Prende il via oggi e continuerà per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Forti’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle ricchezze più straordinarie del nostro territorio: il sistema fortificato che abbraccia la città dalle alture. Un patrimonio unico, che racconta secoli di storia militare, politica e sociale.
Un viaggio tra Medioevo e Ottocento, tra leggenda e realtà, sempre con lo stesso filo conduttore: l’amore per Genova e per le sue eccellenze.
Buon viaggio insieme a noi, alla scoperta dei Forti!
Arroccato sul Monte Peralto, a trecentosessanta metri di altezza, il Forte Castellaccio è molto più di una fortificazione: è un libro di pietra che racchiude sette secoli di storia genovese.
Nato nel 1317 per volere di Roberto d’Angiò come torre di avvistamento, si trasformò presto in un vero castello per merito di Tommaso di Campofregoso, diventando un presidio strategico durante le aspre lotte tra Guelfi e Ghibellini.
Nel corso dei secoli la fortezza si adattò alle nuove tecniche di guerra. Nel 1507, sotto l’assedio di Luigi XII di Francia, i genovesi trovarono rifugio tra le sue mura, che però cedettero temporaneamente al nemico. Pochi anni dopo, nel 1531, il Castellaccio venne ricostruito per resistere alle armi da fuoco, con una guarnigione stabile di duecento uomini. A pochi passi, la vicina “forca” divenne luogo di esecuzioni capitali, un dettaglio cupo che lega la storia militare alla giustizia cittadina.
Con l’Ottocento arrivò una nuova fase: il forte venne quasi demolito e ricostruito secondo criteri moderni. Nacque così la Torre Specola, imponente torrione ottagonale in mattoni rossi, ancora oggi ben visibile. Negli anni successivi, la Specola e il Castellaccio furono uniti in una vera cittadella fortificata: mura bastionate, caserme, magazzini, forni e un’armata di ventidue cannoni. La guarnigione poteva arrivare fino a mille uomini, trasformando il complesso in un bastione inespugnabile.
Il Castellaccio non servì solo a difendere Genova da minacce esterne, ma anche a controllarne l’interno. Durante i moti del 1849 fu occupato dai rivoltosi, mentre negli anni seguenti ospitò prigionieri militari e, nella Prima Guerra Mondiale, anche austriaci catturati al fronte. Ancora negli anni del primo Novecento, la Torre Specola scandiva il mezzogiorno cittadino con un colpo di cannone, ricordando a tutti la presenza silenziosa ma costante della fortezza.
Oggi il Castellaccio si estende per quattrocentocinquanta metri, nascosto in parte da vegetazione e mura continue. Della sua imponenza restano ben visibili la porta d’ingresso e la Specola, simboli di un complesso che ha attraversato epoche, guerre e rivoluzioni.
Visitare il Forte Castellaccio significa compiere un viaggio nel tempo, tra Medioevo, Barocco e Ottocento, seguendo il filo rosso delle trasformazioni di una città che nel suo sistema di fortificazioni ha sempre visto riflessa la propria identità.