Attualità - 15 ottobre 2025, 08:00

Sturla, sbarca in via Bainsizza il colosso della sanità privata Amethyst: una palazzina proprio di fronte all'Asl 3

L'azienda si occupa di radioterapia oncologica e lavorerà in stretta connessione con il pubblico in regime di outsourcing

Un nuovo operatore privato nel campo della sanità è pronto a sbarcare a Genova. Si tratta del colosso di livello europeo denominato Amethyst, che si occupa di radioterapia oncologica in sei nazioni del continente: Francia, Austria, Regno Unito, Polonia, Romania e Italia.

Nel nostro paese, Amethyst ha iniziato la sua attività nel 2017 all’ospedale Fatebenefratelli di Roma, per poi allargarsi nel 2022 all’ospedale San Carlo di Potenza, dopo aver chiuso il presidio nella Capitale.

A Genova, su progetto dello studio di ingegneria Mcm e con un investimento da oltre sei milioni di euro, il gruppo internazionale della sanità privata è pronto a costruire una palazzina di cinque piani in via Bainsizza, nel quartiere di Sturla, proprio di fronte all’attuale sede dell’Asl 3, sfruttando un terreno un tempo di proprietà di Arte, l’agenzia territoriale per l’edilizia di Genova e provincia.

A supportare la sanità pubblica, quindi, ecco un altro operatore che ha deciso di investire nella nostra città. Amethyst opera normalmente in regime di outsourcing, ovvero di esternalizzazione da parte delle aziende sanitarie pubbliche che, in questo modo, cercano di ottimizzare il servizio. La palazzina di cinque piani ha ottenuto il via libera definitivo, nei giorni scorsi, da parte del Comune di Genova, nell’apposita Conferenza dei servizi.

Nelle carte della Direzione Edilizia Privata risulta che poco meno di un anno fa, esattamente il 20 dicembre 2024, la società Amethyst Radioterapia Italia s.r.l., con sede a Trezzano sul Naviglio in provincia di Milano, ha richiesto "l’attivazione di procedimento finalizzato all’acquisizione di permesso di costruire per la realizzazione di un nuovo centro di radioterapia oncologica in via Bainsizza a Genova". Il progetto prevede "la realizzazione di un edificio di cinque piani fuori terra, per una superficie agibile complessiva pari a 794 metri quadrati e un volume complessivo di 7.087 metri cubi".

L’area sulla quale insisterà il nuovo edificio, "di forma all’incirca triangolare, confina a nord con l’edificio della Asl 3 Genovese, a est con la Caserma dei Carabinieri, dalla quale è separata da un muro di cinta che corre lungo il versante, e a sud con la mattonata pedonale pubblica, denominata scalinata Giovanna Maria Battista Solimani, che raccorda via Bainsizza con la sottostante via Brigata Salerno".

Il sito interessato dall’intervento, in stato di abbandono da anni, è caratterizzato "da una densa macchia di vegetazione e a seguito dei rilievi vegetazionali eseguiti, è emersa la necessità di rimuovere alcune piante arboree censite. A compensazione della vegetazione rimossa, il progetto prevede la messa a dimora, all’interno dell’area di proprietà, di nuovi impianti arborei disposti a filare e la sistemazione di specie erbacee perenni lungo la scarpata adiacente alla scalinata pubblica di collegamento fra via Bainsizza e via Brigata Salerno".

I primi tre piani saranno sotto a via Bainsizza e ospiteranno rispettivamente il bunker per gli impianti di radioterapia e l’area tecnica e impiantistica. Ecco poi l’autorimessa e gli spogliatoi, per un totale di otto posti auto, l’ingresso al pubblico al piano strada e l’ultimo livello con la direzione e gli uffici. Se l’iter proseguirà senza intoppi, i lavori partiranno già all’inizio dell’anno prossimo.

Amethyst lavorerà in stretta connessione con l’Asl, secondo un modello consolidato già presente in altre parti d’Europa: il gruppo, infatti, fornisce annualmente prestazioni ad oltre quarantamila pazienti oncologici, con un approccio olistico e paziente-centrico che segue l’iter della persona dalla diagnosi al follow-up. "In tutti i suoi centri - racconta il gruppo nella sua presentazione - Amethyst unisce l’esperienza di un network di esperti europei all’utilizzo delle più avanzate tecniche e tecnologie di trattamento, per fornire al paziente il miglior percorso clinico e la migliore assistenza possibile". A Potenza vengono gestiti circa settecento pazienti per anno e anche a Genova si conta di lavorare a questo regime, con l’obiettivo di sgravare la sanità pubblica ma contestualmente di non perdere efficienza.