Attualità - 29 agosto 2025, 17:30

Chiedevano quaranta tonnellate di aiuti, ne sono arrivate duecentosessanta: lo straordinario e commovente cuore di Genova per aiutare Gaza

"Assieme al cibo spesso vengono allegati disegni e messaggi di bambini e bambine, per cui abbiamo una sequela di barchette con messaggi come 'viva la pace'. Era l'obiettivo principale: la sensibilizzazione"

"L'obiettivo era raccogliere almeno 40 tonnellate di aiuti alimentari per Gaza, ma ne sono arrivate già 260: "Una risposta nazionale, è commovente". E' quanto fa sapere ad Ansa Valentina Gallo di Music for Peace, la ong genovese che, su richiesta di Global Sumud Flotilla, ha promosso una raccolta viveri da imbarcare e portare a Gaza. Una parte della flotta partirà domenica 31 proprio dal capoluogo ligure diretta verso la Striscia con l'obiettivo di rompere il blocco degli aiuti umanitari.
Spiega Gallo che l'appello a raccogliere viveri era partito lunedì scorso alle 9,45 e già "un quarto d'ora dopo la gente ha risposto. Da quel momento il flusso non si è mai arrestato". E non solo da Genova: "Arrivano furgoni da Palermo a Trento" carichi dei beni di prima necessità richiesti dalla missione, tra cui pasta, riso, zucchero, pelati, biscotti, miele. "I materiali arrivano in sede e quindi vengono controllati e verificati uno per uno - racconta ancora l'attivista - Poi vengono smistati per genere e composti in family box tutti uguali, con beni vari. Dei 'kit base' dal peso di circa 20-23 kg. Sono tanti anni che operiamo così, per questo la Sumud ci ha chiesto di occuparci di quessta parte".
I beni arrivati sono talmente tanti che con ogni probabilità non entreranno nelle stive delle barche della Flotilla, "e la cosa più sorprendente è che le persone lo sanno e continuano lo stesso a portarci cibo". Saranno distribuiti in altre zone in grave crisi umanitaria, come il Sudan, oppure, come auspicano, a Gaza se si riuscirà ad aprire un corridoio umanitario. Il presidente di Music for Peace Stefano Rebora farà parte di uno degli equipaggi.
Assieme al cibo, racconta ancora Gallo, spesso vengono allegati "disegni e messaggi di bambini e bambine, per cui abbiamo una sequela di barchette con messaggi come 'viva la pace'. Era l'obiettivo principale: la sensibilizzazione. Il risveglio delle persone che avevano la necessità di avere qualcosa di concreto per manifestare il loro dissenso nel migliore dei modi: aiutando gli altri. Significa che la gente non vuole più stare in silenzio e che vuole fermare il massacro". 

Per contenere tutti gli aiuti arrivati, la sala chiamata dei camalli della Compagnia Unica a Genova è stata trasformata in magazzino:
"Music for Peace ci ha chiesto spazio perché non ne aveva più e da ieri i soci della Culmv e  alcuni delegati stanno lavorando come volontari per contribuire all'invio di aiuti alimentari alla popolazione di Gaza  - ha detto Luca Franza, coordinatore dei delegati Filt-Cgil della Culmv -. Per noi è naturale dare una mano perché la causa è anche la nostra". Decine e decine di scatoloni di generi alimentari occupano metà della sala chiamata e le squadre di portuali volontari stanno contribuendo alla spedizione anche con mezzi e organizzazione. 

Redazione