Continua con questo lunedì, e andrà avanti per tutti i lunedì successivi, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato alle Botteghe Storiche e ai Locali di Tradizione della nostra città. Vogliamo raccontare, di volta in volta, quelle che sono le perle del nostro tessuto commerciale, e che ci fanno davvero sentire orgogliosi di appartenere a questa città. Buon viaggio insieme a noi!
L’Argenteria Gismondi di via Galata racconta oltre 250 anni di storia artigiana. Fondata nel 1763 come piccolo laboratorio dedicato alla lavorazione dell’oro e dell’argento, la bottega ha attraversato secoli di cambiamenti, mantenendo intatta la passione delle origini. Tra pezzi sacri e oggetti unici, mobili d’epoca e gioielli moderni, presente e passato si mescolano, offrendo ai clienti non solo prodotti di qualità, ma anche un’esperienza che conserva l’anima di Genova. Oggi l’attività è guidata dall’ottava generazione della famiglia, Giorgia Gismondi, che insieme al marito Francesco continua a portare avanti una tradizione antica, adattandola alle esigenze dei tempi nuovi senza perdere l’autenticità di sempre.
“Tutto è cominciato nel 1763 con il mio bisnonno, che aveva il suo laboratorio in largo delle Fucine”, racconta Giorgia Gismondi. “Faceva fibbie per preti e parroci, lavorando sia l’oro che l’argento. Tra le sue creazioni c’è anche una tomba per un santo nella chiesa di San Pietro”. Un inizio umile, ma già ricco di talento, con un forte legame al mondo ecclesiastico: ostensorii, calici e altri oggetti sacri rappresentavano il cuore dell’attività.
Da quel laboratorio artigianale, la famiglia Gismondi si trasferì in un piccolo negozio di via Roma, allora considerata periferia di Genova, dove si vendevano esclusivamente pezzi di oggettistica religiosa. “Era un negozietto piccolino ma ricco di significato: realizzavamo oggetti di ogni tipo per la chiesa e vendevamo spesso ai preti che ci restavano fedeli”, ricorda Giorgia.
Il passo successivo portò la famiglia in un edificio più ampio, un tempo villa con stalla, dove passato nobiliare e rurale convivevano ancora, tra pavimenti affusolati e vecchi attrezzi per cavalli conservati nel negozio. Qui l’attività iniziò a evolversi, ampliando l’offerta agli oggetti per la casa e, in seguito, ai gioielli in oro e argento.
“Abbiamo sempre cercato di stare al passo coi tempi: da articoli religiosi a pezzi più moderni, il cambiamento è stato necessario per non perdere di vista la clientela. Negli ultimi dieci anni, però, la famiglia si è divisa: un cugino ha venduto il marchio a investitori esteri, mentre noi siamo rimasti nella bottega storica, più piccola ma autentica”.
Il negozio originario era protetto da un portone altissimo e vetrine pesanti, da sollevare ogni volta. Oggi l’attività si trova nel locale accanto, dove si conservano mobili originali dell’Ottocento e oggetti antichi, come una Madonnina, testimoni silenziosi dello spirito di un tempo.
Negli ultimi anni, l’Argenteria Gismondi ha introdotto anche la vendita in conto vendita di gioielli e borse di lusso seconda mano, dando nuova vita a pezzi dimenticati o ereditati. “Spesso ci arrivano anelli di fidanzamento che non hanno più un fidanzato, e noi li rimoderniamo, facendo per esempio un punto luce, così diventano più portabili e svincolati dalle vecchie storie”. Questo servizio ha riscosso successo, offrendo sicurezza: “Chi compra da noi sa che controlliamo tutto, non mettiamo in vendita nulla di dubbio e garantiamo qualità, in un periodo in cui l’oro è sempre più un bene rifugio”.
E per il futuro? “Viviamo la giornata, facendo sempre di più, ma senza forzare, lasciando che la strada si scriva da sé”, conclude.
Durante la nostra chiacchierata, due clienti si sono affacciate nel negozio: una signora per una riparazione, che ha approfittato per acquistare una collana, e una giovane in cerca di un gioiello semplice ma d’effetto. Due esperienze diverse, con esigenze e budget differenti, ma entrambe soddisfatte. “Solo così si può andare avanti, tenendo conto dei cambiamenti dei tempi e delle abitudini dei nostri clienti”.