Circa otto istituti scolastici occupati su suolo genovese nelle ultime settimane, pace, disarmo, contestazioni dei collettivi al governo ma anche alle dirigenze scolastiche, rivendicazioni di pace e più fondi all'istruzione invece che al riarmo i temi: tra questi anche la succursale dell'istituto nautico San Giorgio, dove tra sigilli e assemblee degli studenti non si entrerà in classe per le attività ordinarie anche oggi. Almeno fino a domani.
Succede alla sede di via Dino Col dove "sono spuntati i sigilli e le catene per impedire l'accesso, non possibile fisicamente per studenti e insegnanti". A dare il quadro è il dirigente scolastico Paolo Fasce, che dopo lunga trattativa ha avuto interlocuzioni con gli studenti per chiarire le rivendicazioni.
"Hanno chiesto agli studenti della succursale di unirsi alla protesta in Darsena per sostenere la mobilitazione - prosegue il preside - la maggioranza di studenti studentesse e insegnanti non sono riusciti a entrare a scuola, poi dopo un po' di attesa abbiamo preso atto di una piccola interruzione di pubblico servizio e d'altronde c'è un articolo del codice civile che considera i momenti in cui è impossible offrire la prestazione scolastica: abbiamo a lungo parlamentato e poi si è deciso comunemente che andassero a casa".
Oggi gli studenti continueranno la loro occupazione in calata Darsena e hanno chiesto una serie di aule accessibili per le assemblee. Concesse. Ma si stima che da domani in via Dino Col dovrebbero riprendere lezioni, almeno stando a trattative e interlocuzioni, patti presi.
"Due notti fa - prosegue Fasce - abbiamo concordato che avremmo lasciato la porta aperta per accedere alle aree con le macchinette ma con l'accordo di un servizio d'ordine per non rompere niente e perché le aree fossero presidiate. Non è stato esperito nessun tentativo preliminare di coinvolgere rappresentanti, gli studenti sono partiti con l'occupazione anche se poi le rivendicazioni erano fuori tema".
Al momento non è chiaro chi abbia le chiavi dei lucchetti di via dino Col, sede che resterà chiusa. Prima di passare ad interventi con strumenti come tronchesi per riaprire gli accessi.
"Dopo tante insistenze sono emerse le prime rivendicazioni - conclude il preside - con un po' di ingenuità su temi e referenti: chiedono che le tende di via Dino Col siano messe a posto. Che si aggiustino finestre che si chiudono male all'interno della sede, anche se qui non c'è nessuna responsabilità della scuola o del dirigente. O carenze strutturali, nonostante all'inizio dello scorso anno la lista delle rivendicazioni fosse stata presa in carico, con lavori e sistemazioni punto per punto".