Cultura - 14 novembre 2025, 20:20

Carlo Felice, nasce il club dei 'Custodi del Faro': imprenditori e investitori insieme per sostenere il teatro e la cultura a Genova

Presenti la sindaca Silvia Salis, il sovrintendente Michele Galli e il coordinatore Davide Falteri che hanno illustrato obiettivi, struttura e vision del nuovo programma di mecenatismo che punta a rafforzare la fruizione culturale e creare valore per l’intera città

La sala Paganini del Teatro Carlo Felice ha accolto decine di imprenditori, rappresentanti istituzionali e protagonisti del mondo produttivo nella serata di venerdì 14 novembre per la presentazione ufficiale de “I Custodi del Faro”, il nuovo programma di mecenatismo promosso da Regione Liguria, Comune di Genova e Camera di Commercio. Una serata significativa per il futuro del teatro e per la costruzione di un modello di collaborazione pubblico-privata che vuole proiettare Genova nel Mediterraneo della cultura e delle relazioni internazionali.

All’incontro hanno partecipato la sindaca di Genova Silvia Salis, il sovrintendente del teatro Michele Galli, la dottoressa Monica Dellepiane, in rappresentanza della Camera di Commercio, il coordinatore della Regata Culturale e del progetto, Davide Falteri, che insieme a Manuela Boni, ideatrice del concept, ha delineato la visione strategica alla base dell’iniziativa.

“I Custodi del Faro” prende forma dentro Regata Culturale, il programma che unisce cultura, mare, economia e innovazione, sviluppato a partire da un’idea di Manuela Boni. La piattaforma nasce per mettere a sistema le attività culturali della Liguria, favorendo lo sviluppo di nuove relazioni internazionali attraverso la cultura, il turismo e la Blue Economy. Proprio da questo intreccio prende vita il nuovo club di mecenati del teatro.

Il progetto prevede la creazione di un gruppo composto da 45 imprese e investitori che diventeranno sponsor del Teatro Carlo Felice, sostenendone la missione artistica e sociale e contribuendo alla crescita di una rete stabile tra imprenditori, istituzioni e protagonisti della vita culturale. Ogni due mesi il club si riunirà prima delle principali rappresentazioni per momenti riservati di confronto e co-progettazione, creando uno spazio in cui industria, finanza, tecnologia e Blue Economy possano dialogare su sviluppo, strategie e internazionalizzazione.

Salis apre evidenziando l’importanza del sostegno cittadino e dell’atto di mecenatismo: È un atto di mecenatismo enorme per Genova, una realtà che ha bisogno della città e del suo sostegno. Ci abbiamo creduto tantissimo per avere un assessore alla Cultura: vogliamo che questo ambito della città sia protetto, custodito e tutelato. Ciò che accade nei teatri avviene in un momento di grande ristrettezza economica per le amministrazioni. Però proprio in questo momento, in cui chiediamo alla città un sostegno, vedere così tanta gente stasera credere in un progetto che va a segno significa molto: è un lavoro che deve aprirsi alla città, e una città che aiuta il Carlo Felice manda un messaggio a tutto il Paese. Una città che sostiene la cultura". 

Poi spiega le azioni concrete dell’amministrazione e le iniziative per aprire il teatro alla cittadinanza: Noi facciamo di tutto per sostenere il Carlo Felice: cerchiamo progetti per aprire il luogo durante il giorno, trasformandolo in un asset di produzione di valore. C’è il tema dei crocieristi e del prodotto culturale da rendere fruibile, ma serve anche l’aiuto di tutta la città. Dobbiamo creare prodotti più popolari, per le famiglie, per il Natale, per ampliare il pubblico del teatro. Servono investimenti e serve spirito imprenditoriale, perché lo sviluppo passa attraverso le idee". 

La sindaca ha sottolineato l’importanza delle risorse, della gestione e della protezione della cultura: Abbiamo parlato delle soluzioni per trovare nuove risorse, abbiamo individuato nuovi asset. E io vi ringrazio per scommettere su Genova e sul Carlo Felice. Non possiamo contare su un pieno sostegno economico da parte delle istituzioni, nemmeno quando dovrebbero darlo e quando la cultura genera consenso: la cultura non può essere solo intrattenimento. Bisogna creare un cordone di protezione intorno alla cultura, che troppo spesso viene vista come qualcosa di disturbante. La politica deve affidare la cultura a chi la sa gestire". 

Infine, ha richiamato la responsabilità sociale, il valore dei lavoratori e la visione per le nuove generazioni: Genova è la città con l’età media più alta d’Italia: questo accade anche perché i giovani se ne vanno. E tutte le leve di sviluppo sono leve che dobbiamo proteggere. Genova ha un capitale importante, ma è anche una città che deve investire sulle leve di sviluppo. Lo facciamo come amministrazione: crediamo nella cultura e vogliamo che le 258 persone che lavorano nel teatro possano farlo nel miglior modo possibile, con stipendi adeguati al costo della vita, e ci impegniamo in questo senso. Quello che chiediamo è di aiutarci a rendere questo posto un luogo in cui i nostri bambini e le nostre bambine possano sognare di lavorare un giorno, vedendo nella cultura un luogo del futuro. Con Galli stiamo lavorando per trovare nuovi prodotti che possano sostenere il teatro". 

