Attualità - 05 dicembre 2025, 08:00

Alla scoperta dei Forti - Forte Ratti, la fortezza dimenticata di Genova

Un panorama mozzafiato sulla città, una storia che va dagli assedi del Settecento alla Seconda Guerra Mondiale. Forte Ratti è un'architettura militare fragile, ma molto amata, tra speranze di recupero

Prosegue oggi, e continuerà per tutti i venerdì successivi, ‘Alla scoperta dei Forti’, un servizio seriale de ‘La Voce di Genova’ dedicato a una delle ricchezze più straordinarie del nostro territorio: il sistema fortificato che abbraccia la città dalle alture. Un patrimonio unico, che racconta secoli di storia militare, politica e sociale. Un viaggio tra Medioevo e Ottocento, tra leggenda e realtà, sempre con lo stesso filo conduttore: l’amore per Genova e per le sue eccellenze. Buon viaggio insieme a noi, alla scoperta dei Forti!

Arroccato a oltre 560 metri sul rilievo di Monte Ratti, alle spalle di Quezzi e Bavari, il Forte Ratti, conosciuto anche come Forte Monteratti, è una delle architetture militari più affascinanti e meno valorizzate del sistema difensivo genovese. La sua sagoma severa, oggi corrosa dal tempo, racconta una storia che attraversa assedi, trasformazioni strategiche e lunghi decenni di silenzio.

Le prime tracce di un uso militare del colle risalgono al 1747, durante l’assedio austriaco, quando sul crinale furono allestite ridotte e trincee provvisorie. Non si trattava ancora del forte attuale, ma di una presenza che anticipava la vocazione difensiva dell’area. Bisogna attendere l’Ottocento per assistere alla nascita della struttura permanente: tra il 1831 e il 1842, il Governo Sabaudo edificò qui una grande caserma-fortino destinata a controllare la direttrice orientale e a proteggere Genova da eventuali incursioni provenienti dall’entroterra, verso Sturla, Albaro e San Martino.

Nel corso della Prima Guerra Mondiale, Forte Ratti divenne luogo di internamento per prigionieri austro-ungarici. Negli anni Trenta del Novecento, in un clima internazionale sempre più teso, l’edificio subì una profonda trasformazione: la torre centrale fu demolita per far spazio a una batteria contraerea, utilizzata anche dopo l’armistizio del 1943 da reparti tedeschi acquartierati nell’area. Con la fine della guerra, la struttura perse progressivamente ogni funzione strategica, fino a essere definitivamente abbandonata.

Oggi Forte Ratti presenta i segni evidenti del tempo: murature lesionate, crolli, vegetazione che si insinua tra le pietre. È proprietà del Demanio, ma resta facilmente raggiungibile e molto frequentato dagli escursionisti, attratti tanto dalla sua atmosfera sospesa quanto dai panorami che si aprono sul Golfo, sulle alture e sulla città. Un luogo affascinante e fragile, dove la storia convive con l’incuria.

Negli ultimi anni il Comune di Genova ha più volte manifestato l’intenzione di intervenire per restituire dignità a questo presidio architettonico: tra le ipotesi circolate, il ripristino dell’antica strada militare che collega il forte a Quezzi e la creazione di un nuovo accesso dalla Cava dei Camaldoli. Progetti che, al momento, restano sulla carta, ma lasciano intravedere una possibile rinascita. Lo scorso maggio, l’agenzia del Demanio ha incluso il forte Ratti tra i quindici immobili messi sul mercato in Liguria.