“Lavorando il doppio con la metà dei soldi”. Così Clemente Tafuri, direttore artistico di Teatro Akropolis, riassume lo spirito con cui la sedicesima edizione di Testimonianze Ricerca Azioni prende vita a Genova, dal 9 al 29 novembre 2025, dopo l’esclusione dai fondi ministeriali per lo spettacolo dal vivo.
Un colpo durissimo per una delle più rilevanti manifestazioni italiane dedicate alle arti performative contemporanee, ma che non ha fermato gli organizzatori: “Le alternative erano non farlo o ridurlo, ma abbiamo scelto di rilanciare. Fermarsi avrebbe significato danneggiare decine di artisti, tecnici e ricercatori che vivono grazie a questo lavoro”, spiega Tafuri.
Il programma 2025, 50 appuntamenti tra spettacoli, performance, incontri, proiezioni e seminari, conferma la struttura ampia e transdisciplinare del festival, che da sempre unisce artisti, filosofi, studiosi e pubblico in un laboratorio collettivo di pensiero.
“Testimonianze Ricerca Azioni non è un cartellone di prodotti ma uno spazio in cui vivere la creazione – racconta Tafuri –. È un festival che invita a interrogarsi, a oltrepassare la scena e a pensare insieme”.
Una presenza puntuale quella del teatro Akropolis per il ponente cittadino e non solo.
Lo ha ricordato bene l’assessora alla Cultura del Municipio Medio Ponente, Elisa Somaglia, ribadendo l’importanza del progetto, definendolo “un atto collettivo e un luogo dove la scena diventa incontro, dove ci si interroga e si costruisce conoscenza condivisa”.
Sull’esclusione dai fondi ministeriali, Somaglia ha preso una posizione netta nel corso della conferenza stampa: “Non sempre queste decisioni si spiegano con ragioni tecniche. C’è forse una paura del pensiero critico, la paura che la cultura possa formare coscienze autonome. Eppure è proprio questo il valore della ricerca: fallire, riprovare, scoprire nuovi orizzonti”.
Il festival, organizzato da Teatro Akropolis con il sostegno del Comune di Genova, della Regione Liguria, della Fondazione Compagnia di San Paolo (maggior sostenitore), di Palazzo Ducale, dell’Institut Français e della Fondazione Nuovi Mecenati, si snoda in vari spazi cittadini: Teatro Akropolis, Villa Durazzo Bombrini, Palazzo Ducale, Università di Genova, Museo Biblioteca dell’Attore e Istituto di Studi Orientali Celso.
“Genova conferma con questo festival la sua fiducia nella cultura come spazio di interrogazione e libertà – ha sottolineato l’assessore comunale alla Cultura Giacomo Montanari –. L’arte non è solo rappresentazione, ma un processo vivo che fa crescere una comunità”.
Dopo le anteprime, aal 9 novembre il festival apre ufficialmente con il convegno internazionale La nascita della tragedia dallo spirito della musica dedicato a Nietzsche, e con un concerto dedicato a Giacinto Scelsi nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.
Nei giorni successivi, spazio alla danza contemporanea, alle arti visive e alla filosofia del corpo, con prime assolute di Masque Teatro, Paola Bianchi, Vasiliki Papapostolou e Imre Thormann, maestro del butoh giapponese.
Grande attenzione anche ai percorsi di formazione e alle collaborazioni universitarie, con giornate di studi, laboratori e proiezioni che intrecciano estetica, antropologia e scienze naturali.
Elemento simbolico e concreto dell’edizione 2025 è il servizio di bus navetta gratuito da Piazza De Ferrari a Sestri Ponente, con fermate intermedie a Nunziata, Dinegro, Sampierdarena e Piazza Montano.
Il servizio, realizzato nell’ambito del progetto A.T.E.N.A. (vincitore del bando MiC–Pnrr “Transizione ecologica degli organismi culturali e creativi”), rende il festival accessibile a tutta la città e promuove una mobilità sostenibile legata alla cultura.
Nonostante le difficoltà, la risposta del pubblico resta il motore del festival. “Ci aspettiamo che la città continui a camminare con noi – conclude Tafuri –. Il nostro lavoro non è una torre d’avorio per specialisti. È un gesto politico nel senso più alto: aprire spazi di libertà, di pensiero, di relazione. Perché la ricerca artistica non è un lusso, ma una necessità del presente”.