Politica - 24 novembre 2025, 16:10

Certosa, il Comitato “Liberi Cittadini” incontra la sindaca Salis per portare le istanze e le preoccupazioni dei residenti

D’Agostino e Fassio: “Soddisfatti solo in parte. Ora serve un confronto urgente col commissario: il quartiere non può perdere la riqualificazione”

Il clima è di prudenza, tra una soddisfazione “relativa” e una lunga lista di preoccupazioni irrisolte. Così Enrico D’Agostino e Gianni Fassio del Comitato “Liberi cittadini di Certosa” raccontano l’incontro avvenuto questa mattina con la sindaca di Genova, Silvia Salis, al quale hanno portato le istanze di Certosa, Rivarolo, Fegino e dell’intera Valpolcevera.

Un incontro arrivato dopo giorni di forte tensione, alimentata da quanto emerso in Prefettura nel vertice alla presenza del viceministro Rixi, del Commissario Mauceri, del presidente ad interim della Regione Marco Bucci e della stessa sindaca. “Alcune dichiarazioni rese in quella sede - spiegano dal Comitato - ci hanno fatto temere che le decisioni in arrivo non rispecchino quanto i cittadini hanno chiesto e condiviso negli anni, né il percorso partecipativo promosso dal nostro Municipio”.

Possiamo dare due prime notizie”, afferma D’Agostino. “Intanto l’addendum non è stato ancora firmato. E soprattutto: il taglio lineare dei 23 milioni non dipende da questa amministrazione, ma dal Ministero e dal sottosegretario Rixi. Questo è un punto che oggi è stato chiarito”.

Chiarito, ma non risolto. Perché i tagli ai fondi, inseriti nella legge finanziaria 2025 e confermati nella 2026, pesano come un macigno sul futuro del progetto di rigenerazione urbana da quasi 200 milioni di euro previsto per Certosa. “Il problema - spiega Fassio - è come recuperare queste risorse per far fronte agli indennizzi da riconoscere ai residenti colpiti dalla nuova linea ferroviaria e, allo stesso tempo, proseguire nella riqualificazione del quartiere. Certosa e Rivarolo senza un progetto di futuro sono quartieri morti”.
Su questo punto, la sindaca Salis avrebbe dato piena disponibilità. “Chiederemo un incontro urgente con il commissario Mauceri - annuncia il Comitato - e la sindaca si è detta pronta a sostenerci e a partecipare. L’idea è di svolgerlo alla Casa di Quartiere di Certosa, per dare ancora più centralità al territorio". Ma le risposte definitive, ammettono D’Agostino e Fassio, dovranno arrivare direttamente dal Commissario: “È con lui che dovremo mettere tutto sul tavolo”.

Tra le maggiori preoccupazioni, un ruolo centrale lo occupa l’area Facchini, fulcro del progetto di rigenerazione. “Non è un elemento secondario - spiegano - e non può essere usata solo per i 10.000 metri destinati al Liceo Tecnologico-Scientifico, lasciando il resto ai privati per operazioni speculative o interventi logistici”.

Secondo il Comitato, l’area dev’essere considerata “parte di un disegno complessivo”, coerente con quanto previsto dal masterplan approvato negli anni scorsi. “Il centrodestra si deve assumere la responsabilità delle delibere portate avanti nella scorsa amministrazione, ma deve anche sostenerle oggi che il governo della città è passato al centrosinistra”.

Negli ultimi giorni, nel quartiere è cresciuta la paura di una possibile frattura tra chi riceverà i ristori per le case situate lungo il tracciato della nuova linea ferroviaria e chi invece rimarrà, senza indennizzi, in un territorio trasformato e forse impoverito.

Su questo, il Comitato è netto: “Non può esserci divergenza tra ristori e riqualificazione. Dobbiamo pensare a chi avrà diritto agli indennizzi, ma anche a chi rimarrà qui. E rimanere su un territorio non riqualificato significherebbe vivere in un luogo spopolato, depauperato, senza attività commerciali e senza prospettive”.

Il messaggio che il Comitato affida alla sindaca e alle istituzioni è semplice, ma urgente: assicurare che Certosa non perda il progetto di rigenerazione su cui il quartiere ha lavorato per anni. “Chiediamo solo che le decisioni siano coerenti con quanto condiviso con i cittadini e con il percorso partecipativo avviato. Certosa, Rivarolo, la Valpolcevera meritano una visione chiara e una prospettiva di futuro. E i fondi non possono sparire nel silenzio”.

"Ci siamo resi conto che c’è stato un taglio di risorse per quanto riguarda la rigenerazione della Valpolcevera e, proprio per questo, abbiamo chiesto un incontro con la sindaca, anche se, come Campasso, facciamo parte del Municipio Centro Ovest - spiega Matilde Gazzo, rappresentante dell'Associazione Quartiere Campasso, prima di entrare a colloquio con la sindaca -. Vogliamo capire quali conseguenze avranno queste limitazioni, perché erano stati immaginati progetti ambiziosi. Possiamo anche comprendere la necessità di ridimensionarli, ma desideriamo sapere in che misura e che cosa questo comporterà per il Campasso. Perciò ascolteremo, faremo le nostre osservazioni e cercheremo di capire quale sia la situazione reale".

Un riferimento inevitabile è il progetto del “cerchio rosso” pensato dall’architetto Boeri, poi accantonato per diverse ragioni. "L’equilibrio, secondo noi, resta la chiave: se un progetto è troppo ambizioso può essere ridimensionato, ma è innegabile che le periferie siano state trascurate per troppo tempo. Noi del Campasso lo vediamo ogni giorno: io stessa ci vivo da una vita, e per questo desideriamo che i miglioramenti previsti possano comunque andare avanti, anche se, lo ripeto, sarà forse necessario accettare qualche rinuncia".


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