Attualità - 08 settembre 2025, 08:00

Genova aspetta la partenza dei suoi aiuti per Gaza a bordo della Global Sumud Flotilla

Nuovamente rinviata la spedizione delle imbarcazioni dirette verso le coste palestinesi, intanto sulle navi spuntano droni non identificati

Una delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla

Un nuovo rinvio per la Global Sumud Flotilla. Le imbarcazioni ormeggiate in Sicilia, partite nei giorni scorsi da Genova accompagnate dal fiume umano di 40mila persone, non hanno lasciato il porto ieri, come inizialmente previsto. La partenza è stata nuovamente posticipata, in attesa che anche le navi in arrivo da Tunisi siano pronte a salpare. La data definitiva sarà comunicata nelle prossime ore.

Si tratta di uno slittamento tecnico, ma non solo: la decisione rientra in una strategia di coordinamento tra i diversi convogli europei della missione, che intendono procedere compatti verso Gaza. A complicare i piani sono stati il maltempo e alcuni guasti tecnici, oltre a una crescente pressione diplomatica. Le imbarcazioni partite da Barcellona sono state costrette a fermarsi a Minorca, mentre due navi italiane non hanno mai lasciato la banchina. Circa venti restano operative.
L’obiettivo dichiarato della Global Sumud Flotilla, lo ricordiamo, è quello di rompere simbolicamente il blocco navale imposto da Israele e consegnare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Una missione che ha coinvolto attivisti e parlamentari di vari Paesi europei, con il sostegno di reti civili, ONG e realtà portuali. Una spedizione che ha inevitabilmente alimentato anche il dibattito politico con la segretaria del Pd Elly Schlein che ha chiesto alla premier Giorgia Meloni un impegno a protezione degli attivisti che rischiano di essere fermati e considerati “come terroristi” dall’esercito israeliano.

A Genova, città che già si era impegnata sul piano politico con il riconoscimento dello Stato di Palestina, la spedizione ha trovato una delle sue tappe chiave: qui ha preso il largo una parte della flotta, carica di decine di tonnellate di aiuti raccolti, accompagnata da una manifestazione di sostegno che ha coinvolto attivisti, associazioni e rappresentanti istituzionali. La sindaca Silvia Salis ha anche inviato una lettera al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, per chiedere garanzie sulla sicurezza dei partecipanti.

La sosta in Sicilia è diventata quindi un nuovo punto di partenza. Mentre le imbarcazioni attendono l’allineamento con il gruppo tunisino, continuano a circolare segnalazioni di droni non identificati in sorvolo sul convoglio. Gli attivisti parlano di almeno un drone per ogni nave, un monitoraggio costante che alimenta la tensione, anche in assenza di dichiarazioni ufficiali sull’origine dei dispositivi.

Israele ha già annunciato che non permetterà l’ingresso delle navi nelle proprie acque e ha minacciato arresti “duraturi” per i partecipanti (paragonati, appunto, a terroristi). Una posizione che complica ulteriormente il quadro, mentre la missione si carica anche di valenze diplomatiche.
Nonostante i rinvii, è possibile seguire la missione in tempo reale grazie a una mappa interattiva pubblicata sul sito ufficiale della flotilla: globalsumudflotilla.org.
Ogni imbarcazione viene tracciata con coordinate aggiornate e dettagli tecnici, la connessione satellitare garantirà aggiornamenti anche in mare aperto.