La musica che ci gira intorno - 15 novembre 2025, 08:00

La musica che ci gira intorno - Martin Basile, il rap come specchio dell’anima: tra filosofia, ironia e canzone d’autore

Dal manifesto “Nuovo Papa” alla sensualità di “Attrazione”, il rapper e regista genovese unisce sincerità, letteratura e introspezione in un linguaggio che sfida le etichette

‘La musica che ci gira intorno’ è il format de ‘La Voce di Genova’ dedicato alla scoperta e alla valorizzazione della scena musicale ligure, con un focus su artisti locali, eventi, nuovi talenti e le tradizioni sonore della nostra regione. Ogni settimana la musica sarà protagonista, in ogni sua forma e da ogni punto di vista. Qui troverai interviste agli artisti, le nuove uscite discografiche, gli appuntamenti per vedere concerti ed esibizioni live e spazio a chi, con la musica, ci lavora: dai produttori ai fonici, dai musicisti ai gestori di locali, teatri e spazi dove è possibile far sentire la propria voce. Martin Basile è uno di quegli artisti che non si possono definire con una sola parola. Rapper, regista, scrittore, autore: la sua carriera è un mosaico di linguaggi che si intrecciano. “Per me tutto ciò che faccio – racconta – sono strumenti diversi per arrivare allo stesso scopo: parlare agli individui, alle loro individualità, e magari incoraggiarli a essere davvero se stessi.”

Ha iniziato sin da piccolo, giocando con la musica e con gli strumenti; con il tempo, a quei giri armonici ha unito testi che giocano tra Gozzano e Gue costruendo un modo tutto suo di fare musica.

Martin Basile è un animo dall’ecclettismo unico che sembra non appartenere più ai giorni nostri.

Classe ’92, da bambino si divertiva con gli strumenti musicali e come lui stesso racconta, “senza che nessuno mi insegnasse, ma sentendo che quella era la mia lingua naturale”. 

Il colpo di fulmine per la musica arriva a undici anni, vedendo un videoclip di Eminem: “Da lì ho capito che volevo salire su un palco, ma non per vivere quello stile di vita: ho capito dopo che ciò che desideravo era avere un impatto con le mie parole”.

Col tempo, il rap è diventato per lui sì una forma d’espressione e anche una trappola: “È il linguaggio che ho imparato e che uso meglio, ma a volte mi sento ingabbiato, perché le aspettative di chi ascolta rap non coincidono con ciò che faccio io. Uso il rap per attrarre quel pubblico e poi ingannarlo, fargli scoprire che esiste qualcosa di diverso”.

Basile ama i giochi di specchi tra musica e letteratura. Lo aveva già dimostrato con “Zibaldone Freestyle”, brano che lo portò fino al Festival Internazionale di Poesia. “Era nato per scherzo: un amico, il batterista Silvio, si era innamorato di Gué Pequeno e trovava nei suoi testi rimandi filosofici che non esistevano. Da lì ho scritto una canzone come se fossi Gué, ma intellettuale. Era ironia pura, ma ha funzionato”.

Da allora, l’artista ha cercato un equilibrio tra intelligenza e autenticità. “Mi sono divertito a interpretare un personaggio, ma ultimamente ho bisogno di sincerità. I nuovi singoli che sto pubblicando vanno in quella direzione”.

Tra questi, “Nuovo Papa”, uscito a ottobre, è un manifesto culturale: un brano rap intriso di citazioni, da Martin Lutero a Foucault, da Terenzio a Vico. “È una sfida alla scena rap contemporanea - spiega -. Un campo di battaglia intellettuale”. Musicalmente, il brano unisce sonorità hip hop e neo soul, con la chitarra elettrica di Francesco Repetto e la produzione di Giovanni Marinaro e Giacomo Ricci.

Dopo “Nuovo Papa”, è arrivato “Attrazione”, uscito proprio il 14 novembre, scritto con Massnada e Nembo Kyd. “Per anni ho provato a ottenere certi traguardi forzando le cose - spiega Basile -. La svolta è arrivata quando ho smesso di cercare e ho cominciato a visualizzare chi volevo essere. È allora che tutto si è realizzato”.

Il brano racconta proprio quel momento: “L’ho scritto un istante prima che ciò che desideravo si concretizzasse nella mia vita sentimentale. È un’applicazione sensuale della legge di attrazione: il desiderio diventa la forza trainante e ineluttabile”. Il videoclip, girato con la sua compagna, è “una narrazione autentica e viscerale di ciò che significa manifestare il desiderio”.

Basile non è solo un rapper: è anche laureato in Lettere e in Spettacolo, con un master in progettazione di contenuti digitali. Ha scritto e diretto cortometraggi e studia sceneggiatura. “Per me cinema e musica convivono come due facce della stessa medaglia. Da fuori può sembrare disordine, ma per me è coerenza: sono strumenti per parlare di consapevolezza e autenticità”.

Le sue influenze spaziano da Dargen D’Amico che definisce la sua “ispirazione più grande”, a David Lynch, passando per il soul di D’Angelo: “Quando ho visto i film di Lynch ho capito che volevo fare cinema, perché anche se non capivo tutto, sentivo che parlava di me. Con D’Angelo invece ho trovato il suono che amo: autentico, umano.”

Il suo nuovo album, in uscita nei prossimi mesi, si intitolerà “Crepe”. Un titolo che allude alle fragilità, ma anche alla luce che filtra dalle imperfezioni. “È il mio modo di dire che la sincerità è più potente della perfezione. Le crepe sono le prove che la vita ci attraversa”.

Con la sua estetica raffinata e le sue liriche filosofiche, Martin Basile è oggi una delle voci più originali della scena indipendente italiana: un artista che non si accontenta di intrattenere, ma cerca - in ogni brano - di far pensare.

Isabella Rizzitano - Chiara Orsetti