Ogni domenica 'La Voce di Genova', grazie alla rubrica ‘Gen Z - Il mondo dei giovani’, offre uno sguardo sul mondo dei ragazzi e delle ragazze di oggi. L'autrice è Martina Colladon, laureata in Scienze della Comunicazione, che cercherà, settimana dopo settimana, di raccontare le mode, le difficoltà, le speranze e i progetti di chi è nato a cavallo del nuovo millennio.
In Nepal, nelle scorse settimane, il governo ha imposto un blocco ai social network più diffusi, da TikTok a Instagram, per arginare disordini e tensioni interne. Una misura drastica che, per chi vive connesso ogni giorno, suona quasi come fantascienza. Ma se succedesse qui? Come reagirebbe la generazione Z, cresciuta tra feed, chat e notifiche?
Per molti ragazzi e ragazze, i social non sono solo svago. Sono il luogo dove nascono amicizie, relazioni e legami che a volte diventano anche reali, ma che hanno origine dietro uno schermo. C’è chi conosce persone nuove attraverso TikTok, chi mantiene rapporti a distanza via Instagram, chi organizza la propria vita sociale in un gruppo WhatsApp. Togliere tutto questo significherebbe, di fatto, ridurre i contatti di moltissimi giovani, che vedono nei social il primo punto di accesso alle relazioni.
E qui sta il paradosso: se i social hanno reso più facile conoscersi, incontrarsi, trovare interessi comuni, la loro assenza improvvisa porterebbe più problemi che benefici. Non solo nella gestione pratica della quotidianità, ma anche dal punto di vista psicologico. Per una generazione abituata a misurarsi con like, visualizzazioni e commenti, un blackout potrebbe incidere sull’autostima, rendendo più evidente il senso di solitudine.
Certo, ci sarebbero anche dei vantaggi. Senza social torneremmo a interagire di più di persona, a costruire rapporti meno filtrati da schermi e algoritmi. Forse ci accorgeremmo che non tutto deve essere condiviso, che esiste un valore nel vivere un’esperienza solo per sé stessi. Una pausa dai social, insomma, non farebbe male a nessuno. Ma basterebbe davvero come soluzione?
Perché oggi i social non sono più solo spazi per socializzare o condividere foto e video. Sono veri e propri aggregatori di notizie, il principale canale attraverso cui molti under 30 si tengono aggiornati sul mondo. Dai trend culturali alla politica internazionale, dagli eventi locali ai movimenti globali: tutto passa dai feed.
Eliminare i social significherebbe anche rinunciare a questa forma di informazione immediata, che per molti ha sostituito giornali e tv. La verità è che un blackout prolungato creerebbe più di un vuoto. Non solo nelle relazioni, ma anche nel modo di conoscere la realtà. Forse, con il tempo, potremmo trovare altre strade per comunicare, informarci, raccontarci. Ma nell’immediato la perdita sarebbe enorme, soprattutto per una generazione che ha intrecciato così profondamente la propria vita al digitale.La domanda quindi resta aperta: la Gen Z potrebbe vivere senza social? Probabilmente sì, ma non senza difficoltà. Forse ci scopriremmo più liberi, forse più soli. Di sicuro, ci costringerebbe a ripensare il nostro modo di stare insieme, online e offline, e a chiederci quanto i social siano uno strumento, e quanto invece sianogià diventati una parte essenziale della nostra identità.