi?”.

I.R.