‘La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’ dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce.
Ogni canzone è una pagina di diario, ogni palco una sfida.
Quelle luci che si accendono sono le parole scritte ovunque, in prosa e in rima, che si intrecciano e nella voce di Matsby, al secolo Matteo Martire, diventano la produzione di uno dei nomi più interessanti della nuova scena genovese.
La sua è un’avventura nata quasi per caso: “Io faccio musica dal 2016, però l'ho sempre considerata un modo di esprimermi e di darmi un'identità attraverso le canzoni. Nell’ultimo anno ho capito che voglio fare questo nella mia vita; è una scoperta recente, però scrivo da almeno più di dieci anni”, confida.
Il percorso parte da lontano. Gli esordi risalgono al 2017, con il mixtape Young Werther e l’EP Namaste (in collaborazione con Olly). L’anno successivo pubblica il suo primo album, Punto Zero, distribuito su tutti i digital stores, che lo porta a esibirsi su diversi palchi. Tra il 2019 e il 2020 arrivano quattro nuovi singoli, tra cui PER TE e DIVERSO, ancora oggi i suoi brani più ascoltati e più conosciuti. Dopo una pausa di due anni, nel 2022 Matsby è tornato a lavorare alla sua musica con tre singoli La mia città, Prima di tutto e Lacrime sugli occhi, pensati come tappe di un viaggio che segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Un concept sviluppato poi nell’album Post-Teenager, uscito il 12 maggio 2023 per ADA Music Italy.
Il suo nuovo disco è in arrivo, si chiamerà Fuori Corso ed è previsto per la primavera 2026. Un titolo che racchiude un manifesto generazionale. “Parla a chi si sente in ritardo nella vita. È un album figlio del cantautorato emotivo italiano, ma dentro ci sono anche il rap, da cui arrivo, e le atmosfere pop rock dei primi anni 2000. È un album che rivendica l’idea di camminare con i propri tempi, anche se diversi dagli altri”.
Nelle parole di Matsby, Genova diventa porto sicuro ma anche trampolino di lancio. Quest’anno Matsby ha suonato in apertura a Lucio Corsi per l’Altraonda Festival, raccogliendo grande apprezzamento. Il pubblico tra le prime file non ha smesso un secondo di cantare le sue canzoni: “Soprattutto a Genova ho avuto una bellissima risposta. È una piazza importante, ha dato i natali a tanti artisti, quindi è un bel momento anche per la città”.
La scena musicale genovese, che negli ultimi anni ha visto emergere nuove voci, è per lui fonte di energia. “Ho un bellissimo rapporto con tanti ragazzi, fatto di amicizia, rispetto e stima. Mi sento fortunato ad avere amici artisti che stanno facendo cose importanti”.
Sul palco Matsby trova la sua dimensione più autentica. “Quando mi sono trovato ad aprire i concerti per Lucio Corsi o Mister Rain, la cosa che mi ha colpito di più è il rapporto molto spontaneo che si instaura con il pubblico. Quella è una situazione meritocratica, puoi conquistarli come no. Per questo mi piace sia fare concerti miei, sia trovarmi davanti a chi non mi conosce. È un legame sincero”.
Non solo protagonista, ma anche spettatore curioso: Matsby è spesso tra il pubblico dei concerti. “È una sorta di scuola di formazione, corsi di aggiornamento. Poi ovviamente sono fan. Questa estate a Genova ho visto concerti incredibili. Andare ai live mi fa respirare: in questo lavoro si parla tanto di cose extra musicali, ma non dobbiamo dimenticare che la musica è la numero uno”.
L’accoglienza fuori casa gli ha regalato conferme importanti: “Al Sud ho sempre avuto un affetto incredibile. A Reggio Calabria, ad Agerola, nelle Marche: ovunque ho trovato calore e grande partecipazione. Io ci sballo ad aprire i live quando le persone non mi conoscono”.
Il disco è in fase di chiusura, con un team giovane e motivato. “Lo sto facendo con Maninni, con Sit e con Stewi, un ragazzo giovanissimo del 2006 di Genova. Anche per i video collaboro con i ragazzi di NoS Found, che sono diventati amici e compagni di percorso. Non vedo l’ora di far ascoltare quello che è uscito fuori: sono molto orgoglioso”.
Una voce che ha tutta l’aria di arrivare al posto giusto, nel momento giusto.