FIAB Genova ha concluso un’analisi comparativa delle proposte di pedonalizzazione avanzate dai nove Municipi nell’ambito dell’invito del Comune a promuovere una domenica al mese senza traffico: un’iniziativa annunciata a fine settembre ma non ancora realmente avviata, fatta eccezione per la chiusura realizzata dal Municipio VIII il 23 novembre. L’avvio delle sperimentazioni, previsto per il 30 novembre, è infatti stato rinviato a causa del maltempo e i Municipi stanno ora valutando nuove date – dal 14 dicembre fino a gennaio – in coordinamento con i Centri integrati di via e le associazioni di categoria. Nel frattempo FIAB ha raccolto le valutazioni in un dossier tecnico, disponibile online a questo link
Il mandato del Comune: sperimentazioni vere, replicabili e diffuse
L’iniziativa era stata presentata a fine settembre dagli assessori Emilio Robotti e Francesca Coppola, che avevano chiesto ai Municipi di individuare entro il primo ottobre una strada o una piazza da chiudere al traffico per una domenica al mese. Una volta definite le proposte, il Comune avrebbe predisposto un calendario comune a tutta la città, con l’obiettivo di creare simultaneamente, in più quartieri, spazi solitamente occupati dalle auto ma temporaneamente restituiti ai pedoni.
Gli assessori avevano ricordato che i Municipi erano liberi di scegliere se mantenere la stessa via per tutte le edizioni o alternare strade diverse, purché lo spirito dell’iniziativa fosse quello di favorire la fruizione dello spazio pubblico e la partecipazione dei cittadini. «Dobbiamo avere il coraggio di guardare la città in modo diverso, riprendendoci lo spazio pubblico», avevano sottolineato.
Dichiarazioni diffuse adesso confermano questo impianto, ribadendo l’intenzione di coinvolgere la cittadinanza e le realtà attive nei quartieri, con l’obiettivo di creare occasioni di socialità, movimento e mobilità a basso impatto ambientale nelle strade normalmente dominate dal traffico.
Il mandato appariva dunque chiaro: avviare sperimentazioni concrete, realistiche e potenzialmente replicabili, non eventi estemporanei o fiere già programmate, iniziative certamente meritorie ma che in anni di esperienza hanno lasciato scarsi risultati dal punto di vista della riqualificazione dello spazio urbano.
Non tutti i Municipi hanno colto lo spirito dell’iniziativa
In diversi casi, invece di proporre interventi di riqualificazione urbana realmente testabili, alcuni Municipi hanno sovrapposto all’iniziativa eventi già previsti, spesso chiudendo tratti molto estesi o logisticamente complessi che nulla hanno a che vedere con un progetto di pedonalizzazione strutturale.
Un caso di evento già programmato e non finalizzato alla sperimentazione è quello del Municipio VIII, che il 23 novembre ha chiuso una piazza per un’iniziativa legata alla Giornata contro la violenza sulle donne: meritoria, certo, ma non pertinente all’obiettivo della sperimentazione urbana voluta dal Comune.
A onor del vero, la presidente del Municipio Medio Levante, Anna Palmieri, aveva dichiarato a un quotidiano genovese lo scorso ottobre di essere “contraria da sempre alle pedonalizzazioni perché chiudere alcune strade significa provocare disagi in altre vie”. FIAB Genova rileva che questa posizione, seppur legittima, sembra ignorare decenni di esperienze europee di successo.
«Ci chiediamo se la presidente Palmieri abbia mai visto cosa succede all’estero – osserva Romolo Solari, presidente di FIAB Genova – dove le pedonalizzazioni funzionano non solo nei centri storici, ma persino nei quartieri periferici. Nei nostri innumerevoli giri in bici in Europa siamo passati, ad esempio, da Huningue, quartiere francese al confine con la svizzera Basilea: un contesto popolare, abitato in gran parte da immigrati e frontalieri, ma dotato di ampi spazi verdi, percorsi ciclabili e isole pedonali curate. Da noi, persino quartieri benestanti come Albaro, pur in condizioni migliori rispetto al resto della città, non raggiungono quel livello di qualità dello spazio pubblico; mentre Foce e San Martino, per rimanere nello stesso Municipio, vivono in un vero e proprio delirio di auto e moto parcheggiate ovunque, anche dove non dovrebbero».
