Attualità - 29 settembre 2025, 08:00

Funivia al Lagaccio, oggi l'incontro a Palazzo Tursi con i costruttori che hanno vinto l'appalto

Il Comune tenta di far passare la soluzione alternativa da Granarolo per mantenere le promesse elettorali. Il nodo delle penali e del danno erariale sul tavolo della sindaca e dell'assessore ai Lavori Pubblici

La data segnata in agenda è quella di oggi, lunedì 29 settembre. Sarà il momento in cui, per la prima volta, i rappresentanti della Giunta Salis, e in particolare l’assessore ai Lavori Pubblici, Massimo Ferrante, oltre che la stessa sindaca, incontreranno i vertici di Doppelmayr Italia, ovvero l’azienda che, in rete d’impresa con Collini Italia, si è aggiudicata formalmente l’appalto per la realizzazione della contestatissima funivia tra la Stazione Marittima e Forte Begato, passando sopra le case del quartiere del Lagaccio e con fermata intermedia in via Bari.

È questo, al momento, l’unico progetto ufficiale: finanziato con 40,5 milioni di euro dal fondo complementare del Pnrr e a un punto talmente avanzato, con tanto di contratti firmati ai tempi della precedente amministrazione, da mettere l’attuale governo di Palazzo Tursi, che sempre si è detto contrario a questa struttura a cominciare dalla campagna elettorale, con le spalle al muro.

Dopo un susseguirsi di scenari e dichiarazioni durato mesi, non appena messo definitivamente alle spalle il discorso dello SkyMetro della Valbisagno (ma lì il fascicolo era a uno stato molto meno avanzato), si è aperto il fronte della funivia e ora Ferrante e l’amministratore delegato di Doppelmayr Italia si incontrano allo stesso tavolo nel tentativo assai complesso del Comune di mantenere la parola con i cittadini sulla cancellazione dell’impianto al Lagaccio ma, al tempo stesso, evitare la rescissione del contratto in danno e il pagamento di una penale da circa sette milioni di euro (con l’ulteriore aggravante, secondo l’Avvocatura di Palazzo Tursi, di un danno erariale che è stato calcolato dalla maggioranza nella misura di 150mila euro a testa).

La parola d’ordine è progetto alternativo: quello che partirebbe da Granarolo, nei pressi dell’arrivo della cremagliera, e giungerebbe a Forte Begato. Oltre alla mini-funivia, si prevedono la creazione di un grande parco urbano intorno alla fortificazione cittadina e, novità degli ultimi giorni, l’installazione di un ascensore dal piano strada di via Fanti d’Italia alla stazione di partenza della vecchia cremagliera.

In pratica, si arriverebbe lo stesso a Forte Begato, ma in tre fasi e non più in una diretta: ascensore da via Fanti d’Italia alla cremagliera; cremagliera da Principe sino a Granarolo; nuova funivia da Granarolo alla sommità.

Dopperlmayr e Collini hanno avuto per ora interlocuzioni informali con la Civica amministrazione ma ci sarebbero fortissime perplessità: perché il progetto è completamente diverso da quello per cui si sono aggiudicate l’appalto e perché più di un tecnico ritiene che a fronte di questo scenario l’iter dovrebbe ripartire da zero.

"Se non facciamo nulla, partono i lavori per la funivia così com’è - continua a ribadire Ferrante - e noi questo non lo vogliamo permettere. Sinché ci saremo noi, nessun impianto passerà sopra la testa o davanti alle finestre delle persone".

L’ipotesi più probabile, negli ambienti di chi ha firmato il contratto, è quella di chiedere la risoluzione in danno, a meno che nel vertice di oggi non si trovino dei punti di contatto. I comitati cittadini propendono per l’opzione zero, ma l’assessore Ferrante vuole tutelare il più possibile sia la Giunta che tutta la maggioranza: "Sarebbe una decisione puramente politica, priva di fondamenti tecnici, e dovremmo risponderne in solido di fronte alla Corte dei Conti. Io non ho mai commesso reati, non mi interessa se c’è lo scudo penale. Nessun comitato può chiedere questo a un sindaco o a un assessore".