Sessantadue turni scoperti sul servizio urbano, mezzi e uomini contati sull’extraurbano, una giornata di fuoco nel giorno della riapertura delle scuole e dell’avvio dell’orario invernale.
La crisi di AMT tocca oggi il suo punto di massima tensione: un equilibrio instabile tra parole e attese, tra promesse istituzionali e realtà operative. Mentre la città si rimette in moto in via definitiva dopo l’estate e le prime segnalazioni di disagi cominciano a venire a galla, a Palazzo Tursi è in corso il vertice tra l’amministrazione comunale e i sindacati del trasporto pubblico locale. Al tavolo ci sono il vicesindaco Alessandro Terrile, i rappresentanti di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Faisa, e il neo presidente AMT, Federico Berruti. L’incontro è stato convocato dopo la richiesta urgente delle sigle sindacali, che da giorni chiedono risposte chiare sulla tenuta finanziaria dell’azienda.
Nelle casse di AMT, al momento, ci sono circa 600 mila euro. Troppo pochi per affrontare il fabbisogno del mese, stimato in almeno 20 milioni: una cifra che serve a coprire le retribuzioni di circa 3 mila lavoratori diretti e indiretti, i contributi, i costi di manutenzione e i fornitori. Nei giorni scorsi Berruti ha scritto ai soci dell’azienda per lanciare un allarme secco, accompagnato da un appello a tutte le istituzioni coinvolte (Comune, Regione, Governo) per sbloccare risorse immediate. Sul tavolo, da settimane, c’è la partita dei fondi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica: si parla di circa 12,5 milioni, risorse già stanziate nel 2023 per il miglioramento della qualità dell’aria, che la precedente amministrazione aveva richiesto e che l’attuale giunta sta tentando di ottenere in tempi rapidi. La Regione, dal canto suo, ha approvato nei giorni scorsi una variazione di bilancio che consente di anticipare 14 milioni su quei capitoli ambientali, ma al momento si attende ancora la liquidazione effettiva degli importi.
Il tema è economico, ma anche profondamente politico. Negli ultimi giorni si è consumato un nuovo confronto tra il presidente della Regione, Marco Bucci, e la sindaca Silvia Salis, tra accuse reciproche e rivendicazioni di merito su chi abbia fatto cosa per garantire la sopravvivenza dell’azienda. Un botta e risposta che ha irritato i sindacati, più interessati a ottenere garanzie per il pagamento degli stipendi che a seguire schermaglie istituzionali.
Nel frattempo, il servizio di trasporto pubblico si regge su un fragile compromesso. Il nuovo orario invernale è stato predisposto provando a ‘spalmare’ le carenze, evitando di penalizzare troppo una singola linea, ma con 62 turni in meno solo a Genova, le difficoltà sono visibili. Le linee extraurbane, in particolare, rischiano di subire contraccolpi più gravi: mezzi e conducenti sono stati calcolati al minimo, le coincidenze si reggono su margini ridotti e basta un piccolo disguido per far saltare un’intera tratta. Anche le assunzioni, che potrebbero alleggerire la pressione da dicembre in poi, restano al momento bloccate proprio per mancanza di risorse.
A complicare ulteriormente il quadro c’è la vicenda degli appalti. Il prossimo 22 settembre è stato proclamato uno sciopero dei lavoratori della Dussmann, azienda incaricata da AMT per la pulizia e la movimentazione dei mezzi nelle rimesse. In particolare, a incrociare le braccia saranno i 37 dipendenti della Gloser, società in subappalto, che non percepiscono lo stipendio da luglio. Una situazione intricata, che formalmente non dipende da AMT (i pagamenti alla Dussmann sarebbero regolari) ma che di fatto rischia di rallentare o bloccare il servizio, con ricadute a catena sull’efficienza dell’intero sistema.
Oggi il punto di svolta. I sindacati chiedono risposte concrete e non dichiarazioni d’intenti. Sul tavolo non c’è solo l’emergenza di settembre, ma anche il tema strutturale della rendicontazione degli investimenti, della gestione delle anticipazioni di cassa e della revisione dei metodi di finanziamento del contratto di servizio. Tutti nodi che la crisi attuale ha semplicemente portato allo scoperto, ma che, se non affrontati, rischiano di ripresentarsi ciclicamente.
Il vertice di stamattina potrebbe essere l’inizio di una soluzione oppure l’ennesima occasione mancata.