Il primo caso si è risolto in un trasferimento in struttura carceraria più adeguata, meno di una settimana fa. Ma in queste ore la presenza di un'altro minore, una bambina di venti mesi, scuote la coscienza di chi supervisiona le strutture carcerarie in Liguria.
Succede nella casa circondariale genovese di Pontedecimo dove, insieme alla madre in arresto in seguito a una condanna diventata definitiva, è arrivata una bambina. La seconda, in pochi giorni.
Erano almeno due anni che il penitenziario femminile della Val Polcevera non ospitava minori in carcere in seguito all'arresto di un genitore, la madre, e la polizia penitenziaria è tornata a sollevare il caso, e insieme a lui le carenze della struttura.
A pochi giorni dal primo caso che aveva coinvolto una bambina di diciotto mesi, poi trasferita su decisione del giudice a Torino insieme alla madre, arrestata nel corso della retata in centro storico contro lo spaccio, una seconda donna di trentadue anni è arrivata nella casa circondariale, con al suo seguito la figlia di soli venti mesi.
Arriva da Ventimiglia la donna e ha fatto il suo ingresso nell'istituto penitenziario dopo una condanna definitiva per rapina ed estorsione. Insieme a lei, la bimba. L'ennesimo episodio che fa riaccendere i riflettori sulle condizioni delle carceri, tra sovraffollamento e lacune strutturali del sistema penale e detentivo italiano.
Non misure alternative, per la piccola si è mobilitata ancora la Polpen insieme alla struttura detentiva, che ha stabilito all'arrivo la collocazione di mamma e bimba nel nido del penitenziario appena riaperto, costituito da due camere detentive separate dal resto del carcere, con un accesso ad un giardino e una piccola area fornita di giochi.
Per provare a rendere 'più normale possibile' una situazione che 'normale' non è, per lo sviluppo e la crescita di un bambino.
"Sono state attivate immediatamente le procedure per trasferimento in Icam (istutiti a custodia attenuata per detenute madri, nati nel 2011 per fornire condizioni adeguate alla permanenza in carcere di donne con figli sotto i 3 anni di età) - spiega Fabio Pagani, Segretario della Uilpa, Polizia Penitenziaria - ma quella dei bambini in carcere è una barbarie, l’umiliazione della coscienza e la rabbia di essere inerme di fronte a tale inciviltà. Rinnoviamo il nostro appello ai politici perché possa immediatamente a cessare".
Criticità sistemiche e numeri inaccettabili, sovraffollamento, e due minori arrivati a Pontedecimo dopo anni in cui non accadeva. "Bisogna investire sulle strutture - aggiunge Pagani - sul personale, alla Polizia penitenziaria impiegata nelle carceri mancano 20mila agenti. Serve deflazionare la densità detentiva, a oggi 63.137 detenuti sono stipati in 46.567 posti e, non ultimo, aggiungiamo, evitando qualcosa che il pensiero non considera e rifiuta, i bambini in cella".
Il richiamo, oltre ai problemi della vita carceraria, è alla presenza di minori in carcere. Non casi isolati ma temi dolorosi che espongono alle fragilità di un sistema che non riesce a tutelare adeguatamente i diritti dei detenuti, senza contare l'arrivo di minori in strutture non adeguate ad ospitare per capienza nemmeno chi, adulto, finisce in cella in via ordinaria. Un tema su tutti, a rendere chiara l'inidoneità: Pontedecimo è un carcere a prevalenza femminile, ma non a presenza esclusiva di donne. Al suo interno sono state collocate due sezioni alle quali sono destinati detenuti uomini cosiddetti sex offender, condannati per reati attinenti.