Nel suo intervento, Galli ha ribadito il valore sociale del teatro: “L’investimento principale lo stiamo facendo sulla scuola, con tanti progetti per la popolazione scolastica. Il teatro diventerà sempre più accessibile e includerà sempre più persone disabili”.

Ha ricordato l’impegno nella diffusione della cultura nel territorio: “Il nostro team Educational sta lavorando molto: entra nelle scuole, spiega cos’è il teatro e quali spettacoli vedranno”.

Poi i numeri: “Nella stagione 2024-25 avevamo 1.371 abbonati, oggi siamo a 1.850. Ma le risorse pubbliche non sono sufficienti. Il teatro, Genova e io abbiamo bisogno di voi. Questa è la più importante istituzione culturale della Liguria”.

L’idea progettuale si è evoluta ed è stata inglobata nell’accordo siglato un anno fa tra Comune, Camera di Commercio e Regione, che si chiama “Regata culturale” e che è stato ideato da Manuela Boni. Questa unione tra istituzioni ha portato a pensare di mettere insieme gli eventi legati alla blue economy e al mare con le relazioni internazionali. Chi si occupa di relazioni internazionali sa bene che la cultura è il primo, reale strumento che può favorire queste relazioni", ha spiegato Falteri

Questa "è una sfida che non riguarda soltanto la richiesta di denaro, perché chi può farlo, avvalendosi anche dei contributi, è giusto che lo faccia, ma riguarda soprattutto la visione. Perché dovrei investire denaro senza una visione? Lo faccio se ho una visione, se c’è un ritorno, se qualcosa torna indietro. E allora questa sera ci sono imprenditori di mondi diversi: le più grandi realtà imprenditoriali che mandano avanti la città e una parte del Paese. Ci sono poi le rappresentanze politiche, senatori, onorevoli, sindaci di vari comuni della Città Metropolitana,  perché i primi a diffondere la cultura e il suo valore sono proprio loro. E poi le realtà che dialogano con le imprese, perché il teatro bisogna riempirlo, magari anche attraverso gli strumenti del welfare aziendale". 

Costituire questo club di imprenditori che si incontrano "significa far diventare il teatro un luogo in cui cultura, industria, finanza e tecnologia possono trovare punti di interesse reciproci. Trovarsi insieme vuol dire che, se dobbiamo fare programmazione, ci si siede allo stesso tavolo con le varie società collegate e si decide insieme quali mercati andare ad aprire. Il progetto di questa sera entra nella Regata culturale. Il club si riunirà ogni due mesi, incontrando le istituzioni della Regata culturale per costruire con loro progetti di crescita, sviluppo e internazionalizzazione. Vogliamo spingere la cultura e la fruizione degli eventi dentro il mondo dei lavoratori, attraverso bonus e welfare. Ripartiamo dal teatro per creare nuovo valore per la nostra città”, ha concluso Davide Falteri. 

Emanuela Boni, ideatrice del concept, ha raccontato la nascita dell’idea: “Nasce a Barcellona, immaginando una città che regala eventi culturali ai cittadini. Regata è un viaggio che unisce paesi diversi. Il mare unisce popoli e culture”.

Cuore simbolico del progetto è il riferimento all’architettura del foyer del Carlo Felice, dove il faro immaginato da Aldo Rossi attraversa lo spazio come un segno verticale. Da qui la scelta di creare un sistema di membership fatto di luce: 45 finestre, un Capitano fondatore, otto luci principali e 36 finestre luminose, a cui si affiancheranno le “stelle” delle categorie professionali.

Un modello che richiama la Lanterna, guida per i naviganti del mare, mentre il faro di Rossi guida,  idealmente, chi attraversa i territori dello spirito. Il programma è sostenuto da Regione Liguria, Comune di Genova e Camera di Commercio, ed è accompagnato dallo Stato attraverso l’Art Bonus, che riconosce un credito d’imposta del 65% per imprese e privati che partecipano.

Il riferimento è l’esperienza delle “67 Colonne per l’Arena di Verona”, capace di raccogliere oltre 10 milioni di euro in cinque edizioni: lo stesso team progettuale è stato portato a Genova, rendendo il Carlo Felice il primo teatro italiano ad adottare quel modello.

“I Custodi del Faro” non sono solo un gruppo di sostenitori, ma un laboratorio stabile di relazioni, idee, confronto e opportunità. Un luogo in cui cultura, economia, mare, finanza e tecnologia si incontrano, dentro una cornice che valorizza l’opera lirica come linguaggio universale del Made in Italy. È una rotta che vuole rafforzare Genova, riportando la cultura al centro e dando al teatro il ruolo di faro della città: un faro che, per rimanere acceso, ha bisogno dei suoi custodi.

F.A