FIAB aggiunge che la paura del cambiamento non può diventare un alibi: se alcune strade vivono un “delirio di auto”, ciò non è un argomento contro le pedonalizzazioni, ma la dimostrazione che servono politiche più equilibrate e coraggiose.
Il lavoro FIAB: oltre 50 schede di valutazione e un indice sintetico
FIAB Genova ha raccolto oltre cinquanta schede di valutazione sulle proposte dei Municipi, compilate da soci dislocati nei diversi quartieri. Ogni proposta è stata analizzata secondo sei criteri:
1. attrattività pedonale
2. sicurezza attuale
3. beneficio per il quartiere
4. continuità con altri spazi pedonali o ciclabili
5. vitalità sociale
6. fattibilità percepita
Sulla base dei punteggi medi (scala 0–30) è stato elaborato un indice sintetico che individua le aree più promettenti per una reale riqualificazione.
Ne è emerso un quadro moderato: nessuna proposta ha ottenuto punteggi massimi e soltanto una è risultata di bassa priorità.
I risultati: una sola alta priorità, molte proposte da testare
L’unica proposta a raggiungere la fascia di alta priorità è quella del Municipio III con Via Pendola (23 punti), intervento sostenuto da anni dal Comitato San Fruttuoso. Al secondo posto, già nella categoria “da testare”, con 21,5 punti, Piazza Leopardi nel Municipio VIII, nonostante la pedonalizzazione del 23 novembre non fosse una vera prova ma un evento una tantum.
Nella fascia degli interventi “da testare” rientrano anche:
• Via Poli (Municipio V, 20 punti)
• Via Piacenza (Municipio IV, 19 punti)
• Via Giovannetti (Municipio II, 17,5 punti)
• Via Vado (Municipio VI, 17,5 punti)
• Via Giannelli – controviale (Municipio IX, 17 punti)
• Via Sabotino (Municipio VII, 17 punti)
Chiude la graduatoria Piazza Manin (Municipio I, 12,8 punti), unica proposta classificata a bassa priorità. La criticità non riguarda la pedonalizzazione in sé, ma la scelta del tratto centrale, che risulta isolato rispetto al contesto commerciale e poco funzionale come sperimentazione.
Il ruolo dei commercianti e la necessità di una visione moderna
FIAB rileva come in alcune aree la scelta dei Municipi sembri risentire della tradizionale – e sorprendente – contrarietà di parte del commercio a ogni forma di ZTL o pedonalizzazione.
«In nessuna grande città europea il commercio è stato danneggiato da spazi più vivibili – prosegue la nota – anzi. Le vie pedonali attirano clienti, non li respingono. Se in strade come via Roma o via XX Settembre non è possibile parcheggiare comunque, non si comprende l’opposizione a interventi che porterebbero più sicurezza e più presenza di persone. A pensar male, sembra quasi che qualcuno voglia difendere la sosta selvaggia, non il diritto di lavorare».
“Serve una visione moderna e condivisa”
FIAB Genova auspica che, dopo la prima esperienza, i Municipi sappiano cogliere l’occasione di questo esperimento non come un adempimento formale, ma come una palestra di cittadinanza attiva, in cui osservare, sperimentare e capire cosa funziona davvero.
Dove i pedoni sono al sicuro, lo sono anche i ciclisti e tutti i fruitori della micromobilità: migliorare lo spazio pubblico non significa penalizzare qualcuno, ma rendere la città più semplice, più vivibile e più sicura per tutti.
«Genova ha urgente bisogno di una visione urbana che riduca il traffico e restituisca spazio alle persone. Non chiediamo chiusure totali, ma sperimentazioni ragionate, con l’accesso garantito alle bici, al trasporto pubblico e carico/scarico merci regolato in fasce orarie prestabilite. Solo così – conclude FIAB – si può costruire una città vivibile, europea e finalmente umana».